Molti di noi sono della generazione del Mondiale anni '80, altri, i più giovani, mondiale 2006.
I più anziani hanno vissuto anche i mondiali anni '30, vecchie generazioni si ricorderanno di quanto successo sessant'anni or sono, ed un viaggio nel tempo, un ritorno al passato, ci sbatte in faccia una vecchia realtà. Fuori dal Mondiale.

Una cosa incomprensibile per i più giovani che non hanno mai vissuto un'esperienza del genere. Vi immaginate una città come Roma senza Colosseo? Parigi senza la sua torre Eiffel?
Inimmaginabile. Eppure anche un Mondiale senza Italia era inimmaginabile, ma è successo. Un disastro di proporzioni enormi, ancora non compreso e ci vorranno decenni per metabolizzarlo. Quelli che nasceranno in questo periodo verranno ricordati come quelli nati con l'Italia sbattuta fuori dal Mondiale.

Punizione esemplare, forse meritata, ma che meritava anche il nostro Paese? Un Paese in estrema difficoltà? Se questo male serve per una cura profonda, radicale, anche sociale, allora questa batosta storica dovrà essere una vera e propria opportunità.
I poteri forti che hanno determinato questa catastrofe si terranno stretta la poltrona, non la cederanno.
Bisognerà prenderli a calci nel sedere. Non ci sono più alibi. E se non lo farà il sistema lo faranno i tifosi, gli italiani, i giocatori. Ci prenderanno in giro per anni. Battuti dal calcio modello Ikea. Semplice, banale, brutta copia del catenaccio all'italiana, ma ha funzionato alla perfezione.
Se in 180 minuti riesci solo a produrre un misero autogol, significa che non sei degno di andare al Mondiale.

Noi siamo quelli che per la prima volta vivremo un Mondiale senza Italia. Per chi tifare? Ognuno si sceglierà la sua squadra. O semplicemente non seguirà il Mondiale. Ma è difficile da digerire una simile sberla. E nessun perdono è contemplato.
Barzagli e De Rossi e Buffon chiuderanno nei peggiori dei modi la loro carriera in Nazionale.
Dei "vecchi" resisterà forse solo Chiellini per un paio d'anni, ma non conoscerà il prossimo Mondiale, se mai ci ritorneremo presto.

E' anche finito il tempo dei senatori del calcio.