Spiegare la sconfitta di mercoledì sera in Champions contro il Real Madrid è stato esercizio facile e banale: prima partita del girone, fuori casa e per giunta contro i più forti del mondo. Perdere in Spagna non avrebbe (e non ha) cambiato la situazione di una virgola, soprattutto per quanto concerne le prospettive di qualificazione. I giallorossi si giocheranno il passaggio agli ottavi di finale contro Cska Mosca e Plzen: avversari tutt'altro che insormontabili. La Roma dell'anno scorso probabilmente non si sarebbe neppure posta il problema di vedersela con squadre tanto modeste; quella di oggi è una Roma che dovrebbe invece temere chiunque. Giustificare così una dêbácle di proporzioni immani come quella di Bologna sarebbe francamente utopistico. L'unica cosa saggia da fare è quella di fermarsi, analizzare la situazione e fare nomi e cognomi dei responsabili. Ma chi mandare alla gogna? Quali percentuali di colpevolezza dare alle varie componenti? Insomma, chi ha più colpe nel disastro giallorosso? Stanchi ed increduli soprattutto per l'abissale differenza rispetto alla scorsa stagione (ricordate l'incredibile ed impronosticabile semifinale europea contro il Liverpool?), i tifosi sono divisi: c'è chi lamenta lo scarso impegno dei calciatori, altri vorrebbero la testa (in senso figurato) dell'allenatore, altri  ancora che si chiedono se Monchi quest'estate non avrebbe potuto prolungare le proprie vacanze invece di sviluppare un mercato tanto negativo. Ci pensa il sottoscritto a mettere tutti d'accordo: gli sbagli vanno equamente suddivisi tra giocatori, Di Francesco e società. Poi, come spessissimo accade in un mondo così spietato come il calcio, a pagare (nell'immediato almeno) sarà sempre e comunque quel poveretto seduto in panchina, il quale, solo contro tutti, salderà il conto anche per gli altri. I capi d'imputazione sono fondamentalmente 3: 

1) Il mercato estivo: a Siviglia, Monchi passò alla storia come "Mr. Plusvalenza" generando introiti dal calciomercato per quasi 300 milioni di euro. Profitti che andavano di pari passo con i risultati, viste le Europa League in serie vinte dagli andalusi. Un conto è farlo in una realtà piccola e facilmente gestibile come Siviglia, un altro paio di maniche è attuare una politica così rischiosa sotto al Colosseo, in una città umorale e che si spazientisce subito come Roma. D'accordo, c'è il Fair Play Finanziario che pende come una spada di Damocle sulla società capitolina, ma vendere per 40 milioni il terzo giocatore più forte del pianeta e tre dei tuoi migliori uomini in un colpo solo non è ammissibile, neppure in regime di austerity. Inoltre, giovani virgulti come Justin Kluivert, Ante Coric e lo stesso Bianda che malissimo sta facendo in Primavera sarebbero dovuti andare in prestito per giocare, maturare e per evitare loro la pressione di queste prime, terribili settimane. 

2) "Le scelte del mister" - Di Francesco non ci sta capendo moltissimo: squadra che fa fatica ad entrare in forma, giocatori messi in campo un po' a casaccio e soprattutto senza determinazione e voglia di vincere. Oggi ad esempio è stato concesso a Kolarov del meritato riposo (meritato perché non ne aveva più, non per le sue prestazioni) e chi mette al posto suo Eusebio? Marcano! Un difensore centrale adattato terzino solo perché mancino di piede. È indubbio che le alternative (Luca Pellegrini e un altro adattato del ruolo, Davide Santon) non siano delle migliori, ma optare per l'ex difensore del Porto - tra l'altro apparso corpo estraneo già durante la pre-season - è stato quantomeno deleterio. E infatti allo spagnolo, responsabile sul gol di Mattiello del Bologna, un bel 4 in pagella non glielo leva nessuno. Un altro esempio? Kluivert ha fatto faville all'Ajax da ala sinistra per poi accentrarsi e dove lo posizione DiFra? A destra. E difatti l'olandesino figlio d'arte non ha minimamente inciso. Infine, questi Pellegrini e Cristante sono giocatori inutili, se non dannosi, per la Roma: vista la penuria di centrocampisti centrali di livello, serve che i due italiani si diano una mossa sia a livello fisico che mentale.

3) Squadra contro? Girano vorticose e senza freni le voci che dipingerebbero una squadra totalmente ingestibile, che giocherebbe addirittura contro il proprio stesso allenatore. Posto che io - da ex calciatore - non ho mai creduto a queste fandonie (per quale losco motivo si arriverebbe ad un comportamento così becero e avulso dai valori dello sport?), mi riesce complicato pensare che De Rossi e compagni siano arrivati a tanto. Forse l'atteggiamento di qualcuno, tipo Dzeko (il suo sbuffare e inveire contro i compagni mi irrita, e a voi?) farebbe propendere per questa teoria, ma d'altro canto l'impegno profuso da un cardine della Roma come capitan De Rossi sgombra il campo da qualsiasi dubbio. Tentativi di ammutinamento non ce ne sono stati e difficilmente ci saranno in futuro. 

Insomma, a soli 6 giorni dal Derby la situazione in casa Roma è da allarme (giallo)rosso. In definitiva, un'ultima faccenda mi lascia perplesso: per quale ragione Gerson è stato ceduto ad una possibile (probabile, dopo quest'ottimo inizio) concorrente per le posizioni d'alta classifica come la Fiorentina? E perché in prestito secco? Non avrebbe potuto far comodo in un centrocampo, come quello romanista, pieno di crepe ed interrogativi? Tutte domande relative. Mentre la Roma naufraga, il giovane brasiliano è ormai diventato essenziale per gli schemi di Pioli.