È andata come doveva andare, Milan-Dinamo Zagabria, ed è andata molto bene. Tre punti, vittoria meritata, prestazione accettabile viste le numerose partite giocate nell’ultimo periodo, primo posto nel girone. Insomma, tutto ha girato dalla parte del Milan che ha lasciato il pallino in mano ai croati solo in occasione del gol subito. In quel momento la Dinamo ha provato a cambiare il corso della partita, ma la rete nel finale di Pobega ha chiuso definitivamente l’incontro, consegnando ai rossoneri tre punti importanti.
Una vittoria fondamentale, e ripeto meritata, che permette al Milan di presentarsi alla doppia sfida con il Chelsea in una posizione diversa e migliore da quella pronosticata ad inizio competizione. Fino a questo momento il cammino degli inglesi, che dovevano ritrovarsi a punteggio pieno ed invece hanno solo un punto, figlio del pareggio di ieri contro il Salisburgo, non è stato in linea alle attese ed il Milan può guardare al futuro con ottimismo e con la consapevolezza che ancora tanto deve essere fatto.

Ieri ha vinto giocando da Milan, fornendo una prestazione che ha esaltato le caratteristiche dei suoi interpreti, tra cui quella di Leao. Il Portoghese oramai è una certezza e le sue prestazioni continuano ad essere monitorare in tutta Europa, visto il ritardo nel rinnovare l’accordo con i rossoneri. In quel caso farebbe gola a coloro che potrebbero approfittare della situazione, portandolo via, a prezzo di saldo, lontano da Milano.
Le dichiarazioni di Maldini quando ha parlato dei rinnovi hanno fatto intendere che la volontà della società c’è, ma per rinnovare bisogna essere in due. È stato un chiaro tentativo di prendere la palla e buttarla nel campo di chi, in questo momento, non ha ancora accettato e tarda a prendere una decisione positiva.

Il Milan, nel frattempo, sa che il passare del tempo favorisce eventualmente il giocatore e meno la società. La quale, a fine mercato, aveva chiuso qualsiasi discorso relativo alla cessione del portoghese, non prendendo in considerazione offerte, probabilmente perché crede di avere ancora margine nella trattativa o perché i tempi erano troppo stretti per reinvestire su un giocatore capace di sostituirlo adeguatamente.
Sarebbe stato complicato e deleterio per la squadra che, nel frattempo, aveva già impostato la stagione sportiva. Discorso diverso, invece, se dovessi guardare al futuro. Nel malaugurato caso che non si dovesse giungere ad una fumata bianca nel breve periodo, crescerebbero le possibilità di una partenza di Leao a giugno 2023, a cifre comunque interessanti, perché a quel punto il Milan potrebbe aver individuato dove puntare per il futuro.
Sarebbe comunque un peccato! La partita di ieri ha dimostrato (nel caso ce ne fosse bisogno) dell’importanza del portoghese negli schemi rossoneri (al di là della sua crescita individuale che lo porta ad essere incisivo nelle sue giocate). Ed il Mister fa di tutto per esaltarne le qualità con mosse tattiche che gli permettono di trovare i giusti varchi dove far esplodere la sua forza e la sua tecnica.
Molte giocate sono in funzione di Rafael affinché i suoi cavalli possano essere messi in moto e far male alle difese avversarie. Ieri ha procurato il rigore che ha sbloccato la partita (gol di Giroud) ed ha fornito l’assist del 2 a 0 a Saelemakers, risultando decisivo con le sue giocate.
La situazione legata al suo rinnovo è un po' particolare. Nonostante la fiducia nella società, lo scudetto conquistato meritatamente e l’aver ridato lustro ai colori rossoneri, i tifosi non vorrebbero perdere (soprattutto a zero) l’ennesimo giocatore. Certo la storia insegna e racconta che coloro i quali hanno lasciato la maglia rossonera per inseguire altri obiettivi non hanno lo stesso sorriso di quando erano a Milanello. Questo dovrebbe far riflettere che forse non è così malvagio crescere ancora in un ambiente dove sei un leader e hai tutto quello che ti serve per rendere al meglio.

