Era l'estate del 1993, quando incontrai in spiaggia un vecchio amico dei tempi liceali: un interista, ma così interista che più interista non si può. Era (ed è ancora oggi) la quintessenza del tifoso nerazzurro, colui che un tifoso rossonero come il sottoscritto considererà sempre un noioso cuginastro. In quell'occasione, si parlò un po' del campionato in procinto di iniziare (1993-94) e il mio amico si sbilanciò in una previsione degna del Divino Mago Otelma; "Se si fanno le cose onestamente, vince l'Inter". Per la cronaca, l'Inter arrivò 13^ a pari punti con la Reggiana, solo un punto in più della zona retrocessione. La cosa mi suggerì alcune profonde riflessioni: 1) almeno 12 squadre avevano rubato, perché avevano preceduto l'Inter; 2) la stessa Reggiana, che aveva terminato ex equo con i nerazzurri, aveva di certo rubato, ma non era stata abbastanza forte da approfittarne; 3) a ben vedere però, anche le 4 retrocesse avevano probabilmente frodato, solo che l'Inter aveva compiuto l'impresa di salvarsi. Uno dei capisaldi del pensiero filosofico-calcistico del mio amico era (ed è ancora oggi) che l'inter perde SOLO perché viene derubata e vince NONOSTANTE venga derubata. Tertium non datur! Quanto sopra è venuto emergendo dalle sabbie mobili del passato nel corso di una chat, a dir poco selvaggia, svoltasi in contemporanea con Verona-Inter 0-3, al termine della quale il mio amico dava l'impressione di sentirsi in corsa per lo scudetto. Non ha mai pronunciato quella parola, però... insomma... sì, se il senso non era quello, ci mancava poco. Oddio, chi non è senza peccato non può certo scagliare la prima pietra e il sottoscritto, circa una settimana fa, si sentiva alquanto un padreterno alla seconda vittoria consecutiva del Milan. Ammetto di non essere perfetto, ma ho la coscienza a posto: non sto scagliando pietre. Sto solo condividendo ricordi e, se non ci fossero i ricordi, non ci sarebbero neanche gli amici.