Ricordo le pubblicità di una volta, quelle in cui un certo numero di tecnici su 10 consigliavano un certo prodotto. Be', oggi 30 gennaio 2023, all'indomani del match che ha consacrato defintivamente alla storia il gioco ad minchiam del Milan, possiamo ben dire che 10 avversari su 10 consigliano Stefano Pioli per la panchina rossonera. Come potrebbero non fare altrimenti? Trovarne di allenatori simili che tarpano le ali alla propria squadra e la spingono nel baratro a calci!

E poi, diciamolo, le laudes pro Piolo degli avversari possono essere astutamente gabellate per un fiero e imparziale appello a "Come si fa a criticare un uomo che...". E' un tipo di atteggiamento che permette di assumere la posa di John Knox che tuona contro Maria Stuarda, se non di Nostro Signore che fustiga i mercanti nel Tempio.
Nel film, "Il profeta", Vittorio Gassman afferma che il prodotto nazionale italiano è la retorica. Si tratta di un prezioso strumento per raggiungere l'obiettivo di fare bella figura di fronte all'uditorio e nel contempo, se per esempio si è interisti, convincere il Milan a tenere il tecnico che lo sta portando alla rovina.
Chi ha letto "La Teoria dell'argomentazione" di Chaim Perelman, saprà che la retorica è una tecnica persuasiva come un'altra. Il suo utilizzo ci sta quindi, ma non bisogna farsi infinocchiare dai furbacchioni che la usano. Il sottoscritto non ci casca e va per la sua strada, perché è tifoso rossonero e ai suoi colori ci tiene.

In tutta questa storia, la gratitudine non c'entra. I milanisti non devono alcuna gratitudine a Pioli, che non è un benefattore, ma qualcuno che in 17 anni aveva collezionato esoneri e dimissioni. Si è ritrovato sulla panchina del Milan, profumatamente e regolarmente stipendiato. Ha raggiunto una qualificazione ai preliminari di Europa League, poi alla Champions e ha vinto uno scudetto, per cui si è meritato 2 rinnovi con ritocchi importanti dello stipendio. Ciò gli permetterà di guadagnare bene fino al 2025 o giù di lì, anche in caso di esonero. 
La società, quindi, lo ha ringraziato a sufficienza e, qualunque critica riceva o qualunque cosa succeda, non può lamentarsi.

