Quanto accaduto in quella cornice che doveva accogliere tifosi, giocatori, ed un pallone di calcio, e diventato invece un perfetto quadro horror della nostra società, ha scosso apparentemente tante coscienze. Usata, per l'ennesima volta, Anna Frank per denigrare la tifoseria avversaria ed uccidere per l'ennesima volta una bambina che con la sua storia ha sconvolto il mondo.

Ma non tutti. Tanti non conoscevano quel diario, altri lo hanno riletto in virtù di quelle oscenità che hanno trovato dimora nel nostro calcio. Una ragazza dal carattere tosto, ribelle, sognatrice, curiosa e bisessuale, una ragazza dal rapporto conflittuale con la madre e che ha vissuto con la sua famiglia per lungo tempo il nascondiglio patendo fame e ogni altra cosa non immaginabile per noi altri, per poi essere tradita, deportata e morire di tifo nel campo di concentramento.
Un diario che ti entra dentro, una storia che ti cattura. Ma non possiamo dire di essere tutti Anna Frank. Perché non lo siamo. Sarebbe una falsità, mentiremmo a noi stessi per lustrarci il sorriso dell'ipocrisia innanzi a qualche specchio e dirci quanto siamo belli e buoni.

In questo tempo in Italia accadono cose ad effetto domino di una potenzialità distruttiva enorme. Si riabilitano fascisti, si ricevono nelle istituzioni rappresentanti di chi ha collaborato con i nazisti, si effettuano concerti nazisfascisti, si legittimano forze politiche fasciste, si tollerano oscenità di ogni tipo, a partire dal razzismo, mai contrastato con durezza a partire dal nostro calcio, dove gli episodi di denuncia sono una enormità ignorata dai più.

Non siamo tutti Anna Frank, perché se lo fossimo oggi non commenteremmo o non ci sconvolgeremmo per quelle nefandezze e porcate che hanno trovato spazio e legittimazione nel corso del tempo, semplicemente perché non esisterebbero più, a partire dal calcio, dove tifosi nazifascisti, simboli nazifascisti, modalità delinquenziali e comportamenti razzisti ispirati a quelle ideologie marce che hanno terrorizzato il '900 e tradito l'Italia, non sono mai stati contrastati, repressi e puniti a dovere.

Vengono spesso minimizzati o sanzionati in modo del tutto ridicolo.
Non siamo tutti Anna Frank perché in Italia non abbiamo mai fatto realmente i conti con la nostra storia e le nostre responsabilità e gli effetti oggi si vedono e sono di una indecenza etica e morale, di uno squallore semplicemente unico.