Una convocazione a rischio, un mondiale in bilico. Come un equilibrista che sfida le proprie capacità per rimanere in piedi, su un filo talmente piccolo da non poter essere visto, ma talmente importante da non poter essere trascurato.

Mancano ormai pochi mesi al tanto atteso Mondiale di Russia 2018, e i commissari tecnici delle diverse nazionali qualificate al torneo, stanno sperimentando le proprie rose in questa settimana di amichevoli internazionali, con l'obbiettivo di trovare quegli equilibri necessari alla stabilità della squadra e lavorare sugli eventuali punti di debolezza mostrati dal collettivo.

Eh si perché sono diversi i dubbi che alleggiano nei pensieri di chi ha il compito di scegliere i protagonisti da mandare in campo, soprattutto in quelle nazionali dove il numero di campioni presenti è piuttosto elevato: come nello specifico il caso principe dell'Argentina di Jorge Sampaoli, ex tecnico del Siviglia, ancora incerto su quali pedine puntare, con le solite certezze che accompagnano un altrettanto tormentosa nuvola di turbamenti.

Due i principali soggetti al centro della riflessione: il numero 9 dell'inter Mauro Icardi, e l'attaccante bianconero Paulo Dybala, entrambi vicini ad una possibile esclusione dall'elenco dei convocati nell'albiceleste.

Se da una parte il commisario tecnico può vantare dalla propria parte fuoriclasse assoluti del reparto offensivo come Messi, Aguero e Higuain, è anche vero che portare con sé un pacchetto di imprevedibilità e novità non sarebbe una cattiva idea, visto e considerato che nonostante la magnificenza di questi ultimi nelle competizioni di club, non si può negare che essi non abbiano mai veramente brillato con la maglia albicelste, con la quale non sono ancora riusciti a scrivere la storia.

E da qui il solito paragone tra la pulga e il pibe de oro, entrambi veri e propri autori della storia del calcio, con il blaugrana che non è però riuscito per il momento a riempire quel vuoto nel proprio palmares, rappresentato da quella coppa del mondo che ha soltanto sfiorato nel precedente mondiale, perso in finale con la Germania per 1-0.

In quella partita il fuoriclasse di Rosario ha scelto di eclissarsi nel proprio talento a differenza di quel suo predecessore, celebre per altro per la mano de Dios, con la quale riuscì trasformare quel Messico 86 in un sogno per la propria nazione.

Tornando alle situazioni dei possibili grandi esclusi, l'unico modo che entrambi possono percorrere per guadagnarsi un posto nell'elenco dei protagonisti è il campo: grandi prestazioni decisive per la stagione dei propri club, potranno essere altrettanto determinanti per la convocazione al mondiale.

Icardi ha il compito di trascinare l'inter verso una qualificazione in champions league che manca dal lontano 2012, con la concorrenza di Roma, Lazio e Milan, pronte a dare battaglia a Maurito e compagni, che dovranno dimostrare coraggio e maturità.

Discorso leggermente diverso per la Joya Paulo Dybala, alle prese con una stagione ancora una volta ai massimi livelli per i bianconeri, che oltre a confermare la supremazia nazionale, devono anche convincere in Europa, dove la formazione di Allegri sarà impegnata dal doppio match con i blancos del Real Madrid, in un quarto di finale, che ricorda il disastro di Cardiff con un sapore misto tra la voglia di rivincita per l'1-4 subito e la voglia di stampare il proprio nome su un palcoscenico internazionale, come quello del Santiago Bernabeu.

Una strada che porta a Kyev, quella della coppa dei campioni, così incredibilmente vicino alla meta mondiale, forse una coincidenza, che diventa però un obbligo per il numero 10 bianconero, chiamato ad alzare l'asticella del proprio rendimento per raccogliere i frutti di una stagione, che potrebbe essere quella della svolta decisiva.

Una carriera di fronte al grande salto, con il celebre aforisma del romanziere Henry Russell Sanders a fare da sfondo alla vicenda, con un significato chiaro e determinante come la vittoria, perché "vincere non è importante; è l'unica cosa che conta."