No. Il campionato è tutt’altro che chiuso. La classifica è corta, l’Inter ha un vantaggio minimo di sei punti dal Milan, ma è la Juventus che si deve guardare che in caso di vittoria con il Napoli sarebbe comunque a meno 7. L’Inter ha un calendario in discesa, con una salita finale ostica, Roma e Juventus consecutivamente e potrebbero essere quelle due partite straordinariamente fondamentali per l’assegnazione del secondo scudetto ai tempi del coronavirus. Sarà la Juventus costruita per vincere dieci scudetti consecutivamente e la Champions e puntare al triplete a fallire o sarà l’Inter a conseguire il mimino sindacale per una proprietà made in Cina pronta a mollare la società al migliore offerente?  Che il Milan non fosse da scudetto lo si sapeva, anche se è ancora lì e se la giocherà fino all’ultimo ed è comunque la bella sorpresa di questa stagione. Un campionato equilibrato, non è ancora il tempo delle sette sorelle, forse questo non tornerà più, non è bello da vedere, si gioca male, in un calcio dove l’unica cosa che conta è vincere e fare punti per evitare parabole alla Liverpool che stanno diventando oggetto di studio.

Ma ancora in ballo ci sono 36 punti. Son tanti. Sono quelli che ha conquistato ad oggi il Sassuolo che dovrà sfidare l’Inter e anche la Juventus, e chissà che non saranno proprio gli emiliani a sottrarre punti preziosi alle due pretendenti principali in corsa per vincere il campionato.
L’Inter ha un quarto di scudetto in tasca. Ma il resto è tutto da conquistare. Si ha la sensazione in casa interista che è bene fare di tutto vincerlo questo scudetto, sia per una questione di dolce sapore di vendetta del duetto Conte Marotta contro Agnelli e Nedved, sia perché dopo questo campionato in casa Inter si tremerà. Conte non è detto che continuerà più con il progetto nerazzurro, sarà questa forse l’ultima stagione, contratto o non contratto, l’Inter in questi tre anni ha avviato un processo di ristrutturazione importante, i lavori sono ancora in corso ma metaforicamente parlando è come se un colpo di bora buttasse giù le impalcature con i lavori a metà dell’opera. Sarebbe un disastro, quello che in casa nerazzurra temono visti i venti certamente non sereni che giungono dall’Oriente. Uno scudetto che sarebbe come una pillola di zucchero da mandare giù prima di intraprendere un percorso nell’ignoto che al momento non è né nero né azzurro, ma solo avvolto da una nebbia oscura.