Forse se si fosse dedicato esclusivamente al calcio dove con il suo Milan ha dominato l'Europa per alcuni anni, probabilmente ci sarebbe stato poco da recriminare, oltre le questioni da tifosi.
Ma così non è stato. Berlusconi non si è mai accontentato. Voleva sempre primeggiare, dalla TV, all'edilizia, dall'editoria, alla politica.
Processato all'inverosimile, coinvolto in una infinità di procedimenti, ma solo una condanna, otto prescrizioni, 2 amnistie, tre assoluzioni,10 archiviazioni, ed alcuni procedimenti che andranno in estinzione.
Amico degli innominabili, Putin ed Erdogan, Trump e Orban, per citare i più recenti, è stato l'unico a governare per una legislatura intera ed è stato a capo del governo del peggior disastro in materia di diritti umani che si è consumato nell'Europa moderna, il G8 di Genova.

C'è chi lo ricorda come il presidente delle barzellette, chi come quello del Bunga Bunga, o Ruby nipote di Mubarak, non ha certamente fatto fare all'Italia figure bellissime, i sorrisi della Merkel e Sarkozy rimarranno indelebili, come alcuni gesti di Berlusconi, quel Kapò di Schulz all'abbronzato di Obama, ha fondato un periodo storico durato trent'anni, il berlusconismo con l'errore madornale delle opposizioni di aver incentrato l'opposizione sull'antiberlusconismo, spalancando così le porte all'estrema destra che oggi spadroneggia in Italia.

Non è mai stato un santo, ma sta passando l'immagine di un "diavolo milanista" per santo.
Stadi intitolati in tempo record, si proporranno strade, piazze, statue, monumenti, tre giorni di lutto nazionale e funerali di stato nel Paese che ha avuto un centinaio quasi di migranti morti sulle proprie coste e neanche un minuto di silenzio ha osato fare, salvo poi cercare per convenienza tappare il buco nei peggiori dei modi.

Questa è l'Italia di oggi, che ha rimosso gli ultimi trent'anni, che si è fatta travolgere dall'immagine di un "vecchietto" che si voleva erigere a padre della patria e addirittura mirava al Quirinale.
Ma la sua responsabilità politica è tutt'altro che da medaglia d'onore, il berlusconismo è stato politicamente una disgrazia per l'Italia. Prevalga pure la pietà umana, prevalga pure il sentimento di "perdono" e di sentimento umano, ma non si può dimenticare tutto ciò che è stato ed ha fatto, le zone grigie che non avranno mai luce e verità.
C'è da riflettere su quanto sta accadendo nell'onorare, esaltare, glorificare, eternizzare, l'immagine di un uomo che ha sempre detto di essersi fatto tutto da solo.
C'è da essere sconvolti per la rimozione che vi è stata, l'azzeramento, salvo pochissimi casi, del pensiero critico.

Il berlusconismo è finito il 12 giugno 2023. Come tutte le dittature, crollano quando si reggono solo sulla forza e l'immagine del suo "dio", del suo creatore.
Siamo il Paese più smemorato di sempre, siamo un Paese dopato di populismo, che va lì dove soffia il vento, questo è i DNA dell'Italia e di una buona parte degli italiani che vedranno in Berlusconi un mito, un santo, un eroe, il più perseguitato politico della storia dell'umanità, la vittima per eccellenza nel Paese che è abituato a stravolgere la realtà e le prospettive a proprio uso e consumo.