Il sistema di gioco di base della Fiorentina di Italiano è un 4-3-3 che in fase di possesso diventa una 2-5-3, con entrambi i terzini che si alzano sulla linea dei centrocampisti mentre in fase di non possesso un 4-5-1 con gli esterni d’attacco che si allineano ai centrocampisti per formare una diga di 5 uomini davanti alla difesa.

In fase di costruzione la ricerca del gioco dal basso attraverso i due centrali difensivi, i due terzini larghi e con il play Torreira, che si abbassa per occuparsi della prima azione spesso indirizzata verso gli esterni. L’idea di costruzione dal basso non è portata all’esasperazione dal momento che in caso di pressing avversario alto il portiere Dragowski lancia direttamente alla ricerca della prima punta, Dusan Vlahovic. Attaccante quest’ultimo che, grazie a struttura fisica e qualità tecniche riesce il più delle volte a contendere positivamente la palla ai difensori avversari, facendo sia salire la squadra che consentendo alla squadra STESSA di far partire l’azione offensiva in una zona avanzata del campo.
L’altra soluzione più utilizzata dai viola è quella di sviluppare il gioco prevalentemente sulle corsie laterali creando delle catene tra terzino-mezzala-esterno al fine di creare la superiorità numerica.
Una squadra che cerca di tenere ritmi alti, con poco possesso palla fine a se stesso, con esterni veloci che si occupano della fase di rifinitura con pericolosi uno contro uno, piuttosto che cercare sovrapposizioni con i terzini o crossare per il proprio centravanti, per l’altro esterno o per le mezzali che frequentemente riempiono l’area di rigore. Un gioco diretto, verticale, anche per valorizzare al massimo le caratteristiche dei due interni di centrocampo, più incursori che palleggiatori.
Il principale finalizzatore rimane comunque Vlahovic, centravanti di razza, molto forte sia tecnicamente che fisicamente e con uno spiccato senso del gol.
La fase dei non possesso dei viola prevede un pressing alto sui portatori di palla non solo con gli attaccanti ma con la maggior parte dei giocatori di movimento al fine di rendere il più asfittica possibile la manovra degli avversari, recuperare prima possibile il pallone e lanciare in velocità i propri attaccanti.
Uno dei tre centrocampisti si occupa di norma di schermare il playmaker avversario per non consentirgli una costruzione agevole del gioco.
Quando il pressing non riesce e la squadra è costretta a difendere, in caso di attacco nella zona centrale del campo le due mezzali stringono verso il perno Torreira, il giocatore preposto a schermare i due difensori centrali. In caso di attacco dalle fasce laterali la mezzala corrispondente raddoppia in aiuto del terzino in modo da lasciare gli esterni d’attacco in una posizione medio alta per poter sfruttare le ripartenze in gran velocità.
Una squadra che fa quindi del ritmo e della velocità i suoi principali punti di forza, con una buona qualità complessiva e un finalizzatore come Vlahovic che risulta spesso essere determinante. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dall’assenza di giocatori creativi sulla trequarti campo così dalle poche alternative in zona gol a Vlahovic quando le difese avversarie riescono ad imbrigliarne l’azione.
Una squadra che gioca e che lascia giocare questa Fiorentina, con la Juventus che proprio a partire dalla gara contro i viola dovrà incominciare un nuovo campionato.
Un po’ quello che accadde nella stagione 21015/2016 dopo la partita persa a Sassuolo, quando la Juve fu capace di fare quadrato e ripartire con una clamorosa rimonta che la portò a vincere il campionato in carrozza
Non illudiamoci, quest’anno molto difficilmente andrà come sei anni fa.
Le possibilità che questa Juventus ha di vincere il campionato sono a mio avviso ridotte al lumicino, sia per il valore delle altre competitor, e mi riferisco principalmente alle due milanesi e al Napoli, che per la povertà tecnica di più calciatori bianconeri.
Ma quanto meno, scalare più posizioni possibili e posizionarsi senza i patemi d’animo dello scorso campionato all’interno delle prime quattro, deve essere possibile.
È questo ciò che si chiede all’attuale gruppo di giocatori, perché una squadra come la Juventus, allenata da un allenatore che ha vinto 5 scudetti e ha fatto due finali di Champions non può non essere in grado di rimontare almeno 4 - 5 posizioni rispetto a dove si trova oggi.
Anche e soprattutto considerato che, l’organico a disposizione del tecnico livornese, pur non essendo dei meglio assortiti e non comprendendo fuoriclasse assoluti, almeno in Italia, è tra i tre migliori per qualità e per numero di atleti di interesse nazionale.
Ecco perché per Dybala e compagni sarà fondamentale vincere la gara con la Fiorentina, quanto meno non perdere con la Lazio a Roma e poi battere l’Atalanta tra tre giornate, quando i bergamaschi faranno visita ai bianconeri allo Stadium. Almeno 7 punti nelle prossime tre partite. È questo il bottino imprescindibile se si vuole ambire quanto meno al quarto posto, un obiettivo imprescindibile considerato gli ingenti introiti provenienti dalla Champions League.

Non sarà una passeggiata ma se la squadra riuscirà a mettere in campo una mentalità differente rispetto a quella vista fino ad ora in campionato, più voglia, un piglio diverso, un maggiore impegno, la volontà di uscire dal campo con la maglia sudata e sporca di fango, tutto ciò diventerà possibile e anche quei giocatori (vedi McKennie) che magari tecnicamente non sono il non plus ultra si rappresenteranno calciatori utili alla causa ed in grado di fornire un importante alla squadra.
La mentalità che serve è quella vista nelle quattro gare di Champions. Non è pensabile conquistare 12 punti in 4 gare nella massima manifestazione europea, dove si gioca contro le prime classificate nei maggiori campionati continentali farne poi solo 15 in 11 partite di campionato, soprattutto se alcune di queste 11 si chiamano, con tutto il rispetto, Udinese, Empoli, Sassuolo e Verona. E è evidente come questo gruppo di calciatori abbia snobbato e preso sottogamba più di una partita.
Ecco perché il ritiro può aver fatto bene. Una sorta di segnale forte da parte della società per puntare alla svolta della stagione, per stabilizzarsi nella prime quattro posizioni di classifica e poi, una volta raggiunte quelle posizioni stare a vedere cosa succede davanti perché difficilmente da qui a maggio, Napoli, Milan e Inter continueranno a vincere tutte le partite. Ed in quel momento, perché succederà che queste squadre scivoleranno, la Juventus dovrà essere lì, pronta ad approfittartene come uno squalo che quando sente l’odore di sangue non molla la sua preda fino a che non l’ha completamente sbranata.