Non condivido l'entusiasmo che, soprattutto nel mondo social, sta pervadendo il tifo rossonero per il Milan risanato (tanto per ricordarci dell'amica risanata di Foscolo, una rimembranza liceale).

I rossoneri avevano bisogno dei 3 punti per continuare a concorrere alla qualificazione in Champions. Li hanno presi ed è tutto ok, perché nessuna squadra storce il naso di fronte ai regali del calendario. La Samp ultima in classifica, già retrocessa e in odore di fallimento, era l'avversario giusto per ripartire dopo l'eliminazione dalla Champions. Altre volte sono stati gli avversari a spargere sacchi di sale sulle rovine di Cartagine, mentre ieri è toccato al Milan farlo su quelle della storica Sampierdarenese-Doria. Il calendario aveva donato al Milan una chance che andava colta al volo e il Diavolo, pure ammaccato e incerottato, lo ha fatto.

Il problema, però. è proprio che la Samp era... ultima in classifica, già retrocessa e in odore di fallimento. I blucerchiati, quindi, non si presentavano come un avversario attendibile e, all'atto pratico, non lo sono stati. Riguardate la partita e noterete che i genovesi non si sono chiusi, non hanno fatto pressing a centrocampo, non hanno randellato né hanno applicato tattiche ostruzionistiche, come invece avevano fatto Salernitana, Empoli, Cremonese e Spezia. Sono entrati in campo per giocare, terminare il prima possibile e andare a casa. Fra qualche giorno, i giocatori sampdoriani potrebbero ritrovarsi tutti svincolati. Può essere indicativo il commento di Dazn in occasione del quarto gol rossonero, quello confezionato da Tonali e finalizzato da Diaz, ovvero che ha ricordato un'azione da calcio virtuale. Era un evidente complimento alla pulizia dell'azione, molto bella peraltro. La dice lunga, tuttavia, sull'opposizione offerta dalla Sampdoria.

Per questo motivo, non credo che ci sia molto da dire sulla partita, se non parlare di una variante tattica che può interessare chi, come il sottoscritto, si diletta con queste cose. Pioli ha riproposto la formazione del derby di ritorno, ma Diaz non partiva da destra, bensì giocava seconda punta poco più indietro di Giroud. Dopo pochi secondi, lo abbiamo visto posizionato al centro proprio al posto del compagno, che aveva fatto un passo a sinistra con Leao che si accentrava. Lo abbiamo anche visto andare a destra, nello spazio che Messias aveva lasciato libero rimanendo arretrato. E lo abbiamo visto a sinistra, vicino al palo e anticipato dal difensore al momento di metterla dentro, ma anche crossare dalla mancina al posto di Leao. In occasione del quarto gol,  ha approfittato di un arretramento del centravanti per prenderne il posto e raccogliere l'assist di Tonali. Quando è rimasto qualche passo indietro, ha confesionato vari assist. Questa soluzione, visto che Diaz era incaricato solo di attaccare, ha svuotato il centrocampo come contro l'Inter, ma lo si può considerare un rischio calcolato nel contesto di ieri sera, data la differenza di livello e atteggiamento dell'avversario. Il problema è stato aver svuotato il centrocampo contro l'Inter, ma questa, purtroppo, è ormai acqua passata. Molto più interessante è stato il dopo-partita, nel corso quale Pioli si è scatenato e nessuno, compreso il sottoscritto, se lo aspettava. I bersagli, in tal senso, sono apparsi la dirigenza e la proprietà. E' stato uno sfogo netto e chiaro, anzi un ruggito, una sfida rabbiosaE a ben pensarci, è stato un errore aver trascurato la possibilità che il tecnico reagisse così. Finché si tratta delle critiche dei tifosi, un allenatore le può accettare, ma se dirigenza e proprietà si defilano nelle difficoltà, è un altro paio di maniche.