Al Milan è stato messo in discussione Niels Liedholm, vincitore dello scudetto della stella. E' stato messo in discussione Arrigo Sacchi, vincitore di due Coppe dei Campioni e Intercontinentali consecutive. E' stato messo in discussione Fabio Capello, vincitore di una terna consecutiva di campionati e di una Coppa dei Campioni. Anche Zaccheroni aveva vinto un campionato inatteso e poi è stato sostituito. Cosa avrebbe fatto Pioli di speciale per essere esentato dalla critiche?
L'obiettivo del Milan è di essere quello che è stato per anni, una grande società, e nelle grandi società non ci sono amici. Ci sono professionisti sempre sotto esame e, a ben vedere, dopo aver perso 2-5 in casa contro un Sassuolo in crisi, un tecnico sarebbe sotto esame ovunque, anche a Barletta o a Vigevano.
Pioli (non un'entità astratta) ha schierato nuovamente il 4-2-3-1 che, nelle ultime partite, aveva dimostrato di lasciare la difesa in balia degli avversari. Non solo, ma in mancanza di Bennacer, ha schierato come secondo centrocampista basso Rade Krunic, una mezza ala con le caratteristiche di Chala, ma meno creativo del turco nerazzurro. Così facendo ha reso ancora più fragile uno schema che, già, da sempre, si regge sulla mancanza di vento e sulla perfezione della condizione fisica.
In occasione del 1° gol di Defrel, provate a fermare il fotogramma nel momento in cui Berardi riceve la palla. Il rapporto fra emiliani e rossoneri è di 3-2 ed è in questo momento che il Sassuolo ha gli attributi virili dei rossoneri nelle sue mani. Gli altri milanisti arrivano da chi sa dove come frecce, ma non hanno tempo di posizionarsi in maniera da organizzare una difesa efficiente. Sono come i neutrini, che attraversano la materia e ne sono attraversati, per cui sono solo i 2 originari che si ritrovano col peso degli avversari sulla groppa e il gol del Sassuolo può ben dirsi siglato in virtuale superiorità numerica. 
Nel caso del secondo gol, ci sono 4 Sassolesi a centrocampo contro il solo Tonali e ciò costringe Theo e Gabbia ad avanzare rendendo il quartetto difensivo del Milan una scaletta, con Calabria e Kalulu un gradino più in basso.
In un'orgia di integralismo, che sarebbe eufemistico definire miope, Pioli si è limitato a cambiare i giocatori, convinto che il modulo fosse perfetto. Anzi, convinto che andasse reso ancora più spavaldo, ha sostituito Rebic con Origi e De Ketalaere, un incursore che ogni tanto rientrava, con Leao.
E quando, sul punteggio di 1-4, inseriva il più dinamico Saelemaekers al posto del leggero Messias, l'ingresso di Pobega avveniva comunque a spese di un altro centrocampista.
Se è vero che natura abhorret vacuum, che la natura odia il vuoto, Pioli ama questo vuoto, specie a centrocampo in interdizione. Lo adora, perché ama lo spettacolo, anche se sono gli avversari a darlo mentre prendono a pedate la sua squadra. 
Sul secondo gol, Tatarusanu ha commesso lo stesso errore sul proprio palo che commise sul secondo gol del Chelsea a San Siro in Champions. Ma se questo portiere ha dei limiti, non sarebbe stato bene coprire la squadra fino al rientro di Maignan?
Il signor Pioli crede davvero al "Dai dai ragazzo, che se ti impegni ce la fai?" la barzelletta  dei Karate Kid e dei ragazzi dal kimono d'oro? Se il livello di Tata è quello, copri la difesa e fa arrivare meno al tiro gli avversari, no?
E poi vorrei far notare a chi critica i nuovi, che il povero Origi non ha il problema di essere scarso, semmai il problema di infortunarsi spesso e non riuscire a entrare in forma. Ma i 2 gol fatti finora, quello di ieri e quello contro il Monza, sono stati di grandissima fattura, degni di chi sa giocare a football. Sono stati siglati entrambi, oltretutto, quando giocava faccia alla porta e non spalle alla rete come Giroud. Per fare il centravanti alla Giroud, bisogna avere la schiena morbida come il francese e come la aveva anche Pruzzo. Non tutti hanno questa dote. Origi ne ha altre.
E poi chi è il responsabile dello staff dei preparatori atletici cui si potrebbe chiedere conto di tanti infortuni? Zardoronz?
Ed è un caso che la Lazio di Sarri sia stata bloccata da una Fiorentina, certo buona, ma ma non una squadra di fenomeni? E cosa diciamo dell'Inter sconfitta in casa dall'Empoli? Come mai Sarri e Dionisi, dopo le eclatanti vittorie, sono sembrati quasi increduli e, in un certo senso, hanno gettato acqua sul fuoco?
In realtà, è possibile che nel prossimo derby succeda di tutto, magari perché il polythropos anthropos Pioli, l'uomo dal multiforme ingegno di cui cantava Omero, apporti delle correzioni alla tattica nella disperazione del momento. A mio avviso le gambe dei giocatori potrebbero esserci e il crollo potrebbe arrestarsi al derby. Ma questo mese di scelte ostinate sul 4-2-3-1 ha già in gran parte rovinato la stagione e, prima o poi, il nostro amato mister inizierebbe a riproporre il solito schema, convinto di dimostrare che aveva ragione.

Viene comunque il sospetto che al Milan si sia creato l'equilibrio di Nash, quella situazione di stallo della teoria dei giochi da cui non è possibile uscire, in quanto nessuno dei giocatori ha convenienza a effettuare una mossa, perché peggiorerebbe la propria posizione.
Pioli, in sostanza, attende di essere esonerato, per mettersi in tasca le prebende garantite fino al 2025. La società, a sua volta, non lo esonera per non pagargli le suddette prebende e spera in dimissioni che non arriveranno mai.
Del resto, non ci sono abili ed esperti traghettatori in giro, per cui il Milan può solo andare avanti alla mercé dei capricci del tecnico, augurandosi che decida di correggere i propri errori.
Da questo punto di vista, sono pessimista.