Ma Dusan Vlahovic può realmente diventare il nove bianconero dei prossimi dieci anni?
È la domanda che più di ogni altra si sta ponendo la maggior parte dei tifosi juventini. Un quesito a cui è difficile, se non impossibile, poter dare una risposta certa ad oggi.
Ciò che è certo è che Dusan Vlahovic, a 21 anni, è uno dei potenziali attaccanti più forti in circolazione.
Il classe 2000 cresce calcisticamente nel Partizan di Belgrado, da sempre una delle fucine di giovani calciatori più rinomate d’Europa avendo prodotto nel tempi un’infinità di talenti distribuitisi poi nelle squadre più importanti del pianeta.
Dusan è particolarmente precoce, dal momento che esordisce nel 2016 diventando il giocatore più giovane della storia del Partizan ad esordire in prima squadra. È Pantaleo Corvino, uno dei principali scopritori di tallenti del panorama nazionale degli ultimi trent’anni, che nel 2017 con un blitz a Belgrado se lo accaparra, e lo tessera per la Fiorentina.
Vlahovic, 190 centimetri di muscoli, è un attaccante molto ben strutturato, capace di una corsa devastante in progressione, dove è pressoché impossibile da contenere. Un attaccante moderno, abile sia a proteggere la palla e far salire la squadra che a duettare con i partner d’attacco, trovandosi a proprio agio sia facendo reparto da solo che dividendo l’area di rigore avversaria con un altro attaccante.
Mancino naturale, dispone di un ottimo tiro dalla lunga distanza, ama svariare su tutto il fronte offensivo con un’innata capacità di muoversi senza palla e cercare la profondità, caratteristiche quest’ultime che lo rendono imprevedibile e difficile da marcare anche per i migliori difensori.
Ciononostante, dispone ancora di ampi margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la continuità di rendimento e la partecipazione al gioco senza palla della propria squadra. Forse non sarà ancora ancora a livello di Haaland e di Mbappè, ma ci sono ottime possibilità che lo potrà diventare quanto prima.
Ecco perché la Juventus, alla disperata ricerca di un numero nove di caratura internazionale che da troppi anni manca al club bianconero, sta cercando di capire se vi siano o meno concrete possibilità di arrivare al calciatore serbo, oppure se il talento viola sia destinato ad altri palcoscenici, magari oltre Manica.

Volendo mettere su un’ipotetica bilancia i pesi ed i contrappesi rappresentati dai pro e dai contro, la possibilità che Vlahovic possa essere il centravanti della prossima Juventus di Massimiliano Allegri, a favore di tale ipotesi gioca il fatto che il club di Andrea Agnelli stia seguendo da tempo il calciatore, così come il gradimento che Dusan avrebbe più volte espresso a favore del club piemontese. Il fascino della maglia bianconera, così come la sua capacità seduttiva, pare abbiano agito in profondità nell’anima del bomber serbo che, qualora decidesse di restare nella nostra serie A, quasi certamente sceglierebbe la Juventus, preferendola a qualsiasi altra squadra italiana.
Inoltre, la narrazione che lo porrebbe come il naturale erede di Cristiano Ronaldo in bianconero potrebbe consacrarlo come uno dei tanti campioni della gloriosa storia della Vecchia Signora. E chissà che l’interesse bianconero per il giovane “puntero” Julian Alvarez (per cui sarebbe pronta un’offerta da parte di Cherubini di 15 milioni di euro più 10 di bonus facilmente raggiungibili legati al rendimento del centravanti) non sia finalizzato ad acquisirne il cartellino per poi girarlo proprio al club viola, al fine di convincerlo a fare approdare il serbo a Torino.
A giocare contro la Juventus, la corte serrata che alcuni tra i più ricchi club d'Europa stanno facendo a Vlahovic. Guardiola è un suo grande estimatore e lo vedrebbe di buon occhio come terminale d’attacco del suo Manchester City, così come non è un mistero che Fabio Paratici vorrebbe regalare ad Antonio Conte il centravanti serbo per il dopo Kane. Club con portafogli nettamente più gonfi rispetto a quello dei bianconeri e quindi in grado di garantire alla Fiorentina una monetizzazione ben più elevata.
Ecco perché, più rumors provenienti da Torino, vorrebbero il club bianconero provare a giocare sul tempo per battere la concorrenza straniera, provando a prendere Vlahovic già a gennaio.

Le condizioni per il buon esito dell’operazioni sono però due.
La prima è che i viola accettino un pagamento dilazionato, nel corso di due – tre stagioni, in modo da consentire ad Arrivabene di mettere insieme quei 60-70 milioni necessari per l’acquisto del giocatore. E da questo orecchio Commisso potrebbe anche sentirci dal momento che con le arie che tirano nel calcio post Covid ormai nessuna società acquista i giocatori con pagamenti cash in un’unica soluzione, nemmeno i club più ricchi del panorama continentale.
La seconda è che la Juventus riesca a piazzare una cessione importante già a gennaio, per una cifra compresa tra i 25 e i 30 milioni di euro. Denari che attualmente il club di Andrea Agnelli non ha nella propria disponibilità finanziaria, ma necessari per essere girati al club viola come prima maxi-rata di pagamento del centravanti serbo.
In questo caso il maggior indiziato a lasciare Torino sarebbe Dejan Kulusewski. Massimiliano Allegri ha già fatto intendere che riguardo allo svedese non esistono grandi margini di crescita e in una squadra che già dispone di più trequartisti – mezze punte di qualità (Dybala, Chiesa, Cuadrado, Bernardeschi, Kean) non potrà mai essere un titolare inamovibile né tanto meno un giocatore su cui puntare in maniera decisa.
Inoltre, stiamo parlando di un classe 2000, elemento da non sottovalutare riguardo l’appetibilità del giocatore stesso, con più di un club pronto ad investire una cifra importante per l’ex di Atalanta e Parma.
Una partita difficilissima, ma non impossibile, per Arrivabene e Cherubini.
Un match che vale però la pena di essere giocato fino in fondo, senza lasciare nulla al caso, per provare a fare arrivare a Torino un giocatore che, con ogni probabilità, entrerà nella storia del calcio mondiale come un grande di questo secondo decennio degli anni 2000.