Ciò che forse ancora salva la faccia a livello internazionale all'Italia calcistica è il movimento degli allenatori. Pochi, ma buoni che operano all'estero e vengono richiesti con maggior costanza rispetto al passato.

Ma di giocatori neanche a parlarne.
I pochi gioielli grezzi rimasti in Italia, quasi esclusivamente giocatori di nazionalità straniera, vengono corteggiati ogni tanto da qualche grande club, ma difficilmente si vedranno in Italia spese delle cifre faraoniche e folli come quelle viste ad esempio ora per l'ex interista Coutinho e viene da ridere se si pensa che l'Inter incasserà una spicciolata rispetto a quanto ha realmente perso facendo andare via quel giocatore che comunque ha fatto imbestialire, giustamente, i tifosi del Reds per il suo comportamento.

Così come è evidente che in Italia, il massimo che può arrivare, è qualche "scarto" di una data società, se un giocatore non rientra più nei piani di una squadra è perché è stato un fallimento e cercherà di fare cassa inviandolo a qualche club italiano che ha bisogno di un nome ad effetto ma che nella sostanza forse darà poco o nulla. Così come è anche vero che la qualità del nostro campionato è bassa rispetto alla Premier od al campionato Spagnolo.

Siamo diventati una sorta di Serie B, una Serie B dove mandare giocatori che possono fare la differenza in un campionato di tale livello ma che si perderanno in un livello superiore, quello che in Italia si intravede con un telescopio.
L'unica via di uscita è investire nel settore giovanile, altrimenti il film è già scritto, il finale anche. Diventeremo il mercato degli scarti. In Italia oramai arrivano solo gli scarti delle grande squadre o giocatori a fine carriera o chi deve maturare ed è ancora acerbo per il grande calcio. Il livello del nostro campionato è crollato ed il calciomercato ne è la triste vetrina.