Non siamo al tempo di calciopoli, ma il clima è proprio quello di calciopoli, se non peggio.  Il comunicato del più giovane presidente delle storia dell'Inter, il cinese Zhang, all'inizio si stentava a credere che fosse vero. Si pensava ad un fake. Parole così da un presidente di una società come l'Inter non si erano mai sentite. Ma Zhang è figlio di questa generazione senza peli sulla lingua e quando le cose deve dirle, le dice. Salta ogni mediazione. Inutile girarci attorno, quanto accaduto sulla questione dell'Inter e rinvio delle partite, ha danneggiato l'Inter, ha favorito la Lazio, non ha danneggiato la Juventus.
Ma il problema non è neanche questo. E' il modo in cui si sta gestendo la questione del coronavirus ed il mondo del calcio. Giocano le partite delle serie minori, non giocano quelle maggiori, non si capisce che criteri si stiano usando, quale logica. Bastava fare una cosa uguale per tutti e avrebbe messo tutti a zittire. Giocare a porte chiuse. Stop. Si tutelava la salute, si garantiva la regolarità del campionato e non sarebbe scoppiato alcun caso. Veramente vogliamo credere alla storiella che si sarebbe fatto un danno all'immagine del Paese giocando a porte chiuse il derby d'Italia? Non diciamo baggianate. l'Italia è al terzo posto nel mondo per contagi, è già stata isolata, nascondere la polvere sotto il tappeto non sarebbe servito a nulla.

E qui scatta la logica di andreottiana memoria, a pensar male a volte si indovina. Le parole usate dal presidente dell'Inter sono durissime, pensanti, ha definito come pagliaccio  il presidente della lega calcio. L'attenuante è data dalla preoccupazione della tutela della salute, dello staff, dei cittadini. Il campionato oramai è stato falsato. Non c'è niente da fare. Questa tossina non la toglierà più nessuno. Comunque, nonostante la durezza delle parole io sto con Zhang, perchè ha preso di mira un sistema incapace di gestire con criteri oggettivi e neutrali ed in modo uguale per tutti una situazione tutt'altro che ingestibile. E bisogna chiedersi perchè ciò è successo.