Mia nonna raccontava la storiella del poveraccio che aveva una fetta di pane, ma gli mancava il companatico. Pensò bene allora di sedersi all'uscio di un'osteria e mangiare lì il suo frugale pasto, annusando il profumo di arrosto che veniva dell'interno.

A voler essere provocatori, è un po' quello che sta succedendo al Milan per quel che riguarda l'attacco. Da mesi infatti viene recitato il sacro mantra: Morata,,, Belotti... Aubameyang... Morata... Belotti... Aubameyang,,, e così via. In tal modo la dirigenza rossonera non ha ottenuto solo l'effetto di sistemare Morata a Londra e rafforzare Belotti a Torino, facendo contenti i tifosi del Chelsea e quelli granata, ma anche di creare l'illusione che sulla fetta di pane ce ne sia una di arrosto.

Parlo con gente che mi dice: "Che attacco sta facendo il Milan!", però al momento gli arrivi sono stati Borini e André Silva. Il primo è tutto sommato un'operazione interessante, mentre il secondo deve ancora dimostrare di cosa è capace. Come nazionale portoghese non dovrebbe essere scarso, però non è chiaro ancora se valga quanto è stato pagato.

A furia di ripetere dei nomi, quindi, si crea l'illusione di acquisti che però non sono stati portati a termine e, nel caso di Morata, è ormai i impossibile che vengano effettuati. E' questo il vero pericolo: autoipnotizzarsi e credere di avere in attacco X solo perché se ne parla di continuo.

Kalinic dovrebbe essere la vera scelta della società, economicamente meno impraticabile delle altre, mentre Ibra potrebbe essere la ciliegina a cartellino 0 e ingaggio mostruoso. Ovviamente sarebbe "ciliegina" per nome e storia calcistica, ma è tutto da vedere se lo sia per efficienza fisica, vista l'età e gli infortuni.

Per carità, è probabile che Aubameyang stia evadendo dal ritiro del Borussia Dortmund per correre a Milanello, dove Cristiano Ronaldo è da tempo accampato col sacco a pelo sperando che lo facciano entrare.

Tutto può essere, perché le mie sono solo valutazioni personali.