I tifosi vorrebbero sempre tenere i migliori ben consci che la società ed il Milan vengono prima di tutto. C’è la consapevolezza che il calcio moderno non ha spazio per i sentimentalismi ed è difficile pensare ad un Leao in maglia rossonera per tutto il suo percorso ma, non sbaglio nell’indicare che ancora un triennio in maglia rossonera possa essere utile sia per il giocatore che per la società. Il primo, ripeto, troverebbe l’ambiente giusto per continuare nella sua crescita esponenziale (lo stesso ambiente che lo ha difeso nei primi anni in rossonero quando le prestazioni erano insufficienti); la società avrebbe tutto il tempo di muoversi in anticipo, provando ad individuare quel giocatore che in futuro prenderebbe il suo posto. Allora sì che sarebbe un addio meno doloroso e senza patemi d’animo.
Anche perché il Milan ha di nuovo la “vetrina” della Champions (luogo dove i migliori vorrebbero sempre giocare) per mettere in mostra i suoi campioni e soprattutto il suo calcio. E l’impronta che i rossoneri vogliono dare è quella di essere “moderni” e capaci di provare a tenere i ritmi in una competizione dove nulla è scontato.

Se lo scorso anno il ritorno in Champions League era una sorta di noviziato, nonostante la storia dica che sia la casa del diavolo, e la difficoltà del girone nasceva dai sorteggi e dalla quarta fascia in cui il Milan partiva, quest’anno ci sono tutti i presupposti per provare a fare meglio, giocandosela a viso aperto e provando a ritagliarsi uno spazio, andando avanti il più possibile.
La partita di ieri conferma molte delle cose buone che vengono dette sul Milan e, dopo la pausa per le nazionali, la doppia sfida con il Chelsea ci dirà il livello di maturazione dei rossoneri nel rapportarsi a sfide di un certo livello in campo europeo.
Nel frattempo questo mercoledì è sceso in campo anche il Napoli, prossimo avversario dei rossoneri in campionato, nella gara spostata di un giorno per motivi di ordine pubblico (la salma della regina partiva dalla capitale della Scozia per l'Inghilterra proprio martedì, comportando l'assenza delle forze dell'ordine necessarie per gestire una partita).
La formazione di Spalletti ha vinto bene a Glasgow contro i Rangers, confermando quanto di buono fatto fino a questo momento sia in campionato che in Champions League. Dando vigore alla vittoria contro il Liverpool alla prima giornata e mantenendo il primo posto solitario nel girone.
Sia Milan che Napoli stanno rappresentando degnamente il calcio italiano, non solo per i risultati, ma perché questi avvengono grazie al gioco e non sono casuali. C’è un grande lavoro da parte degli allenatori che danno un’identità, provando a costruire un qualcosa che duri e dia una buona immagine del nostro calcio in Europa.

Domenica si affronteranno nonostante assenze importanti, quella di Leao da una parte e di Osimhen dall’altra, in una gara che sarà l’ultima di questo primo steep di campionato. Dove il Milan ha messo avanti le sue intenzioni di confermarsi campione e migliorare in ambito europeo; il Napoli nonostante la ricostruzione adoperata dalla proprietà è ripartito per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Per farlo occorre tempo, quello che il Milan si è concesso nel momento in cui Elliott ha preso in mano la società, ricostruendola sul piano aziendale e sportivo, e che ora Red Bird dovrà portare avanti con sostenibilità e lungimiranza, senza rincorrere a politiche lontane anni luce dalla nostra.
Perché virtuosismo e vittoria non sono in antitesi, ma possono viaggiare nella stessa direzione. Lo sa la società, lo sanno anche coloro che devono rinnovare.
Ed è per questo che sarebbe un vero peccato, perdere giocatori del valore di Leao, visto cosa ora è ritornato ad essere il Milan.