Il Milan vince a Verona, risponde all'Inter e si riprende la testa della classifica, con quei due importantissimi punti di vantaggi, che a due giornate dalla fine garantiscono, con certezza matematica, che facendo quattro punti lo scudetto sarebbe cucito sulle maglie rossonere.

E' un Milan in salute quello che abbiamo ammirato a Verona. La squadra sta bene, nelle gambe, ma ancora di più, nella mente e ciò non è per nulla trascurabile. Come da mia abitudine, più che commentare la partita, cosa che troverete facilmente e in modo dettagliato in altri scritti, cerco considerazioni, analisi o episodi, che possano rendermi "unico", proprio per fornire punti di veduta diversi e originali. Allora partirei da Mister Pioli. Sono stato fin dai primi giorni, quelli famosi per lo slogan: "Pioliout", un suo sostenitore. Credo fermamente nella crescita di ogni singolo sportivo e  dopo l'esperienza di Firenze, con tutte le difficoltà da gestire e affrontare, per il dramma di Astori, ero certo che avrebbe saputo dare il massimo. Ho alzato barricate contro l'arrivo di Rangnick, di cui ora a Manchester, sponda United, vediamo il reale valore, anche se a dire il vero, le mie certezze, propria in questa stagione hanno traballato. Nella volata finale per lo scudetto la sfida fra Spalletti, Inzaghi e Pioli, non lasciava alcuna possibilità di successo al Nostro Allenatore. Viceversa Spalletti è già fuori dai giochi, non è solo colpa sua, sia ben chiaro, a Napoli ha vinto solo Maradona, chi fosse seduto in panchina non se lo ricorda nessuno, credo Bianchi e Bigon, ma non vado neppure a controllare. Sta di fatto che Spalletti, nel suo tentativo di "paraculare" tutti, spesso riuscendoci, rischia di trasmettere anche allo spogliatoio lo stesso atteggiamento, perdendo partite già vinte, o peggio, impossibili da perdere. Non so se De Laurentis vorrà riconfermarlo, magari la qualificazione Champions è un obbiettivo sufficiente, ma dubito che sia l'allenatore/agricoltore (visto che ha rinunciato al Milan, per non perdere la buonuscita dall'Inter e seguire la sua tenuta agricola) a poter riportare il tricolore a Napoli.

Nella sfida a due, fra Simone Inzaghi e Stefano Pioli, possono entrambi risultare vincenti e me lo auguro. L'Interista attraverso la Coppa Italia e il Milanista con  la vittoria più bella e importante. Accennavo ai dubbi che stavano prendendo forma. Questo calcio/basket che il Nostro Allenatore sta proponendo a tutto campo, adattando gli schemi tanto amati da Dan Petterson, Messina o altri "santoni" del parquet, poteva essere troppo dispendioso e logorante, o peggio, non assimilato dalla squadra, creando confusione. Ciò non è successo e si è trasformata in una piacevolissima sorpresa, con un gioco sempre vario e imprevedibile e con giocatori sempre diversi ad esserne protagonisti. Comunque vada a finire a due giornate dalla conclusione la squadra rossonera ha un punto in più rispetto a quelli ottenuti nell'intera stagione passata, oltre alla certezza di essere piazzata fra i primi due posti. Logico che giunti a questo punto arrivare secondi sarebbe un "dramma sportivo", ma solo pensando agli infortuni, numerosissimi, alla perdita di Kjaer, alle degenze lunghissime di Maignan, Rebic, Romagnoli, Ibra e Florenzi, agli errori di arbitri e Var, per nulla irrilevanti e quasi impossibili da giustificare, ecco che questo primo posto, conquistato con una squadra di ragazzi, guardando più al bilancio che alla classifica, ha un valore talmente grande che non serve essere milanisti per capirlo.

Verona. Da Veneto, quale sono, essendo nato a Mestre, città che non fa Comune solo per interessi politici, ho un rapporto di amore e odio per la città Scaligera, tanto cara a Sheaspeare. Sportivamente parlando simpatizzo per tutte le formazioni della nostra splendida regione, logicamente tranne che per il Calcio VeneziaMestre, obrobria invenzione del Presidente Zamparini, che spogliò la terraferma della sua splendida realtà Arancione, ora nuovamente viva.

