Cen-to! Cen-to! Cen-to! No, non è il coro che si elevava nello studio di “Ok il prezzo è giusto”, condotto dall’Aquila di Ligonchio, al secolo Iva Zanicchi.
Cento, sono le candeline che ha spento il glorioso Campionato di Serie A. Il 26 Agosto 2001.
Un compleanno con 18 invitati. Tutti in possesso di regolare invito. I commensali, che sedevano al banchetto in quel giorno festivo, erano perlopiù degli abituè.
La Roma faceva da anfitrione, con il suo raggiante scudetto in bella mostra appena cucito sul proprio abito. Al party aveva portato con sé il talentuosissimo Antonio Cassano da Barivecchia, vero colpo di mercato in quell’estate. Batistuta & friends si presentarono in abito da sera quel giorno, e pensarono di stappare subito una bella bottiglia di Amarone.
Invece, l’Hellas Verona, non glielo permise. Cosi decisero di aprirla insieme e berne metà a testa. Come il punteggio della partita (1-1). “Aò, guarda chi se vede. Ciao cugini, e grazie per il triangolino tricolore”. Questo è quello che dissero i giallorossi appena videro che alla festa parteciparono anche i cugini della Lazio.
Patron Cragnotti, che ancora non sapeva di essere poi “CRACcato” (vicenda Cirio, ndr), decise di farsi accompagnare alla festa dal “buttafuori” Jaap Stam, per presentare a tutti il miglior centrocampista europeo del momento, nel caso a qualcuno venisse voglia di rubarlo: Gaizka Mendieta. Il presidente laziale, pur di arrivare alla festa per farsi ammirare da tutti ed essere guardato con invidia, non badò a spese. Che pagò a prezzo carissimo più avanti, purtroppo. Anche i biancocelesti, come i cugini, però, non si goderono appieno i festeggiamenti. Il guastafeste di giornata si chiama Piacenza. Che si presenta con un “bisonte” in attacco, pronto a caricare qualsiasi difesa gli si presenti contro. Darione Hubner! Sigarette e grappini sono la sua carica energetica.
Ingresso trionfante invece per la Madama. La Signora Juventus, viene accompagnata dall’uomo che negli ultimi anni non ha mai smesso di esserne innamorato: Marcello Lippi. L’amore tra i due è ritornato a sbocciare, dopo la brusca separazione di due anni prima. Dal nuovo e ritrovato matrimonio sono arrivati in dote tre splendidi ragazzi “d’oro”: Gigi Buffon, Lilian Thuram e Pavel Nedved. “Non si fa uno sgarbo ad una Signora”. Questo devono aver pensato i giocatori del Venezia, che da veri gentlemen la accompagnano a godersi lo spettacolo del pubblico del Delle Alpi, esultante per ben quattro volte.
Poi, nel salone del compleanno, entra un signore mai visto, dall’aria seriosa: “Esta la fiesta aquì?” chiede. “Si”, risposero tutti. Sull’invito cè scritto: senor Hector Cuper. Tutti lo osservano, pensando al duro compito che gli spetta: riportare l’Inter a vincere uno scudetto che ormai manca da ben 12 anni. Bobo Vieri, da vero guascone, sa come intrattenere gli ospiti. Due gol insieme al sierraleonese Mohamed “Mimmo” Kallon. Il simpatico e sorprendente Perugia di Serse Cosmi, venuto in pulman dall’Umbria, se ne va mestamente dal Meazza gettando l’invito nella spazzatura.
Poi, tutti si voltano. Arriva l’Imperatore turco, Fatih Terim. “Herkese günaydın!” (buongiorno a tutti). Rigorosamente accompagnato dal Cavaliere (nonchè in quel momento Presidente del Consiglio) Silvio Berlusconi. “Il Milan quest’anno tornerà a trionfare col bel giuoco. Abbiamo il sovrano e un supereroe.” Il riferimento è a SuperPippo Inzaghi. In quella giornata di festa però, si stava divertendo solo l’albanese Tare del Brescia. Due gol e tanta euforia fino alla fine del primo tempo. Nell’intervallo, sua maestà ordina ai suoi che la festa è per tutti e che ad un compleanno non ci si va per fare brutte figure. Detto fatto. I rossoneri rimontano e pareggiano i conti.
