Con la Juventus impegnata in questo finale di stagione nel condurre in porto una quasi compromessa qualificazione in Champions League, vitale per il futuro del club, e con alle porte una finale di Coppa Italia da giocare, l’avventura sulla panchina bianconera di Andrea Pirlo pare avviata verso i titoli di coda.
La società, insoddisfatta del suo operato, vorrebbe ripartire con un profilo di maggiore esperienza e tralasciando le suggestioni Guardiola, Klopp, Flick, in questo momento storico nemmeno avvicinabili alla Juventus, proviamo a giocare con alcuni nomi che realisticamente potrebbero sedersi sulla panchina bianconera a far tempo dalla prossima stagione sportiva.

Il primo è quello di Massimiliano Allegri, che rappresenta il nome più gettonato un po’ da tutti gli addetti ai lavori. Per la stima e l’amicizia che lo lega al Presidente Andrea Agnelli, per l’ottimo ricordo lasciato in tutto l’ambiente bianconero, per essere stato uno degli allenatori più titolati della storia della Juventus e, elemento da non tralasciare, per essere Juventino nell’anima. Sul tecnico livornese, a cui Andrea Agnelli nel famoso incontro del sabato di Pasqua propose un contratto triennale, ricevendo la risposta negativa di Allegri stesso, pare però esserci una prelazione da parte del Real Madrid. Florentino Perez è da anni un suo profondo estimatore e anticipando tutta la concorrenza lo ha inserito di diritto nel casting di allenatori che il Real Madrid sta tenendo sulla corda qualora l’esperienza madrilista di Zidane dovesse giungere al termine alla fine di questa stagione. Allegri è fortemente tentato dall’esperienza iberica e a tutt’oggi parrebbe essere questa la sua più probabile destinazione nel caso il Real Madrid dovesse cambiare guida tecnica.

C’è poi Il sogno, rappresentato da Zinedine Zidane. Il tecnico francese vincitore di ben tre Champions League è da tempo il preferito dalla proprietà bianconera ed è in possibile uscita dal Real Madrid pur avendo ancora un anno di contratto a dodici milioni netti, con il destino totalmente nelle sue mani. La stima nei confronti dell’uomo e del professionista Zidane è smisurata ma a suo carico rimane un piccolo dubbio: l’aver allenato solo il Real Madrid. Ciò significa aver diretto soltanto giocatori del calibro di Casemiro, Modric, Kroos, Benzema, Cristiano Ronaldo, Marcelo, Garret Bale, e altri fuoriclasse analoghi. Come si troverebbe a dover allenare giocatori di tutt’altra caratura quali Bernardeschi, Frabotta, Bonucci, Rabbiot, Bentancur, McKennie solo per citarne alcuni? Inoltre, un altro paio di considerazioni: una Juve fuori dall’Europa che conta, sarebbe appetibile per il buon Zizou? L’attuale ingaggio di dodici milioni di euro all’anno percepiti dal tecnico francese sarebbe sostenibile per le casse di Via Druento?

Legato al nome di Zidane è quello di un altro illustre ex bianconero, vale a dire quello di Didier Deschamps, l’attuale CT della nazionale francese. Quello del transalpino sarebbe un ritorno sulla panchina bianconera essendo il tecnico che ha traghettato la squadra bianconera dalla serie B alla serie A nella stagione 2006/2007, quella del post-calciopoli. Qualora a termine europeo Didier decidesse di lasciare il testimone sula panchina francese, magari proprio all’ex compagno Zidane, potrebbe essere un nome caldo per la panchina bianconera.

Un altro nome molto gradito a Torino è quello di Roberto Mancini, attuale allenatore della nazionale italiana. Lo è per profilo internazionale, per classe, e per capacità di lavorare sia con campioni affermati che con i giovani. A Mancini alletterebbe e non poco allenare un top club come la Juventus, squadra di cui era tra l’altro tifoso in giovane età. Il dubbio è relativo alla volontà di svincolarsi dall’incarico di CT azzurro una volta finiti gli Europei rinunciando quindi a giocarsi il prossimo mondiale, quello di Qatar 2022.

