Quando un squadra va male il colpevole di comodo è l'allenatore, ma quando questi è ben visto dai tifosi le colpe ricadono sui giocatori che non danno il massimo.

La regola è perfettamente applicabile alla crisi del Milan. In un primo momento i deludenti risultati sono stati addebitati a Vincenzo Montella, estraneo all'ambiente e quindi non particolarmente legato alla tifoseria. Con l'esonero del tecnico campano, però, i responsabili sono diventati i giocatori, sfaticati e viziati, da punire con un ritiro forzato alla stregua di marmittoni imboscati.

La verità è sempre la stessa, banale e sotto gli occhi di chiunque non abbia la sindrome del gregge o le fette di salame sugli occhi: il Milan è stato messo insieme con giocatori complessivamente validi, ma gli si è chiesto di raggiungere risultati molto più che buoni.

Tali obiettivi potevano, e forse possono ancora, essere raggiunti. Non potevano e non possono, tuttavia, essere pretesi.

Il Milan non è l'Amerigo Vespucci del calcio, cioè una nave scuola per principianti, ma negli ultimi anni è stata e viene trattata come tale (Seedorf, Inzaghi e Gattuso). E' vero che sbagliando si impara, però i punti persi finché non si è imparato, vengono persi irrimediabilmente e gli spicci risparmiati per non ingaggiare un grande della panchina, si pagano in termini di risultati mancati.

Gattuso sta incontrando difficoltà come Montella, perché il parco giocatori è lo stesso. Sia l'uno che l'altro possono aver commesso degli errori, ma non più di ogni altro tecnico, per cui la crisi non può essere loro addossata. E magari qualche buon risultato arriverà, forse già con Atalanta o Inter, ma viste le partite di Benevento e Verona, come si potrà dire che quel risultato non sarebbe arrivato anche con la vecchia gestione tenica, dopo mesi di lavoro sul campo?

Scartati i colpevoli di "comodo", credo convenga passare a quelli di "incomodo".

Fassone e Mirabelli non sono colpevoli per le scelte tecniche, anche perché il nucleo è complessivamente buono e non si può accusare nessuno di aver preso scamorze. 

Fassone e Mirabelli sono colpevoli per altri motivi:

1) il ridicolo battage estivo a forza di "cose formali" e cartelloni cinematografici in stile "Star Wars";

2) l'approccio, arrogante prima e goffo poi, alla UEFA in occasione del Voluntry Agreement;

3) essersi impegnati anche la biancheria intima in sede di campagna acquisti, senza prima accertarsi se c'erano acquirenti per i tanti esuberi;

4) aver preteso risultati così impegnativi subito, sulla sola base di essersi esposti tanto (se pago una buona utilitaria come un'auto di Formula 1, non posso pretendere poi risultati da Formula 1, solo perché ho speso male tanti soldi).

Al di là delle dichiarazioni di facciata, le difficoltà economiche sono scandalosamente evidenti. E le uscite di Raiola su Donnarumma come le voci su Bonucci, lungi dal costituire cose sgradevoli, sono invece iniziative del tutto consone alle esigenze di proprietà e dirigenza.

Sì, perché questo can can può risvegliare finalmente l'interesse di qualche società disposta a spendere qualcosa per avere i succitati giocatori. Non saranno le cifre da favola pretese l'estate scorsa per Donnarumma (che nessuno si sarebbe ma sognato di pagare) né i soldi spesi per Bonucci,  ma si tratterà comunque di dindi preziosi.

Gattuso continui a lavorare seriamente, come aveva fatto Montella prima di essere esonerato, perché né i due tecnici né i giocatori sono i veri responsabili dei cattivi risultati. Quelli sono altrove.