In casa Juventus, ed in particolare da parte di Massimiliano Allegri, c’è preoccupazione relativamente ad una serie di calciatori che hanno fortemente tradito le aspettative nutrite dal tecnico livornese stesso ad inizio stagione.
Primo tra questi Alvaro Morata, “pupillo” del tecnico bianconero che lo ha espressamente richiesto alla società tramite il rinnovo del prestito oneroso dall’Atletico Madrid. Dalla punta lusitana Allegri si aspettava un bottino ben più cospicuo in termini realizzativi a differenza delle tre reti messe a segno sin ora. Un giocatore di buona tecnica ma particolarmente umorale, con un’instabilità emotiva che rischia di trasformarlo in un’eterna promessa.
Segue a ruota l’ex attaccante della primavera bianconera Moise Kean. Riportato in ventiquattr’ore a Torino da Mino Raiolo dopo la fuga di Cristiano Ronaldo, non sta offrendo il rendimento sperato anche causa una condizione fico atletica non ottimale.
A parziale scusante di questi due attaccanti il loro utilizzo nel ruolo di prima punta, loro che centravanti puri non sono.
Anche sulla trequarti campo Allegri si è trovato di fronte ad un’importante delusione dal momento che lo svedese Dejan Kulusevski, investimento da 45 milioni dell’estate 2020, ogni volta che è stato chiamato in causa non ha quasi mai offerto il rendimento sperato. Timido, impacciato, inconcludente e quasi mai determinante, tanto da mettere in discussione che il talento ex Atalanta e Parma possa essere un calciatore da Juventus.
Arriviamo al centrocampo, dove troviamo le noti più dolenti di questo primo scorcio stagionale.
Partiamo da Adrien Rabiot  nazionale francese dotato di incredibili potenzialità, quasi mai espresse in oltre due anni di Juventus, dimostrando altresì un indolenza e una mancanza di determinazione che hanno fatto a più riprese infuriare tifosi, tecnici e dirigenti torinesi.
Proseguiamo con Rodrigo Bentancur, mezzala che raggiunti i ventiquattro anni continua ad essere un giocatore non solo incompiuto ma in netta involuzione rispetto sia al diciassettenne che per personalità incantava la Bombonera che al Bentancur dei primi anni bianconeri.
E, dulcis in fundo, il brasiliano Arthur. Giocatore super valutato nell’operazione di scambio con Pjanic, avrebbe dovuto sulla portare qualità, geometrie e fantasia alla mediana bianconera ma, per quanto fatto vedere fino ad ora, continua ad essere l’oggetto misterioso della scorsa stagione. Un giocatore che vive di passaggi orizzontali al compagno più vicino, così come di velenosissimi e tragici retropassaggi come quelli che sono costati la recente sconfitta di Verona e quella contro il Benevento nello scorso campionato.