Non c’è pace, non c’è tregua e, soprattutto, la polemica regna sempre incontrastata stagliandosi come uno stendardo reale su tutti i campi italiani che sia Serie A o Coppa Italia, la conferenza stampa post-partita ha assunto ormai le forme di una coda alla mensa dei poveri alla ricerca di un briciolo di pane sia per consumare la cena serale, sia per accumulare provviste che possono tornare utili la settimana successiva. Ci hanno raccontato per anni che il calcio è questo, fatto di gioia, di sconfitte e di polemiche, di chi esalta il suo successo e di chi recrimina sugli episodi per non ammettere il suo fallimento.

Ci hanno raccontato anche che il campo emette sempre il suo verdetto, equo, democratico e inappellabile. Abbiamo visto la Juventus dominare i campionati e rigettare le sentenze di Calciopoli affermando di avere i due scudetti tolti dalla giustizia sportiva perché, per l’appunto, vinti sul campo, abbiamo visto dirigenti mettere come sfondo del cellulare un episodio arbitrale sfavorevole, altri dirigenti hanno intimato alla propria squadra di disertate una premiazione a causa di un secondo posto, a loro dire, condizionato dagli errori della direzione di gara, qualcun altro si è presentato in conferenza stampa asserendo che certe squadre dovrebbero fare un “campionato a parte” e altri ancora dopo una corsa europea decisa all’87’ dell’ultima giornata di campionato, hanno reagito sostenendo di essere stati vittima di una decisione presa in un ufficio e non sul campo, sfoggiando magliette parodiche nel corso delle settimane successive.

Nell’ambito di uno sport e, della sua valutazione, abbiamo potuto leggere parole come scandalo, vergogna, rapina, furto, dramma, veleno, sopruso, sudditanza, cupola, sistema, poteri forti, palazzo, attacco ecc... qualcuno nel corso degli anni ha identificato nella tecnologia la soluzione a tutte queste presunte ingiustizie e nel 2017, lo strumento del salotto di Aldo Biscardi che ha dominato la vox populi del calcio italiano negli anni ‘90, è diventato realtà: la moviola in campo, il Video Assistant Referee, noto a tutti come V.A.R., nessuno ha ancora capito che si tratta di una parola al maschile perché tradotto significa Arbitro Video Assistente e che, è definito al femminile solo in un contesto esplicativo più ampio che intende “la tecnologia”.

Ci vorranno anni per farlo capire alla limitata cultura italiana ma ci sono voluti pochi mesi per trovarne un’utilità mediaticamente speculativa da parte di tutti gli uomini del pallone, quello che doveva essere il Messia di nuova generazione a difesa di un calcio pulito e senza errori ,ora è il nuovo strumento del male : prima era colpevole di togliere emozione e spirito sportivo dal giuoco calcio.. certo quello spirito che tutti condannavano e ora manca a chiunque, poi è stato responsabile di causare troppe perdite di tempo.. era meglio perdere tempo per invasioni di campo di allenatori e giocatori dalla panchina contrari alle decisioni arbitrali, infine è colpevole di essere il mezzo usato furbescamente per penalizzare qualcuno “scomodo” ai “poteri forti”, che dire.. ci siamo riusciti anche questa volta.

Non sono bastati i numeri di fine anno di Rizzoli a far comprendere che il Var non è la legge ma, uno strumento d’assistenza per l’arbitro che riduce l’errore al 99%, già.. 99, perché quell’1% è e rimarrà sempre affidato all’interpretazione personale del direttore di gara, non è bastato far capire che il Var non eliminerà del tutto gli errori ma garantirà che dal campo esca vincitrice la squadra che davvero ha dimostrato di esserlo e, soprattutto, non è bastato spiegare che il protocollo d’utilizzo del Var è ancora in fase sperimentale e, necessariamente, verrà migliorato.

Qualche giornale a fine 2017 ha scritto “Var bocciato” ma la verità è che è stata l’Italia ad essere bocciata, la piccola Italia del “Romolo e Remolo”, dei congiuntivi sbagliati e delle tristi cause dei miserabili. Anche ieri sera abbiamo dato immagine di quanto siamo pronti alla tecnologia : l’interpretazione discutibile di Doveri è diventata un aiuto alla Juventus che di gol ne avrebbe potuti fare 5 e, l’esonerato Mihajlovic avrebbe dovuto ringraziare Dybala e Mandzukic per i gol che si sono mangiati, il Var ha dato anche spazio all’ipocrisia : l’ipocrisia di Sarri, di Buffon, di Simone Inzaghi, di Mihajlovic e sta man mano aprendo la strada al più antico e magico dei ragionamenti calcistici italiani : “la settimana scorsa mi ha tolto qualcosa, quindi se succede a te.. beh non puoi lamentarti..”

La mia proposta, a questo punto, è di rimuovere il Var, facendo felici tutti i nostalgici, quelli che vogliono esultare subito quando la squadra segna un gol, quelli che non vogliono perdite di tempo, quelli che vogliono combattere “i poteri forti” e non vedere un povero arbitro afflitto “dal mostro”, quelli che si lamentano del campo, del meteo, del calendario e delle zanzare a bordo campo e che, poi, non sanno ammettere di aver avuto un episodio favorevole. Avete ragione voi, eliminiamo il male ma, sia chiaro... Nessuno più si azzardi a lamentarsi e nessuno più osi rigettare il verdetto del campo!

 

LM