Ma torniamo alla squadra della città di Romeo e Giulietta. Per anni ho gioito a vederli in Serie B, troppo grande il dolore per la "Fatal Verona", l'unica e inimitabile, quella del 20 Maggio 1973, che nulla ha da spartire con la partita del 22 Aprile 1990, anche se le formazioni erano le medesime ed ero presente al Bentegodi, con gli ultras del Verona a lanciare sassi sui tifosi milanisti.  Eppure, nonostante lo sgarbo fatto ai vincitori di Salonicco, privandoli di uno scudetto che i ragazzi del Paron Rocco, meritavano nettamente,  avevo gioito ugualmente, il 12 maggio 1985, quando grazie al pareggio sul campo dell'Atalanta, la squadra allenata da un "monumentale" Osvaldo Bagnoli, ai miei occhi così simile a Nereo, conquistava l'unico scudetto della sua storia, un'impresa raggiunta dalla squadra 'operaia' rimasta nel cuore di molti. Poi, come scritto, fu solo Lo Bello figlio, arbitro dal nome famoso, ma non certo per le direzioni, a ripetere il fatto di privare il Milan dello scudetto, ma più del Verona e del suo "ignobile arbitraggio", furono ben altre opzioni a indirizzare il tricolore a Napoli. Furonoo una monetina e gli interessi mafiosi sullle scommesse illecite. Perchè, vedete, in un mondo che diventa sempre più frenetico, chi vive ancora il calcio, come me, con passione, ricordi ed emozioni, sapendo apprezzare le gesta dei Campioni, presenti e passati, avrà sempre negli occhi il coast to coast di George Whea, il gol di testa di Sheva, Galderisi, braccia al cielo o Sotomaior, noto solo per quel gol al Milan, che non salvò il Verona dalla serie B, ma di "Fatal Verona", non si possono creare repliche. Solo quella domenica Milan, Juventus e Lazio, furono così vicine. Solo il Milan aveva vinto la Coppe delle Coppe, il mercoledì a Salonicco, contro il Leeds, grazie al gol di Chiarugi, solo la Lazio, in vantaggio a Napoli stava vincendo lo scudetto e questo alla Roma, ai suoi tifosi e alla Dirigenza giallorossa, non faceva certo piacere e sapete con chi era in vantaggio per uno a zero ? Con la squadra bianconera di Torino. Josè Altafini, campione immortale, così diverso, ma ugualmente forte al nostro Ibra, segnò il pareggio e poi fu, Cuccureddu. Le lacrime di Verona, anche della moglie del Presidente dell'Hellas, oltre a quelle di giocatori e tifosi rossoneri, non erano per la sconfitta subita in campo per 5 a 3, ma per l'ingiustizia subita, il non aver rinviato quell'incontro. Il Milan era Campione in Europa, ma veniva sconfitto e penalizzato in Italia. Era il 1973, ma la storia del Milan era già ben delineata.

Atalanta. Sarà il prossimo avversario. Probabilmente il passaggio determinante per riuscire ad arrivare primi al traguardo finale. Una squadra forte, allenata benissimo da Mister Gasperini, oltretutto in corsa per conquistare una qualificazione Europea fin troppo importante. Dire Atalanta implica di tornare indietro di oltre due anni, a quella vigilia di Natale dove probabilmente, la squadra allenata da Mister Pioli, toccò il punto più basso, subendo un umiliante 5 a 0. Da quella sconfitta si è saputo imparare molto e ha preso forma la squadra che oggi stiamo ammirando. La vittoria a Bergamo dell'andata per 3 a 2, probabilmente è stata la più bella partita giocata dal Milan in questa stagione. Superfluo affrontare qualsiasi tipo di pronostico, le uniche certezze sono sempre le stesse : l'impegno dei giocatori e San Siro stracolmo di tifosi rossoneri, festanti. Da "vecchio tifoso" penso spesso al risultato del 15 Ottobre del 1972, anche perchè non accade spesso di vedere dodici gol segnati nella stessa partita. Finì 9 a 3 per il Milan, con questi marcatori : 1-0 Prati al 15′ , 2-0 Bigon al 30′:  2-1  Divina al 33'. 3-1 Rivera al 35'.4-1 Romeo Benetti al 40′: Nel secondo tempo : 5-1  Chiarugi 52'. 6-1 Rivera .6-2 Ghio .7-2 Prati, 8-2 Albertino Bigon 8-3 Carelli al 39′  9-3 Pierino Prati al 89′. Nessuno segnalò che il Milan aveva esagerato, oppure che avrebbe dovuto fermarsi, frasi oggi abituali. Fu divertimento puro, complice certamente la difesa bergamasca, ma il Milan aveva fior fior di giocatori, li stessi che avrebbero poi pianto a Verona. Come vedete sono sempre i ricordi ad intrecciarsi con il presente e domenica ci auguriamo si possa chiudere un primo cerchio.

Ancora due partite, da affrontare una alla volta, dando il massimo, aspirando alla vittoria più bella, quella da aggiungere a molte altre. Verona è già alle spalle, ma il nostro archivio, di emozioni e ricordi, è sempre in aggiornamento e a ben guardare non ci servono solo le vittorie, per essere felici. FORZA MILAN