Ho una caratteristica, che non so se considerare un difetto o un pregio: mi piace parlare prima e dire come la penso, specie quando sono convinto di avere il quadro corretto della situazione. E per quanto André Silva rischi di mettersi in luce contro il Lugodorets, come ha già fatto nei preliminari di Europa League e contro l'Austria Vienna, voglio ribadire ciò che penso di lui.

Non considero il ragazzo uno scarpone o un brocco, perché un nazionale portoghese non può esserlo. E' di certo bravo, ma i fatti ci stanno dicendo che il giovane lusitano è un pesce del tutto fuor d'acqua nel campionato italiano.

In altri contesti questo giocatore potrà fare bene, come quel Dennis Bergkamp che fece male all'Inter e diventò una colonna dell'Arsenal. In Italia Silva rischia, tuttavia, di rimanere ciò che sta mostrando di essere, cioè un ritaglio di carta velina che volteggia impalpabile sul manto verde.

No, non ho mai creduto che chi mostra di saper giocare in un certo contesto, possa farlo in tutti gli altri. E' un luogo comune e basta.

Il calcio non è saper palleggiare o azzeccare una giocata. Il calcio è saper fare la stessa cosa sia da fermo che in movimento, sia da solo che in mezzo ai compagni seguendo il movimento collettivo della squadra, sia quando non si è marcati che quando un nugolo di avversari ti disturba e per di più impedisce ai tuoi compagni di smarcarsi.

Al di là del talento in assoluto, l'apparente semplicità con cui Cutrone è andato in gol contro la Spal dimostra che è un giocatore da campionato italiano. La reattività feroce, mascherata da nonchalance, che ha mostrato a Ferrara è il marchio del barracuda nelle acque perigliose dei mari tropicali, non l'innocenza del grazioso pesciolino colorato nell'acquario di casa.

Capisco che qualcuno stia cercando di imporre il rilancio di Silva a Gattuso, anche perché se in estate non si vende, si rischia di tornare ai soli acquisti in prestito o in scadenza di contratto (con buona pace dei soldatini allineati e coperti che continuano ad imputare tali strategie solo alla vecchia proprietà).

Capisco pure che, con la pubalgia di Kalinic, il solo Cutrone non può reggere alla lunga il peso dell'attacco rossonero.

E tuttavia la mia comprensione non può non portarmi a dire che Cutrone è il barracuda su cui puntare e che, in tal senso, vale parecchi André Silva, perché nel calcio italiano non si va molto lontano affidandosi ai delicati pesciolini colorati.

Intanto Gattuso procede a forza di baby-step, quei "passi di bimbo" che uno psicologo aveva consigliato a Bill Murray in un bel film ormai datato. Voler imporre subito le proprie idee, infatti, è il più clamoroso errore che commettono gli allenatori quando subentrano a un collega. L'allenatore rossonero sta invece lavorando con saggezza, giorno dopo giorno, costruendo il "suo" Milan.

Comunque finisca (e conto che l'esito sia felice), ricordiamoci tutti che il compito affidato a Rino non era e non è tuttora agevole.