L’uomo perfetto per ricostruire questa Juventus, come peraltro fece nella stagione 2011/2012 sarebbe Antonio Conte. Il tecnico salentino cha raggiunto il suo obbiettivo, ovvero vincere lo scudetto con l’Inter, alla Juventus ci tornerebbe di corsa, anche alla luce delle attuali difficoltà economiche del club nerazzurro. Considerati però i pessimi rapporti con l’establishment bianconero l’ipotesi che Conte possa tornare a lavorare alla Continassa è veramente ridotta al lumicino. Un suo ritorno potrebbe verificarsi solo con qualora dovesse cambiare l’attuale Presidenza bianconera, ipotesi a tutt’oggi alquanto improbabile.

Esistono poi tutta una serie di nomi degli italiani quali Luciano Spalletti, Roberto De Zerbi (sempre più vicino allo Shakhtar), Rino Gattuso e Simone Inzaghi, usati sicuri che non scaldano però più di tanto i cuori bianconeri. Tra questi ultimi, chissà se dietro al temporeggiare per il rinnovo contrattuale con Lotito e Tare da parte di Simone Inzaghi, possano esserci le sirene torinesi, essendo il suo un profilo decisamente sovrapponibile alle necessità del club bianconero.

Altro possibili nomi non italiani di origine ma di adozione sono quelli Paulo Fonseca in uscita dalla Roma di Sinisa Mihajlovic. Riguardo all’attuale tecnico del Bologna, alcune testate giornalistiche riferiscono di un suo contatto con i responsabili dell’area tecnica della Juventus. Il tecnico serbo non ha ancora sciolto le riserve riguardo alla sua permanenza nella città felsinea e in epoche non troppo lontane è già stato per ben due volte ad un passo dalla panchina bianconera essendo un profilo particolarmente gradito ad Andrea Agnelli. A sua colpa l’aver dato il meglio di sé in squadre di media levatura e aver sostanzialmente fallito in top club, vedi l’esperienza negativa al Milan. Sicuramente Mihajlovic potrebbe rappresentare la soluzione ideale in caso di Europa League con una squadra da ricostruire con un budget ridotto e un conseguente profondo ringiovanimento della rosa.

Infine, esiste la suggestione Giampiero Gasperini. Allenatore italiano con il gioco più europeo di tutti, tecnico che ha forgiato la favola Atalanta, provinciale che ha portato a sedere stabilmente al tavolo delle grandi. Pare che ad una frangia della società questa ipotesi non dispiaccia per nulla, anche se significherebbe fare piazza pulita di oltre tre quarti dell’attuale squadra, onde evitare al bravo tecnico nativo di Grugliasco il secondo fallimento in una grande dopo quello all’Inter nella stagione 2011/2012. A livello caratteriale Gasperini è un duro. Uno che non guarda in faccia a nessuno, disposto anche ad arrivare allo scontro pur di portare avanti le sue idee. L’epilogo della storia tra l’Atalanta e il suo giocatore più talentuoso, il Papu Gomez, è significativa in tal senso. Inoltre, chi da anni frequenta i ritiri dell’Atalanta ci parla di giocatori che a causa dell’intensità degli allenamenti del Gasp vomitino frequentemente, chi al termine del primo allenamento della giornata, chi al termine del secondo, chi al termine di entrambe le sedute. Ecco perché si ritiene che i suoi metodi di lavoro siano compatibili solo con giocatori giovani, affamati, con il sacro fuoco dentro, e non con atleti come Chiellini, Bonucci, Cuadrado, Dybala e Cristiano Ronaldo solo per citarne alcuni.

Per concludere, lasciando un 5% di possibilità a Pirlo di mantenere il posto sulla panchina bianconera, è possibile affermare che Massimiliano Allegri e Zinedine Zidane restano in pole position per il futuro della panchina bianconera, ma occhio a tutti i possibili outsider.