Incontrando l'ex portiere della Stella Rossa di Belgrado, Nicola Lorenzin, che oggi si occupa di altro, cinematografia, fotografia, il discorso cade, parlando del calcio di oggi, della Nazionale. E ti chiede, ma come mai l'Italia non si è riuscita a qualificare ai mondiali?

Già. Difficile dare una risposta. Nonostante sia trascorso diverso tempo da quel momento che rimarrà impresso nella memoria di tutti. Anche se oggi chiedi la data di quando sarebbe accaduto il fattaccio, non tutti se la ricorderanno. La sventura del 13 novembre contro la Svezia è come la disfatta di Caporetto. Non andrà dimenticata.

Il problema è enorme, profondo, strutturale. Troppe cause, non esiste una sola causa e sicuramente non è la questione "troppi giocatori stranieri". Ciò è una sciocchezza visto che la media è simile a quella di altri Paesi che ai Mondiali si sono qualificati e nei Mondiali hanno fatto più o meno bene nel corso della loro storia.

Un problema che parte da lontano, dal settore giovanile, dagli osservatori, dai selezionatori, dalla mancanza di umiltà, dal mancato attaccamento alla maglia dell'Italia che oggi non conta più un fico secco o non secco e ovviamente dai giocatori. Per non parlare delle società calcistiche che contano che hanno sempre snobbato l'Italia nazionale, fatto di tutto per ostacolarla, una dirigenza calcistica che ha avuto sicuramente delle responsabilità. Tanti responsabili.

Ma del problema Italia si è perso qualsiasi interesse. Non interessa più a nessuno. Certo, si dirà, fino a quando non si delinea la nuova FIGC è inutile parlare d'Italia e si ricade poi sempre nello stesso errore, andando alla ricerca dell'allenatore dei miracoli, quando l'allenatore è l'ultimo dei problemi e non sarà in grado di risolvere nulla. E' sicuramente vero che l'effetto morfina del campionato al momento funziona, ma è anche vero che l'azzeramento del dibattito, il non analizzare a dovere le cause dell'esclusione dell'Italia dai Mondiali, come se ciò non fosse mai accaduto, il non avere alcun tipo di progetto od idea minima da cui partire, è il sintomo che forse dell'Italia nazionale non interessa proprio a nessuno.

Basta averne consapevolezza ed allora potete anche smetterla con la scenetta del tutti abbracciati, occhi chiusi e recitare la parte del fantomatico patriota che canta l'inno davanti alla TV. Inno, tra le altre cose veramente anacronistico e da rivedere. Ma questa è altra storia, forse...