E derby sia!
Sono passati solo cinque giorni dalla sfida tra rossoneri e neroazzurri, una gara che aveva regalato emozioni contrastanti tra primo e secondo tempo, e ci ritroviamo ad un derby di Coppa Italia, da giocare successivamente, che varrà la finale. Andata ai primi di marzo, ritorno a metà aprile, un’eternità, e chissà come sarà la classifica di campionato in quel periodo. Potrebbero esser cambiate molte cose o confermati i valori attuali, sta di fatto che fino a quel momento il Milan potrà pensare solo a preparare al meglio le gare del fine settimana.

La Coppa Italia è sempre una competizione particolare, piace solo a chi la vince, chi la perde o chi la trova ingombrante la vede come un impiccio. Sarri l’ha definita poco meritocratica, auspicando un torneo stile FA Cup. Potrebbe anche aver ragione. Se parliamo di meritocrazia ieri il Milan ha vinto meritatamente, mettendo in campo forza, condizione atletica ed una gara preparata al meglio. Non per il format della coppa, ma perché ha fatto la partita perfetta e credo che grande merito vada a Pioli e, di conseguenza, ai giocatori che in campo sono scesi per onorare la manifestazione, cercando di passare il turno.

Per dare un contributo alle parole di Sarri, neanche a me piace il format della manifestazione. Non ne condivido il metodo perché si potrebbe fare molto meglio. Certamente non copiando la coppa agli inglesi, lì storia e tradizione danno valore maggiore anche rispetto alla stessa Premier League, ma provando a trovare una via di mezzo tra meritocrazia e tempi di svolgimento della stessa.
Continuo a pensare, visto l’impossibilità di far giocare i “migliori” dal primo turno, che il modello della pallacanestro italiana sia interessante dal punto di vista organizzativo e darebbe maggior valore alla prima parte del campionato.
Una bella final eight con le otto squadre decise dal girone di andata, da giocare nel periodo natalizio, o a fine campionato, in una città che cambia ogni stagione. Sarebbe probabilmente molto più meritocratica di adesso e attirerebbe su di sé un attenzione diversa. Tanto da creare una final eight che coinvolga distintamente i campionati di Serie A, B e C.
Sarebbe una bella idea da copiare dal basket, altro che play off per il campionato, non ben voluti dai tifosi e con un grado di meritocrazia basso.

Ma, visto che attualmente abbiamo questo format, è sbagliato non dargli la giusta importanza e non onorare la competizione fino alla fine.
Tanto è vero che ieri è stata partita vera, al di là del risultato, visto che il Milan ha messo in campo l’abito più bello, facendo giocare la squadra titolare. Anche la Lazio è scesa in campo per vincere. Alla fine il risultato ha messo in risalto come il Milan sia in grado di giocare a proprio piacimento, facendo valere una buona condizione fisica e atletica, con alcuni giocatori che si esaltano giocando con spazi aperti come quelli concessi dalla Lazio. La tecnica individuale messa al servizio del collettivo dove il maggior beneficiario è stato Giroud, autore anche stavolta di una doppietta in pochi minuti.
Finalmente Oliviero viene servito come dovrebbe e, una volta che gli acciacchi lo hanno lasciato libero di giocare senza condizionamenti, ha potuto far valere la legge del bomber d’area. Oggi si parla della maledizione della nove che è stata finalmente cancellata, io credo che il problema più grande fosse chi indossasse quella maglia e/o come venivano assistiti coloro che la indossavano.