Cardinale aveva ringraziato i tifosi e la squadra, ignorando tanto la dirigenza quanto Pioli. La squadra è una cosa distinta dal tecnico, che infatti allena... la squadraMaldini aveva difeso il proprio lavoro sostenendo che dietro la campagna acquisti del Milan c'era la scelta precisa di puntare sui giovani, una linea pienamente condivisa dalla società. E il tecnico? Nessuna difesa del lavoro di Pioli né alcun chiarimento su come la pensasse il tecnico sugli acquisti, quasi fosse irrilevante il suo parere. Non solo, Maldini confermava unilateralmente De Ketalaere per il prossimo anno, in qualità di investimento giovane che andava atteso. Tutto questo ha fatto arrivare il sangue alla testa di questo signore di Parma, tanto in versione Jeckyll che Hyde, entrambi coinvolti.

Innanzitutto, Pioli ha ricordato che in attacco pretende giocatori forti, da Milan, facendo capire di non essere stato interpellato sulla campagna acquisti, ma obbligato a prendersi quello che gli hanno dato. E ha ricarato la dose quando ha parlato di De Ketalaere e ha risposto: valuteremo. Il sugo di tutta la storia (come avrebbe scritto il Manzoni, altra rimembranza scolastica) e che da ora in poi rifiuterà espressamemente ogni acquisto o rinnovo che non dovesse avere la sua approvazione.

Il sassolino nei confronti di Cardinale, meno clamoroso ma dissimulato da sassolino verso tutti, è che ci si dimentica presto di certe cose. Insomma, nel ringraziare la squadra, ci si poteva ricordare del ruolo che l'allenatore ha avuto nello Scudetto 2021-22 e nel conquistare una semifinale di Champions. A questo punto dobbiamo far notare al mister che la vittoria sulle sagome di cartone in maglia blucerchiata non era esattamente la sede più corretta per togliersi i sassolini dalle scarpe, ma sarebbe stato meglio che Pioli si sfogasse dopo un risultato positivo, anche un pari magari, a Torino contro la Juventus. Però nemo se detegere tenetur, nessuno è obbligato a farsi del male e, restando incerto l'esito della prossima partita, Pioli ha ritenuto che fosse meglio farsi valere subito.

Se mai, ci sarebbe da chiedersi come mai Pioli non si sia esposto un anno fa, però forse ci teneva troppo a fare la Champions e a non essere cacciato prima. Insomma, forse Pioli si è un po' venduto l'anima al Diavolo e ora il Diavolo passa all'incasso. In questi giorni, probabilmente, Pioli non si è fatto ingannare dalle classiche voci che filtrano sul suo non essere in discussione, ma ha preso atto degli atteggiamenti imbarazzanti della proprietà e della dirigenza. Allora ha giocato il tutto per tutto. Se dovesse restare dovranno accontentarlo, altrimenti potrà sempre dire di essere stato esonerato perché si è fatto valere. In settimana, Fabio Capello, non certo suo amico in conseguenza dei commenti televisivi, è stato a Milanello con Maldini e Massara. Forse è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Chi lo sa? Vedremo, perché è evidente che qualcosa bolle in pentola e, anche se rimanessero tutti al loro posto, qualcuno dovrebbe fare qualche passo indietro. Chi? Eh saperlo!

Anche lo spogliatoio non deve essere molto compatto o, comunque, il gradimento verso il tecnico non deve essere bulgaro. Per farsi un'idea di quali sono gli schieramenti, prenderei la squadra che ieri è partita titolare e vi aggiungerei Saelemaekers, forse con Ballo-Touré. Tutti o quasi gli altri devono essere, quantomeno, freddini nei confronti del tecnico e del gruppo di compagni fedelissimi al generale. Ieri, Kjaer potrebbe essere entrato soltanto per smentire le voci di attriti col tecnico e anche la posizione di Kalulu appare non chiara. Può succedere di tutto, ma l'importante è che non si perda il 5° posto che potrebbe garantire un accesso alla prossima Champions dalla porta di servizio, grazie ai guai altrui. Nulla di cui vantarsi, ma sempre meglio che un calcio nei denti. Cosa succederà nel prossimo turno contro la Juventus? Allegri sembra soffrire un po' il gioco di Pioli come Pioli sembra soffrire quello di Inzaghi, per cui un Milan decoroso, tipo quello visto contro la Lazio, potrebbe fare risultato, anche un pari, perché no? Vedremo.

Non fidatevi, tuttavia. delle voci che filtrano o trapelano, perché nessuno se ne assume la paternità e quindi la responsabilità. Occhio alla penna, signori! Occhio alla penna...