Partiamo subito dall'epilogo: per ciò che ha fatto, Chiesa merita di sedersi in tribuna minimo per le prossime tre giornate di campionato. Personalmente, prima di Inter-Fiorentina del turno infrasettimanale, non avevo avuto il piacere di assistere a molte rappresentazioni pallonare di Federico Chiesa in maglia viola; l'unica partita con protagonista il "figlio d'arte" dei Viola che vidi per intero fu quella in nazionale contro la Polonia. Non c'è che dire: gran talento, il migliore forse che il nostro depauperato calcio abbia saputo sfornare nell'ultimo lustro, ma giocatore di un'antisportività e di una scorrettezza rare. 

Già nella sfida di San Siro contro i nerazzurri mi erano balenati nella mente i primi sentori. I quali oggi si sono tramutati in certezza: Federico Chiesa è un "truffatore seriale". Riporto testuali le parole di Kwadwo Asamoah dell'Inter, che per tutta la partita ha dovuto sorbirsi le furbate di questo bischero: "Ho giocato contro Chiesa tante volte, è un giocatore forte, ha gamba ed è intelligente. C’era un momento della partita, però, in cui non lo sopportavo più: tutte le volte andava giù senza che io facessi nulla. Un giocatore comunque molto interessante".

Oggi contro l'Atalanta si è ripetuto il medesimo canovaccio. Ad un certo punto, nel secondo tempo della sfida giocata al Franchi​​​​​, la promettente ala viola sfugge via alla marcatura dei difensori orobici penetrando da sinistra in area di rigore, seguito a ruota dall'atalantino Toloi. Non appena vede con la coda dell'occhio l'arrivo del brasiliano, il furbetto si lascia andare cercando, in caduta, di venire in contatto con la gamba di Toloi; il tutto per rendere la recita ancora più verosimile.
L'arbitro dell'incontro, il signor Valeri, ci casca con tutte le scarpe: rigore, ammonizione per il centrale di Gasperini e gol del vantaggio fiorentino.

La decisione del fischietto romano è inopportuna, sbagliata, scandalosa. Ma la cosa che fa più arrabbiare - non solo gli sfortunati tifosi della Dea​​​​​​, ma i calciofili d'Italia unanimemente - è stata la scelta di affidarsi soltanto al Silent Check, non prendendosi la briga di andare a vedere l'azione incriminata direttamente sul monitor di servizio. Solito discorso, stesso problema di sempre, si torna sempre là: la VAR c'è, esiste, è in vita ma viene usata poco e male. Anzi, malissimo. 

A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: non sarà forse che la decisione dell'arbitro Valeri è una sorta di "compensazione in ritardo" del rigore dato all'Inter? Che le lamentele delle prèfiche Antognoni, Cognigni e Pioli abbiano dato i suoi frutti a distanza di pochi giorni?; vuoi vedere che la storia del "polpastrello maledetto" di Vitor Hugo ha centrato il bersaglio grosso? È possibile siano tutte mere ipotesi, congetture astrali, boutade da bar (anzi, "da VAR"). Ma non vi è dubbio che ad uscirne peggio, in tutta questa faccenda, sia lo stesso Chiesa. Comportandoti da "cascatore seriale", caro Federico, riesci a raccattare qua e là qualche punizione, ammonizione o rigore a favore; riesci a far guadagnare alla tua squadra tre punti in più in classifica. Ma ciò che nel frattempo perdi vale molto, molto di più: la dignità.