L'amicizia rappresenta fin dall'antichità uno dei temi più trattati in assoluto nella letteratura, finendo spessissimo per esserne abusato o rovinato da inutili arzigogoli fini a se stessi. Secondo il celeberrimo filosofo greco Aristotele vi erano tre tipi di amicizie, suddivise in base all'oggetto verso cui tale sentimento viene indirizzato; una di queste era l'amicizia finalizzata all'interesse, al mero opportunismo. "...coloro che amano a causa dell’utile, amano a causa di ciò che è bene per loro (...). Per conseguenza, queste amicizie sono accidentali: infatti, non è in quanto è quello che è che l’amato è amato, ma in quanto procura un bene. Per conseguenza, le amicizie di tale natura si dissolvono facilmente, perché gli amici non rimangono uguali a se stessi: se, infatti, uno non è più utile o piacevole, l’altro cessa di amarlo. E l’utile non è costante, ma è diverso di volta in volta. Quindi, svanito il motivo per cui erano amici, si dissolve anche l’amicizia, dal momento che l’amicizia sussiste in relazione a quei fini".

Questo brano, tratto dall'Etica Nicomachea, dipinge fedelmente il rapporto sussistente tra i due centravanti di casa-Inter: Mauro Icardi Lautaro Martinez. Rapporto che potrebbe essere ulteriormente sintetizzato dalla massima ciceroniana "Amicus certus in re incerta cernitur" (traducibile con il detto italianissimo de "l'amico si vede nel momento del bisogno".). E proprio di sostegno ed ospitalità aveva bisogno Lautaro quando quest'estate mise piede per la prima volta a Milano: chi poteva garantirgliele, se non il quasi coetaneo - ed argentino come lui - Mauro Icardi? L'ex sampdoriano ha aperto volentieri al "Toro" le porte del suo attico affacciato su San Siro, permettendogli quindi di ambientarsi in una grande città come Milano e di avere un appoggio morale e sentimentale negli inevitabili momenti bui che una tale esperienza ti frappone come ostacoli. Ma, ora che Lautaro si è abituato alla frenetica vita meneghina e soprattutto ai forsennati (rispetto alla Liga argentina) ritmi del calcio italiano, questo quadretto idilliaco potrebbe presto mutare.

Queste mie argomentazioni potrebbero sembrare ai più esagerate, infondate, se non addirittura fantomatiche alla luce dello straordinario momento di forma attraversato recentemente dalla banda spallettiana. Concordo con voi, cari detrattori, se non fosse che la situazione potrebbe presto sfuggire di mano, come un cielo limpido che d'improvviso si riempie di minacciose nubi temporalesche. In che modo? Semplice: Lautaro Martinez è ormai pienamente consapevole della sua forza e perciò vuole giocare titolare. Quando quest'estate la dirigenza nerazzurra acquistò il prodigioso attaccante dagli argentini del Racing Club - il tutto per la sbalorditiva cifra di 16 milioni di euro; c'è realmente qualcuno che abbia ancora il coraggio di criticare l'operato di Ausilio? - mai si sarebbe aspettata un exploit del genere da parte del ragazzo. In sostanza, l'Inter sapeva in cuor suo di aver preso un grande attaccante, non avendo però l'assoluta certezza che si trattasse di un vero e proprio fuoriclasse. Le sentenze, come sempre, le ha confermate il campo: nonostante i pochi minuti giocati (causa anche infortunio al polpaccio), il bomber argentino ha mostrato al mondo intero le stimmate del predestinato. D'altronde, come altro apostrofare uno che timbra il cartellino all'esordio da titolare sia con la maglia del suo club che con quella dell'Albiceleste? 

"Giocare in coppia con Icardi? All'Inter non si può a causa del modulo". Queste dichiarazioni del "Toro" - che fanno il paio con quelle ben più roboanti del padre-procuratore, Mario Martinez - mostrano in filigrana una certa frustrazione del ragazzo, il quale ha capito l'aut aut tattico che imprigiona l'Inter ma anche, in misura minore, la Nazionale argentina: o lui o Icardi, entrambi mai. Chi può biasimare Spalletti per questo? Nessuno. Con il 4-2-3-1 l'Inter vince, ma soprattutto convince: chi glielo fa fare al tecnico di Certaldo di modificare una macchina quasi perfetta, stravolgendone meccanismi ed equilibri ormai da tempo consolidati? Un'alternativa potrebbe essere quella di un avvicendamento con Nainggolan nel ruolo di trequartista, ma anche qui parrebbe più un'utopia che una reale possibilità tattica: primo perché il belga è un pupillo dell'allenatore, senza dimenticare che è più forte ed esperto del compagno; secondo perché Martinez non è abituato a giostrare dietro le punte, un ruolo che ha già fatto in carriera (vedasi contro il Sassuolo), ma che lo limita fortemente.

Per questa serie di motivi - e al netto dell'indiscussa titolarità di Mauro Icardi al centro dell'attacco interista -, l'unica strada percorribile sembrerebbe quella di un prestito, al fine di non scontentare ulteriormente Lautaro. Una cessione temporanea che nulla avrebbe a che vedere con quella che ha portato Gabigol in Brasile. Non sia mai! I due calciatori non vanno neppure paragonati per talento, bravura, forza fisica, senso del gol... e chi più ne ha più ne metta! Proprio per questo Martinez andrebbe prestato ad un club di Serie A: i primi che mi vengono in mente sono Genoa (qualora Preziosi decidesse di privarsi di Piatek già a gennaio) o Sampdoria, dove andrebbe a formare una coppia d'attacco fenomenale (e tatticamente compatibile) con Quagliarella. Naturalmente con la clausola che obbligherebbe le suddette società a non schierare il "Toro" contro l'Inter.

Sono cosciente del fatto che le mie parole risulteranno stonate alla stragrande maggioranza dei lettori interisti, ma non è mia intenzione essere accondiscendente, quanto piuttosto essere il più fedele possibile ai fatti. E i fatti dicono che - posto che Icardi e Lautaro siano davvero compatibili sia come amici che come attaccanti - i due argentini difficilmente avranno occasione di giocare insieme. Questo articolo che state leggendo, cari lettori, avrà lo stesso valore della carta igienica qualora sussista almeno una della seguenti ipotesi: Spalletti decide di cambiare modulo abbracciando le due punte (la vedo dura...); Lautaro Martinez accetta di giocare spezzoni di gara o le poche occasioni da titolare che Luciano gli concederà contro Spal e Chievo in casa (la vedo durissima).