Peteano, una frazione piccolissima del Comune di Sagrado in provincia di Gorizia, fuori dal mondo si direbbe oggi, a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, ieri Jugoslavia.
Il tempo passa e lascia il segno. Indelebile.
Come quello che si può vedere al KM 5 della strada che conduce verso Gorizia. Un piazzale, con un manto rosso, il verde delle piante, il bianco del marmo del monumento dedicato ai carabinieri. Sventola ai lati un tricolore, accanto ad un cartello che ricorda il piazzale del carabiniere.
Si racconta che in quel 31 maggio del 1972 la cinquecento bianca venne avvistata diverse ore prima dell'attentato. Passò forse inosservata perchè si pensava che potesse essere di qualche coppietta magari appartata. Quella cinquecento venne rubata ad un operaio a Gorizia. Volevano proprio quella. Due fori di proiettile, spararono da dentro verso l'esterno. Dovevano attirare l'attenzione. Fino a quando da Monfalcone, dal bar nazionale, situato in pieno centro nella città dei cantieri, non giunse una telefonata dall'accento tipicamente locale. Venne registrata quella telefonata, come tutte quelle che arrivavano ai carabinieri.
E le indagini si focalizzarono proprio su quella telefonata, non avevano altro al momento, anche se in prima battuta si pensava ai soliti comunisti, ai soliti anarchici, si facevano paralleli con il caso Calabresi o Feltrinelli, oppure si pensava ad un pazzo solitario se non alla criminalità comune.
Eppure sotto il naso c'erano diversi indizi che non si volevano vedere. Quel territorio rimase sconvolto, nessuno poteva mai immaginarsi che a due giorni dalla festa della Repubblica in quel posto sperduto si potesse realizzare un simile attentato contro lo Stato italiano uccidendo volutamente dei carabinieri per arrivare forse a realizzare un golpe in Italia.
In quella sera maledetta dove Antonio Ferraro, Donato Poveromo e Franco Dongiovanni persero la vita. L'esplosione fu devastante. Altri carabinieri rimasero feriti.

Ancora oggi si sa che non tutto è venuto alla luce pienamente, in quella pagina di storia che ha macchiato e sconvolto l'Italia che era concentrata in quella sera a tifare in gran parte per l'Inter di Mazzola, Boninsegna, Facchetti, Bordon, che vinse contro il Borussia Mönchengladbach, AEK Atene,Standard Liegi, Celtic prima di arrivare in quella notte che doveva rivelarsi magica.
Ma fu un disastro per l'Inter, dominata dall'Ajax, subendo due goal anche per errori imbarazzanti in difesa, da parte di quel fenomeno inarrestabile di Cruijff. Una notte maledetta, nera, per il calcio italiano e soprattutto per l'Italia e quelle famiglie spezzate dalla vile mano che decise di colpire al cuore lo Stato, uccidendo tre carabinieri che altro non facevano che il proprio lavoro.
50 anni, di storia, in parte rimossa, in parte ancora qui che attende ancora oggi piena verità e luce e giustizia.