Telecronaca, o radiocronaca che sia, un dubbio sorge ogni qual volta ti appresti ad ascoltarla. Per chi tiferà mai il commentatore? Il telecronista? Il radiocronista? Pochi attimi e lo capirai.
Già. E' difficile essere imparziali, oggettivi, nella cronaca sportiva. Perché il telecronista è anche tifoso, il radiocronista è tifoso ed il condizionamento lo si percepisce bene.
Ad esempio, se un giocatore della squadra colpirà un palo, si potrebbe dire il giocatore ha colpito il palo, magari mettendoci quell'enfasi alla sudamericana che non guasta mai. Ma quando chi ha il compito di descrivere quell'azione lo fa aggiungendoci del suo, sospinto dal proprio animus di tifoso, allora il palo colpito potrà diventare un guaio od un colpo di fortuna.
Se l'imparzialità può anche venir meno in una gestione privata, in una tv privata, in una radio privata, è totalmente inaccettabile quando ciò accade nel servizio pubblico.

Non se ne può più di ascoltare telecronisti, radiocronisti che tifano per una squadra piuttosto che per l'altra, e spesso a pagare il prezzo di tale minata imparzialità sono le piccole squadre, le Cenerentole del nostro calcio.