"Napoli usa il sapone", "Napoletani colerosi e terremotati" e l'intramontabile "Vesuvio lavali col fuoco": la Juventus vince l'ennesima partita - la settima consecutiva, per essere precisi - di questo suo sfavillante inizio di campionato battendo 3-1 in rimonta il volitivo e coriaceo Napoli messo in campo da Carlo Ancelotti; i suoi tifosi, invece, hanno perso.

Hanno perso perché udire cori del genere ed assistere a tali manifestazioni trasudanti odio e rancore nel XXI secolo è quantomeno vergognoso se non, appunto, anacronistico; hanno perso perché quelle parole becere ed offensive le hanno sentite ed imparate anche i bambini presenti allo stadio, che un giorno magari le ripeteranno fieri ed orgogliosi nella stessa curva che fu dei loro padri; hanno perso, in quanto prendersela con un ragazzone dileggiandolo e schernendolo con presunti ululati solo perché la sua unica colpa è quella di avere il colore della pelle diverso dal nostro, è veramente riprovevole. I tifosi della Juventus ieri hanno perso, e basta.

Eppure il campo ha sentenziato ancora una volta lo strapotere di una squadra, quella bianconera, fortissima. Una squadra a tratti inarrestabile, invincibile ed inesauribile, che molto probabilmente vincerà l'ottavo Scudetto di fila. La Juventus, battendo il Napoli, ha dimostrato - se ancora ce ne fosse bisogno - che in questa Serie A di rivali alla sua altezza non vi è nemmeno l'ombra. Chi scrive aveva pronosticato, in un articolo precedente, la vittoria del Napoli, mosso più da una vana speranza che da un solido ragionamento. La Juventus è di un altro pianeta e per fermare questa egemonia non bastano le deboli ed effimere resistenze di Napoli e Roma, ma serve di più. Il campionato italiano ha bisogno, ora più che mai, delle milanesi. L'Inter sembrerebbe quella messa meglio e inoltre parrebbe aver imboccato un percorso più virtuoso rispetto ai cugini, non fosse altro per una qualificazione Champions salvifica e oggigiorno decisiva. Ma intanto gli anni passano e la "Vecchia Signora" fa incetta di trofei...

Tornando al Big Match di Torino, i tifosi di casa se la sono presa anche con Carlo Ancelotti. In questo caso, a differenza dei cori razzisti rivolti contro i napoletani e Koulibaly, mi sento di giusticare parzialmente il comportamento dei supporters bianconeri: si tratta infatti di questioni personali, di un rapporto mai sbocciato tra la Juve e il tecnico; un rapporto che si è ulteriormente e successivamente incrinato col passare degli anni. Ricordo ad esempio l'episodio ingiustificabile del dito medio di Carletto al Trofeo Tim contro quei tifosi "che, a sentirli offendere e gridare contro di me, non ci ho più visto!"; ma anche la stessa finale di Champions a Manchester vinta da avversario sulla panchina del Milan non deve aver aiutato a migliorare la situazione.

"Va bene insultare me, ma perché prendersela con la città di Napoli?" ha dichiarato il tecnico di Reggiolo al termine della sfida. Concordo, caro mister. Alla fin fine, siamo tutti sulla stessa barca in questo mondo: dovremmo impegnarci perciò ad odiare di meno il prossimo. Amen​​​​​​.