Tornando alla partita, c’erano tre condizioni essenziali ed imprescindibili per il Milan, visto l’impegno di domenica contro la Sampdoria che vale tanto quanto la partita contro la Lazio: il primo il fatto di risolverla a proprio favore senza arrivare ai supplementari. La squadra è scesa col piglio giusto di chi voleva portare subito a casa il risultato per gestirla senza patemi d’animo; il secondo evitare infortuni che sarebbero stati poi pagati nel proseguo del campionato; infine provare a dare riposo, in corso d’opera, a quei giocatori utilizzati maggiormente, dando minutaggio a chi rientrava da infortuni o a chi ha giocato poco.
Tutto è andato secondo copione ed ora la concentrazione è tutta rivolta alla sfida di campionato di domenica alle 12,30 che può regalare altri momenti di puro godimento.
Questa semifinale raggiunta è un premio e sono convinto che sia arrivato il momento per ritagliarsi uno spazio dove il Milan oltre a prendere i dovuti complimenti, possa raccogliere anche le prime soddisfazioni con un successo in una competizione.
La vittoria della Coppa Italia sarebbe una buona vitamina per andare avanti con entusiasmo e convinzione. Sarebbe cosa gradita per dare motivazioni extra ad un gruppo dove, eccetto poche eccezioni, la bacheca personale è povera di trofei.
Siamo in una fase dove nulla va lasciato al caso e tutto è utile per quel processo di crescita che tante volte abbiamo parlato e che ci porta a difendere l’operato della dirigenza.
La gara di ieri ha lasciato spazio al campo e non alle chiacchiere sui giornali che tanto piacciono, ma dopo un po' stancano. Parole che non trovano riscontro perché sono lontane anni luce da quello che veramente è accaduto, vedi l’intervista a Donnarumma, rafforzando la politica societaria, la quale ne esce bene sul campo della dialettica. Le parole di Massara valgono come un gol segnato e si spera possano metter fine a questa comica che va avanti da troppo tempo e dove quest’ultimo dirà chi ha avuto ragione nelle scelte effettuate.
Anche i discorsi di mercato, quello etichettato come “povero” da parte di molti per l’immobilismo nel mercato invernale, e quello sui rinnovi di chi è in scadenza di contratto come Romagnoli e Kessiè, hanno lasciato il passo alla vittoriosa settimana rossonera.
Il capitano rossonero ha disputato una buona partita, un suo preciso assist ha portato al gol del Milan, insieme a Kalulu hanno reso nullo l’attacco laziale. Dopo Morata, Lautaro ora è toccato ad Immobile esser bloccato dalla difesa rossonera.
Kessié, invece, sta diventando il nuovo tormentone di mercato. Una sorta di Donnarumma atto secondo. Come la bella di Torriglia: tutti lo vogliono e nessuno se lo piglia! Nel giro del mondo di questo fantamercato è stato associato a numerose squadre e alcune di esse, come il Barcellona, hanno fatto un passo indietro.
Sul tavolo l’offerta migliore resta quella del Milan, ma la mia convinzione è che il ragazzo andrà all’Inter o in una squadra che sottotraccia scoprirà in futuro le proprie carte.
Nonostante il gol del 4 a 0 la sua prestazione lascia qualche dubbio. Non faccio parte di coloro che vorrebbero tenerlo in panchina, visto il non rinnovo, perché sarebbe “taffaziano” e poco intelligente. Però, in alcuni momenti, dà l’impressione di un corpo estraneo al mondo Milan e non mi porta a gridare “Signori quello è il mio centrocampista”. Manca quell’entusiasmo che vedi invece in altri giocatori come Tonali, Diaz, Leao. Si spera possa dare un contributo importante per arrivare agli obiettivi prefissati, al di là di quelle che saranno le sue scelte rispettabilissime.
In questo momento il suo eventuale addio non porta a rimpianti, per via delle prestazioni offerte, anche perché il Milan ha fatto tutto il possibile per riconfermarlo.
La società va avanti con la politica delle idee incurante delle scelte impopolari. La stessa risposta di Massara, nei confronti di Gigio, va in quella direzione ed è un monito per tutti (giocatori, procuratori, tifosi).
C’è spazio solo per coloro che hanno voglia di dimostrare il proprio valore e crescere in questo club, con questo club, andando tutti nella stessa direzione.
Aver raggiunto la semifinale di Coppa Italia deve esser motivo per continuare nel percorso, dimostrando di essere quel Club vincente che tutti hanno conosciuto e ammirato e che ha ancora tante pagine da scrivere e condividere coi suoi tifosi.

L’ultima volta che fu derby in semifinale fu per qualcosa di veramente importante, sappiamo bene come andò a finire. Non sarebbe male se anche stavolta la storia si ripetesse.