Tra gli ultimi invitati si scorgono i rossoblu del Bologna, che egoisticamente non dividono i regali con quelli dell’Atalanta, i pugliesi del Lecce, che invece non se la sentono di festeggiare da soli, e con un calice a testa fanno cin-cin con il Parma, e i friulani dell’Udinese, che di annoiarsi non ne hanno assolutamente voglia e coinvolgono i granata del Torino a rincorrersi con un bel 2-2. Infine, in mezzo a tanti ospiti illustri, cè ne uno che nessuno conosce. “Ma chi è quello?” “Cosa è venuto a fare qua?” “Ma come fa ad avere ottenuto l’invito?” “Altro che festa, gliela faremo noi durante l’anno ahahah”. Grasse risate, sguardi di indifferenza, questo era il clima che sentiva attorno a sè l’invitato chiamato Chievo. Già, perchè la squadra del quartiere di Verona, era la novità assoluta di quel secolare campionato. Un ospite inatteso, che, a detta di tutti, ma proprio tutti, sarebbe stato costretto ad abbandonare la festa già da quella domenica. Invece, chi si è divertito proprio come un matto, è mister Gigi Delneri. Quel centesimo compleanno, la serie A, non lo scorderà mai. Vittoria inaspettata contro la Fiorentina al “Franchi”. Inaspettata solo sul biglietto di invito. Perchè, il gioco offerto, è degno del miglior intrattenenitore del mondo.

Ieri, 26 agosto 2019, sono passati esattamente 18 anni. E si è conclusa proprio in serata la prima giornata del campionato 2019-2020. Le squadre sono due in più rispetto ad allora, e le partite non si sono giocate sotto il caldo torrido come all’epoca. “Fortunelli loro”, avranno pensato i protagonisti di quella afosa domenica del 2001, guardando alla tv i calciatori di adesso, che possono sbizzarrirsi ad orari più rinfrescanti. Allora non esisteva il “campionato spezzatino” e il “Monday Night”. C’era l’anticipo del sabato e il posticipo della domenica. Il resto delle compagini, a sgobbare sotto il sole cocente. I protagonisti di allora non corrono più dietro a un pallone. A parte un sopravissuto, che di smettere non ne ha assolutamente voglia, quando ormai molti suoi ex colleghi adesso si sbracciano incravattati dalla panchina o stanno dietro ad una scrivania per pianificare il mercato della propria squadra. L’eterno Peter Pan è Gigi Buffon. Quel 26 Agosto 2001, in campo era l’acquisto più oneroso della Serie A, e se lo accaparrò la Juve.
Oggi, dopo un anno a Parigi, lo ritroviamo ancora con la maglia bianconera. E proprio per affrontare il “suo” Parma. Non ci sono più Del Piero e Trezeguet davanti, ma una stella di assoluto valore come Cristiano Ronaldo, all’epoca un 16enne con qualche brufolo in più e tanta voglia di emergere. Di quelle squadre ritroviamo l’Inter, che ha asfaltato il Lecce (altro partecipante in quel campionato). Di sicuro, diciotto anni fa, sarebbe stato “agghiacciande” pensare che Antonio Conte, il capitano storico degli odiatissimi rivali bianconeri, si sarebbe accomodato sulla panchina di San Siro a esultare per i gol della squadra interista.
