Ero ad Udine, nella bellissima arena del Friuli, dove il calcio è di casa, dove l'Udinese da quasi trent'anni consecutivi mantiene la massima categoria, con alti e bassi, ma è sempre lì e dove ora in modo sorprendente contro ogni pronostico immaginabile assapora la vetta della classifica.
I friuliani non soffrono di vertigini, sono realisti, sono gran lavoratori, stanno con i piedi per terra, ma sanno bene i fatti loro. Nulla è figlio del caso dalle parti di Udine. L'Udinese viene fuori da un periodo sicuramente non stupefacente, negli ultimi campionati ha conquistato la salvezza con fatica, ha scommesso su dei secondi diventati primi, ha puntato sempre sugli stranieri, diventando forse la più internazionale delle internazionali squadre della SerieA e nonostante qualche recriminazioni da alcuni tifosi non grati, che accusavano i Pozzo, tra le famiglie proprietarie di una squadra di calcio di SerieA tra le più longeve, di pensare più al calcio inglese che a quello italiano, ora ecco l'Udinese essere lì, e strapazzare meritatamente una squadra come l'Inter, con la bellezza di 500 milioni di euro in campo di differenza. Perchè, signori, i soldi contano. E pesano. Solo che l'Inter è dal pre-stagione che sta giocando male, non si capisce il gioco dell'Inter quale sia e ad Udine ha toccato il momento più basso degli ultimi mesi.
Contro questa Udinese avrebbe perso chiunque tra le squadre italiane, in questo momento il Friuli è una fortezza difficile da espugnare, ma riconosciuti i meriti all'Udinese, va detto che l'Inter ci ha messo del suo in modo enorme. Già dopo tre minuti l'Udinese stava andando a segno, poi arriva un capolavoro balistico di Barella, ma finisce lì il primo tempo dell'Inter. L'Udinese ha giocato a calcio, facendo pressing, cercando la palla, con velocità e cattiveria agonistica. L'Inter poteva fermare i giocatori friuliani solo facendo dei falli, cosa che ha comportato la sostituzione record dopo 30 minuti di due interisti, con la furia Bastoni che non è passata inosservata.
Nel secondo tempo l'Inter è entrata in campo decisa, Handanovic ha lasciato lo spogliatoio prima di tutti, una decina di minuti quasi prima dell'inizio del secondo tempo. Applaudito, sempre, dagli udinesi. Ma la rinascita dell'Inter è durata dieci minuti, poi l'Udinese ha ripreso in mano la partita, vincendo meritatamente con un risultato che se fosse stato anche più alto non avrebbe stupito nessuno. L'Inter è senza alcuna visione di gioco. Il tempo di Inzaghi è finito. Quello dell'Udinese è appena iniziato. Si è sbagliato a confermarlo, la fortuna dei nerazzurri è che la classifica è realmente corta, e ancora possono recuperare.

L'Udinese farà il suo campionato, lotterà per stupire, ora arriva il difficile, dovranno saper gestire la pressione di essere lì, in alto, un campionato che si è abbassato di livello, mentre quello dei friuliani si è alzato, e dunque non deve sorprendere se dovesse diventare la nuova Atalanta dei prossimi anni.
Vedremo, ma una cosa è certa, in questo 18 settembre s'è stata la svolta di Udine. Con l'Udinese che vola, e l'Inter che non può più perdere tempo e deve decidere con chi continuare questa avventura per evitare di buttare all'aria una stagione nata per vincere e rischia di diventare catastrofica.