Una storia che ha un sapore antico, quella dell'Egitto, nata nella sabbia del deserto, alle sponde del fiume Nilo, e arrivata fino a noi sui segni ingialliti, impressi sulle pergamene di papiro.

Un territorio che ha osservato, nel susseguirsi dei secoli, lo sviluppo di una civiltà straordinaria, quella dei faraoni, uomini onnipotenti, adorati come divinità scese in terra, che ancora oggi conservano il fascino in quelle mummie, così in apparenze mute, che in realtà continuano a vivere nello splendore delle priamidi di Giza.

Queste si alzano verso il cielo, inesorabili come il tempo, il quale nemmeno nella sua spietatezza ha potuto metter fine all'incancellabile segno, lasciato da questa antica civiltà.

Un popolo di uomini, che conserva ancora una quantità di misteri innumerevole, ai quali possiamo solo guardare con ammirazione, come la stessa che nasce dall' osservare la magnificenza della sfinge, straordinario capolavoro rappresentante una creatura mitologica, figlia della stessa mente umana.

Ma anche un paradiso artistico come questo, ha dovuto immergersi in periodi storicamente complicati, fatti di dominazioni, guerre, battaglie, che hanno trasformato questa terra, anticamente riconosciuta con grande rispetto, in un protettorato straniero, fino all'alba del XX secolo, spostandoci in una fascia temporale più vicina a noi, assumendo così una nuova indipendenza.

In una storia che racconta di uomini di carisma, che hanno saputo imporre la propria personalità, anche a scapito di altri, e dove non c'è spazio per le debolezze, ci spostiamo all'emisfero calcistico che coinvolge questo popolo, che sta conoscendo un nuovo grande motivo di orgoglio e riscatto nazionale, nella figura di un ragazzo di soli 25 anni, vero e proprio conquistatore del campionato inglese: Mohamed Salah.

Un nome, diventato una garanzia quello  del'attaccante ex Roma, passato nella precendente sessione di mercato ai Reds del Liverpool,  che incantando Anfield Road, e non solo, con una gigantesca  quantitàsta di reti realizzate, sta vivendo la migliore stagione della propria carriera, con lo scettro del miglior marcatore della premier league, con 28 centri in sole 31 partite.

Veloce nello scatto, devastante nell'allungo, diventato anche più lucido e freddo  sotto porta rispetto alle passate annate in serie A, dove spesso e volentieri commetteva la maggior parte dei propri errori,  il fuoriclasse egiziano è diventato il top player che nemmeno il tecnico Jurgen Klopp si aspettava di trovare.

Insieme all'esterno maliano Sadio Mané e il numero 9 brasiliano Roberto Firmino, forma una dei tridenti più micidiali della recente storia calcistica, con uno score vertiginoso di ben 50 reti realizzate, che per intenderci sono più di quelle che Inter e Roma sono riuscite a piazzare in questa stagione.

Evidentemente il campionato inglese conserva il fascino di essere il più spettacolare al mondo anche per difese non eccellenti, che spesso e volentieri "ballando" un pò, lasciano spazi invitanti alle accelerazioni del mancino naturale egiziano, autore nella giornata di ieri di ben 4 reti nel match disputato alle 18.30 contro il Watford, impreziosite anche dalla firma del collega di reparto brasiliano ex Hoffenheim.

Ma se la causa di tale crescita esponenziale, come sostengono alcuni, sia da ricercare solo nella nuova dimensione in cui è andato ad inserirsi Momo, passiamo con lo sguardo alla champions league, un percorso parallelo al campionato, dove i numeri parlano a gran voce a favore del numero 11: con 6 reti realizzate l'egiziano ex Roma è il secondo miglior marcatore dei Reds, che si piazza ad una sola lunghezza di distanza da Firmino a quota 7, ma dato di fatto ancor più importante, è che la squadra del tecnico ex Borussia Dortmund si giocherà un posto tra le 4 regine d'Europa, contro il Manchester City di Pep Guardiola.

Se in premier legue il discorso può considerarsi chiuso a favore dei cityzens, in coppa dei campioni lo scenario assume una connotazione ben diversa: nel doppio match tra e due formazioni inglesi sarà una gara a scontro diretto, dove la differenza di quei 18 punti che le separano nella competizione nazionale, non può che essere solo un dettaglio, con il Momo Salah, ormai serio candidato alla scarpa d'oro, che proverà in ogni modo a pungere la formazione degli sky blues.

Come nella storia antica, l'Egitto torna a vestirsi del ruolo di protagonista, con addosso una maglia numero 11, quella portata da quel sorridente ragazzo di Basyoun, che vorrà certamente regalare gioie anche alla propria nazionale, con un mondiale, quello in Russia, tutto da vivere, per dimostare che possono anche i sogni diventare realtà.

Con il sogno e la speranza che anche in una terra così complicata, come quella che ha dato i natali al 25 enne dei Reds, possa un giorno il male degli uomini, piegarsi al suono di un pallone che entra in rete.