Amore, scrivo questa lettera per dare voce al mio immenso sentimento per te, un vero amore che vince la distanza, anche quando chilometri e chilometri  di mare e terra ci dividono, in quell'unico giorno della settimana in cui possiamo vederci alla luce del sole o magari davanti al sorriso della luna.
Molti sostengono che la parola amore sia una specie di dogma, un principio sul quale non c'è discussione che tenga e magari per come la vedono loro, io sono solo un fanatico pazzo, come quei tifosi che pensano solo a far casino per le strade, seminando il panico tra la gente.

Ma io faccio parte di un'altra categoria, di quella che ama nel proprio silenzio, rimanendo sempre lì, davanti a quello schermo, senza poter fare nulla per spingerti verso la vittoria. Si può solo sperare, che in quei lunghissimi 90 minuti, tu riesca a mettere la palla dentro e a vincere quella partita, sentendosi come un'onda piena di intermittenze, che oscilla su e giù, per un palo colpito, un rigore sbagliato o un contropiede subito.

Sono ancora giovane, è da circa 10 anni che seguo appassionatamente le tue avventure, che sono diventate anche le mie, per le emozioni, che mi trasmetti sempre, anche nei momenti che sembrerebbero più piatti, nel bene e nel male, nella gioia e nella sofferenza. Perché tu mi hai insegnato che nella vita non c'è nulla di certo, se non che ad un certo punto la partita finisce; ti ho visto ribaltare l'impossibile, come capovolgere alla reverse uno tsunami giapponese, così come affondare in una pozzanghera del mio quartiere di periferia.

Ho sognato di salire in alto con te, tanto da poter toccare anche le nuvole, e nonostante lo scetticismo di molti tu hai reso realtà questo sogno, in quel 22 maggio di 8 anni fa nel giorno del mio undicesimo compleanno, nel quale mi hai regalato quella coppa leggendaria, la cosidetta "dalle Grandi Orecchie", che incanta anche solo chi la osserva.

Da quel giorno però le cose sono cambiate: ti ho vista precipitare sempre più in basso, come una sagoma che si getta dalla cima di un grattacielo, senza nemmeno un paracadute sulle spalle. Anno dopo anno ho sempre sperato, e continuo tutt'ora a farlo di rivederti lassù, in mezzo a quel firmamento di stelle che si stagliano su un cielo meraviglioso, senza nuvole, perché quelle nessuno le nota, in uno splendore di tale luminosità.

Ma non voglio accusarti di avermi deluso e nemmeno elencarti tutte quelle volte in cui ho avuto le lacrime agli occhi in questo campionato in cui ci collochiamo nella mediocrità, perché l'amore, quello vero, non potrà mai spegnersi per una sconfitta, come una candela che non si esaurisce mai.

Vorrei soltanto rivolgerti una richiesta, in questa settimana in cui l'aria che si respira sa di pura competizione: combatti, metticela tutta, non lasciare in campo nessuna promessa di poter fare di più, nessun rimpianto, nessun rimorso, dai tutto ciò che hai, come se fosse quella finale di 8 anni fa.
Perché non è importante ciò che sarà scritto su quel tabellone a San Siro, non sarà importante se loro saranno più forti e ci batteranno, l'importante sarà correre, sudare, lottare su ogni pallone, minuto per minuto, come si potessero aprire le porte dell'anima, liberando tutta la passione che da sempre la tua storia vanta di avere.

Smettiamola di vivere nelle possibilità mancate solo perché non sfruttate e iniziamo ad imboccare una strada di sincero impegno, tutti per la stessa ragione, per lo stesso amore che ci unisce...
amala.