A queste, si aggiungono la Roma, per la prima volta senza la presenza in campo e fuori dei due “core de sta città” Francesco Totti e Daniele De Rossi. I giallorossi, quest’anno, parlano il portoghese, capitanati da Paulo Fonseca. In attacco l’interprete non serve, ma, forse, cè bisogno di una maggior traduzione della lingua, sopratutto in difesa, visti i tre gol subiti dal Genoa. I liguri rossoblu, in quel centesimo campionato, non figurarono tra gli invitati a quel compleanno. La società calcistica più antica della serie A, purtroppo, navigava malinconicamente nella serie cadetta. Ma ora, da parecchi anni, non conosce la parola retrocessione, anche se a volte è un po’ sadomaso. Anche gli aquilotti laziali ne fanno tre, ma al contrario degli odiati cugini, non ne subiscono neanche uno. Lontani sono proprio i tempi in cui la Lazio di Cragnotti spendeva fior di quattrini per un giocatore. Sotto l’oculata gestione Lotito, si sta confermando in panchina il talento di Simone Inzaghi, all’epoca giovane attaccante dei biancocelesti.
Vittima sacrificale di questa domenica è la Sampdoria. Come i cugini genoani, anch’essi nel 2001-2002, erano stati esclusi al centesimo compleanno, e navigavano mestamente nella serie inferiore. Troviamo poi il Cagliari, altra delusa che non se la spassava bene in serie B, e il Brescia. Le rondinelle, con ancora la luce negli occhi per le magie di Roby Baggio, sperano che Balotelli possa regalare, a distanza di anni, altrettante soddisfazioni ai tifosi. Intanto si godono il loro superbomber Donnarumma. L’altro Donnarumma, il portierone del Milan, che nel 2001 aveva appena cominciato a camminare con i suoi teneri 2 anni di vita, è un predestinato. Esordio in massima categoria a 16 anni. Tanti complimenti affiancati a feroci critiche. Queste ultime sono quelle che si sta attirando mister Giampaolo dopo la sconfitta di Udine (altra società che aveva regolare invito).
A Ferrara, nell’agosto 2001, l’entusiasmo che si respirava negli anni ‘60, era solo uno sbiadito ricordo. Diciotto anni dopo, la Spal, affronta da tre anni consecutivi il suo terzo campionato di serie A, e l’euforia sta toccando il picco massimo. Forse, ieri sera, un po’ meno, visto che sono stati stoppati dall’ormai solida e splendida realtà chiamata Atalanta. La società bergamasca sicuramente avrà conservato l’invito del centesimo compleanno della Serie A, ma mai avrebbe immaginato che nel 2019/2020 sarebbe approdata tra le grandi d’Europa. L’Hellas Verona, come all’epoca, bagna il suo esordio alla prima giornata, in casa, con un 1-1. Il bottino non viene spartito contro una grande squadra come accadde con la neoscudettata Roma di Capello. La posta viene divisa contro un buon Bologna (presente anch’egli nel 2001-2002), guidato da un grande condottiero chiamato Sinisa Mihajlovic. Uno che ha sempre dimostrato di essere un guerriero. Più forte della malattia che sta combattendo.

All’appello mancano ancora 4 squadre. La Fiorentina, che si stava preparando al naufragio societario in quel centesimo campionato, con il nuovo patron Commisso, vorrebbe rivivere i fasti dell’epoca Batistutiana. Il giovane Federico Chiesa, che all’epoca ammirava le gesta di papà Enrico proprio in maglia viola in quell’anno, è il presente e il futuro della viola e della nazionale. Sabato non ha segnato nel rocambolesco 3-4 contro il Napoli. Anche per i napoletani, al centesimo compleanno, non c’era posto. Infine, chiudiamo con le ultime due squadre. Una, storica, che ha vissuto l’epopea d’oro fino alla tragedia del 1949: Il Torino. Nel 2001 era presente all’happy birthday, anche se poi i problemi societari l’avrebbero fatti ripiombare in una crisi profonda.
E il Sassuolo. Tanti manco sapevano della loro esistenza nel panorama calcistico, in quel 26 Agosto. E invece ora, dopo 18 anni, è tra le navigate del campionato. Sperando non debba affrontare la crisi del settimo anno.