E' probabile che il Milan sia vittima di un paradosso simile a quello descritto nel film "Il giorno della marmotta", interpretato da Bill Muray, o nel più recente "Auguri per la tua morte".

Un anno fa la dirigenza milanista, come a gennaio degli anni precedenti, recitava il mantra: "Non si compra, se prima non si vende". Be' non mi sembra che il ritornello sia cambiato, dal momento che i rossoneri sono interessati a Jankto dell'Udinese, ma si sono presentati alla porta del club friulano con la contropartita Gomez. I dirigenti dell'Udinese sono scoppiati in una fragorosa risata e hanno commentato: "Che mattacchioni voi milanisti! Avete sempre voglia di scherzare.".

Certo un anno fa il mitico "closing" non c'era ancora stato e la colpa del mercato bloccato veniva attribuita proprio al mancato passaggio di proprietà. Tale passaggio è poi avvenuto, ma vedo che alla fine non è cambiato niente: "Bamboli, non c'è una lira!" anzi "Bamboli, non c'è un euro!".

Nel frattempo, l'ennesimo sasso lanciato nello stagno per Donnarumma non ha prodotto risultati. Sembrava che Gigio e il Milan fossero sul punto di andare per vie legali, quando poi le acque si sono calmate senza che nessun rospo o nessuna carpa bella cicciotta si sia fatta vedere. Traduco: nessuno si è fatto avanti finora per acquistare Gigio a gennaio a cifre per le quali i rossoneri abbiano convenienza a vendere. 
Per Donnarumma, come per gli esuberi della scorsa estate, si sta commettendo l'errore che la Lazio commise un po' di anni fa con Crespo e Nesta. Cragnotti pensava di avere in mano due assegni circolari da quasi 200 milioni complessivi... e alla fine si ritrovò in mano un terzo della cifra. 

Per vendere occorre che ci sia qualcuno che compri e non mi sembra che ci sia qualcuno disposto a fare follie per Gigio.
Il fatto è che Mirabelli, padre degli acquisti rossoneri escluso Kalinic, non ha scelto male in termini assoluti. E forse ha pagato i giocatori secondo il loro valore, ma non ha tenuto conto di alcuni fattori.
In primis, Deulofeu sarebbe costato di più o molto di più di Chala (che pure non mi dispiace come giocatore)? Non credo. Dovesse andare in nerazzurro e fare bene, il Milan non ci farebbe una bella figura.
In secundis, fatte le debite proporzioni, André Silva è un giocatore come Paolo Rossi ovvero uno di cui Eugenio Bersellini disse "Lo avessi in squadra, gli direi di stare in area di rigore e non muoversi". Ha il passo per gli spazi stretti, per liberarsi o girarsi su se stesso e tirare. Ma al Milan fa questo gioco? Se gioca largo o lontano dall'area è inutile. Inoltre Mirabelli ha dato l'impressione di agire con la verve di chi vuole dimostrare di essere rimasto ingiustamente nelle retrovie per troppo tempo e che, se avesse avuto prima incarichi prestigiosi, avrebbe fatto mirabilie.

Nulla di male, ma come dice il cd. "Uomo di Baker Street" (Pellegatti mi perdonerà cito un suo classico), l'emozione ostacola il ragionamento e Mirabelli non ha considerato che ricostruire quasi ex-novo può comportare tempi lunghi.
Lo stesso Mirabelli alla fine di Milan-Crotone ha detto che il Milan si ritrova un capitale giocatori di valore superiore rispetto al passato, anche considerando i rinnovi. Un'affermazione legittima, perché ogni professionista ha diritto di perorare la propria causa, ma che non regge a una banale osservazione. 

Mi spiego, se io mi espongo per decine di milioni, acquistando una serie di giocatori, probabilmente ho aumentato il valore complessivo della rosa in termini assoluti, anche se alcuni acquisti non rendono (Silva, Biglia e Chala per fare qualche esempio) e subiscono un deprezzamento. Ma la differenza fra l'esposizione debitoria e il valore risultante dal deprezzamento, diranno che in realtà ha peggiorato la situazione della società.
Niente di personale, ma anche il sottoscritto, come Mirabelli, ha diritto di dire la sua e, comunque, nel valore complessivo della rosa si devono considerare quello di Cutrone, con il quale Mirabelli non c'entra, e il rinnovo di Donnarumma, che con la vecchia dirigenza sarebbe arrivato a condizioni migliori (visti gli ottimi rapporti con Raiola).

Uno che invece non si lascia tradire dall'emozione è Gattuso, che sta opportunamente procedendo coi piedi di piombo. Dopo le difficoltà iniziali ha strappato la qualificazione in Coppa Italia all'Inter, portato via un punto prezioso da Firenze e risicato una vittoria per 1-0 col Crotone (risultato che però comporta 3 punti quanto un 5-0).

Il Milan potrebbe finire la stagione molto meglio di come ha iniziato, a patto di non chiedere più la luna al gruppo.