La leggenda narra che una delle migliori qualità del comandante Napoleone Bonaparte risiedesse nella notevole empatia che questi aveva instaurato con i suoi soldati, disposti a qualunque cosa pur di soddisfare le richieste del mitico generale. Al grido "Vive Bonaparte", gli uomini della Grande Armée erano pronti a dare tutto loro stessi, a spremersi fino all'ultima energia in corpo, persino a morire per quel omino (tra l'altro si è scoperto che non fosse tanto più basso dei francesi dell'epoca...) dalla volontà di ferro e dalla mente geniale. 

Un po' come farebbero i giocatori della Juventus (senza spargimenti di sangue, tranquilli) in favore del loro allenatore, lo stratega Massimiliano Allegri. Che, grazie a capacità fuori dal normale, ha saputo costruire negli anni una macchina perfetta, invincibile, inossidabile, fatta di campioni disposti a tutto pur di prendersi i tre punti. Sì, anche difendere uno striminzito gol di vantaggio in casa della cenerentola Frosinone: vedere all'88 minuto Cristiano Ronaldo dietro la linea della palla, difendere e contrastare alla stregua di un mediano, mi ha fatto un certo effetto. Il segreto dell'invulnerabilità bianconera sta proprio nel "trasformismo" dei suoi calciatori, abili a svestire i ricamati e firmati abiti da fuoriclasse indossando, quando il risultato lo impone, la sgualcita divisa da operaio. E' questo che le nobili decadute del nostro calcio (e l'Inter sta lavorando bene in tal senso) devono invidiare e "rubare" alla Juventus, in quanto rappresenta la sottile linea di demarcazione tra la vittoria e la sconfitta, tra uno Scudetto e un miserevole sesto posto in classifica.

"Minimo sforzo, massimo risultato...che NOIAAAAAA!". "Che schifo! E la cosa bella è che non so nemmeno perché mi sorprenda ogni volta!". "Che scempio! Passaggi in orizzontale lentissimi e cross nel nulla...Questo è il calcio di questo allenatore?". "A fine anno annunciate Zidane, per favore...". "Siamo una squadra che spende milioni per vincere negli ultimi 10 minuti allo Stirpe.". "Il Napoli ci distrugge se giochiamo come oggi, anche perché loro hanno un allenatore vero...". E il più divertente in assoluto: "Sì ma con questo allenatore puoi avere Mazinga, Gig Robot e Ken il guerriero in attacco, ma la noia vincerà sempre.".  Ecco a voi alcuni messaggi di tifosi della Juventus sui social dopo la vittoria di ieri sera a Frosinone. Se questo è realmente il pensiero della più parte dei supporters della "Vecchia Signora", cosa diamine dovrebbero scrivere quelli di Inter e Milan, afflitti e costernati dopo anni di ripetuti insuccessi e di rocamboleschi cambi societari? 

Capisco che i sostenitori della Juventus, avendo la "pancia piena" per i trionfi di questi anni, vorrebbero imporsi su ogni avversari segnando non meno di 4 gol a partita e vorrebbero vedere un calcio più spumeggiante, a maggior ragione dopo l'acquisto del più forte calciatore del globo terracqueo. Ma discutere Allegri, arrivando addirittura a fischiare i propri beniamini, è sbagliato, controproducente e fuori da ogni logica umana. Sviscero due dati in croce, giusto per ricordare cosa Allegri abbia portato in questi 4 anni di dittatura: 226 partite sulla panchina bianconera, 162 vinte, 71,68% di vittorie. Ah, quasi dimenticavo: double (Scudetto+Coppa Italia) di fila e due finali di Champions da sfavorito assoluto contro Barcellona e Real Madrid.  In molti ieri pensavano ad una passeggiata di salute dei campioni d'Italia al "Benito Stirpe", ma chi di calcio ne capisce seriamente era certo che non sarebbe stato così (senza dimenticare che se tutti i Frosinone vs Juventus, compreso quello di ieri, sono terminati a reti inviolate nei primi 45 minuti un motivo ci sarà). Come spesso accade Allegri ha dimostrato di essere uno stratega, un genio della panchina, capace di leggere la partita in corso come nessun'altro. Anche se la formazione iniziale è sbagliata, i cambi e gli aggiustamenti tattici del livornese rimettono le cose in sesto, trascinando i propri uomini alla vittoria, di sciabola o di fioretto, sempre e comunque. Proprio come, più di duecento anni or sono, era solito fare il grande Napoleone. 

Perciò se volete continuare a criticare un allenatore che vi fa vincere una partita e mezza ogni due di media, e se ne preferireste magari un altro, uno che garantisca l'agognato "bel gioco" ma che di trofei nemmeno l'ombra, fate pure. Tanto a Max non interessa, se ne frega. Lui ha soltanto una cosa in testa. Indovinate quale...