Il pareggio casalingo del Milan contro il Sassuolo può definirsi un risultato equo, perchè il calcio non ha nulla a che vedere con i tuffi o la ginnastica artistica, sport nei quali si premia la prestazione con il voto di una giuria. Nel calcio contano i gol e i rossoneri, pur non incassando reti, non ne hanno segnate. Ma a parte il risultato, le critiche post-partita non sembrano nè giuste nè opportune.

Per sintetizzare il match di ieri, i giocatori del Milan sono entrati in campo contratti, forse all'idea di doversi confermare di fronte all'esigente tifoseria rossonera, e non hanno disputato un gran primo tempo, pur segnando un gol annullato e creando occasioni. Nel secondo tempo si sono liberati di ogni remora e hanno provato in tutti i modi a sfondare, ma hanno sbagliato in maniera clamorosa ottime occasioni e il Sassuolo ha tenuto anche grazie all'aiuto dei legni. Gli emiliani hanno mostrato un dignitoso pressing alto in alcune fasi della partita, ma alla lunga non hanno potuto far altro che erigere un Fort Apache intorno al portiere Pegolo. L'arbitro Manganiello, dal canto suo, ha assunto un'irritante e inspiegabile aria di ostilità nei confronti dei rossoneri, finendo nel mirino dei tifosi, ma nei momenti decisivi ha preso decisioni corrette.

Detto ciò, ieri sera, tanto per sentire dei commenti, ho seguito 90° minuto e ho scoperto che il Milan è una squadra che ha un centrocampo inadeguato, indegno di quello delle formazioni che ne fecero la storia. Si tratta di un giudizio catastrofistico e in parte ingiusto, in quanto una squadra che crea tutte le occasioni prodotte dal Milan col Sassuolo deve avere un centrocampo all'altezza. Al limite è la fase conclusiva quella da rivedere. Tutti i commenti, in realtà, tradivano la solita ostilità, smaccatamente romano-centrica, dell'emittente di stato, le cui voci sembravano aspettare solo il primo episodio negativo per tirare un sospiro di sollievo e dire che... no, i rossoneri non possono risalire.

L'ambiente rossonero, per non farsi mancare nulla, sembra animato da convulsioni autolesionistiche, come se anche i tifosi e alcuni giornalisti dell'area rossonera non vedessero l'ora di dire che "E' tutto sbagliato tutto da rifare", giusto per usare le parole del compianto Gino Bartali. Ormai è in atto una gara a chi indica più giocatori del Milan da cacciare come paria e i nomi più gettonati sono, come sempre: Kessie, Suso, Paqueta e Piatek. Ora poi il beneamino di tutti e Leao, che contro la Lazio era stato eletto dalla tifoseria a oggetto misterioso. La voce pubblica invoca le 2 punte, ovviamente con Leao in campo, mentre altri puntano il dito contro il reparto d'attacco in generale.

Parlando di attacco, si materializza uno dei fantasmi che stanno infestando l'ambiente rossonero: Ibrahimovic. Lo svedese sta mettendo in atto le solite manfrine da primadonna della Scala e ciò sta irritando la società che non era poi così vogliosa di portarlo in rossonero, ma è stata spinta alla trattativa dalla pressione dell'opinione pubblica. Le vedove dello svedese, quelle che vivono nel passato sia pure glorioso, non si rassegnano al tramontare della trattativa e diffondono leggende strappalacrime, come quella che Ibra vorrebbe vestire la maglia rossonera, ma preso da verginali ritrosie, avrebbe paura di non essere all'altezza delle aspettative degli amati tifosi del Milan. Questa storiella da "Piccola fiammiferaia" o da "Piccolo vetraio" da "Heidi" o da dolce Remi piccolo come sei, si commenta da sola. Il sottoscritto ribadisce come la pensa: in questo Milan non stellare, Ibrahimovic sarebbe utile e farebbe figura, ma se non vuole venire, in quanto chiede troppi soldi o vuole giocare in coppa, quantomeno il sottoscritto se ne farà una ragione.

Il problema è che il Milan gioca un buon calcio, con buoni interpreti, creando occasioni e concedendone poche agli avversari. E a coloro che manderebbero via mezza squadra chiedo se hanno di meglio sottomano. Avete di meglio? Se la risposta è negativa, è inutile a star lì col libro di storia a fare confronti col passato. Andiamo avanti così e, se a gennaio si riuscisse a integrare la squadra con rinforzi validi, il Milan se ne avvantaggerebbe, altrimenti meglio confermare il gruppo che rimetterci soldi per indebolirsi. Proprio, anzi, perchè il Milan gioca un buon calcio, occorre proseguire e non sfasciare quanto di buono si è costruito, perchè la posizione di mezza classifica non è dovuta al pareggio di ieri, ma all'inizio indecente di questa stagione. Ora, cosa volete farci se non giocare e attendere la fine del campionato per tirare qualche somma?

Se un rimprovero può essere mosso, fino a un certo punto peraltro, a Pioli, è quello di credere poco nella staffetta fra Piatek e Leao. Ieri, infatti, il polacco non aveva brillato, ma aveva lavorato ai fianchi gli avversari che, all'ingresso di Leao, hanno rischiato di capitolare per 2 capolavori del ragazzo, di certo ancora acerbo, ma dotato. Forse l'ingresso di Leao doveva essere anticipato al quarto d'ora del secondo tempo, ma è evidente che Pioli a questa staffetta non crede e l'ingresso di Leao deve essere interpretato come un tentativo estemporaneo di smuovere le acque, più che come una scelta tattica. Forse, vista la giornata negativa, non sarebbe cambiato nulla ai fini del risultato, ma io continuo a suggerire a Pioli la soluzione tattica della staffetta Piatek-Leao. Ci pensi il tecnico rossonero.