Il sottoscritto immagina che l'incontro tra Giuseppe Marotta e Sua Eccellenza Zhang Jindong presso il maestoso quartier generale di Suning a Nanchino si sia svolto grossomodo così: "Benvenuto nella mia umile dimora, Giuseppe. Ha fatto buon viaggio? E la suite da 50.000 euro a notte che gli abbiamo fornito è di suo gradimento? Ma bando ai convenevoli... l'abbiamo scelta per un motivo molto semplice: vincere lo Scudetto entro il 2021. Pensa di potercela fare?". Marotta, stupito, risponde: "Lei però così mi offende Mister Zhang. Non ho fatto tutta questa strada per sentirmi dire di vincere un semplice campionato. Io voglio molto, molto di più...".

Al di là di come sia andata realmente la visita di Beppe a Nanchino, una considerazione (più di ogni altra) appare concreta e fattuale: l'Inter è una società in rampa di lancio. Una crescita costante ed esponenziale che riporterà a breve la Beneamata là dove è rimasta esclusa per troppo tempo, ossia nell'esclusivo salotto delle big d'Europa. Utilizzando una metafora del quotidiano, i nerazzurri sembrano una fuoriserie che, a gran velocità, supera tutte le altre auto che viaggiano nell'autostrada della Serie A. Persino la Jeep guidata dalla Juventus. Quest'ultima percorre indisturbata il suo viaggio a 130 km/h, una velocità leggermente inferiore rispetto a quella dell'Inter (a 135 km/h, che però è oltre il limite consentito). Quindi il club meneghino, prima o poi, è destinato a sorpassare anche la Vecchia Signora. E niente multe stavolta! A giugno infatti l'Inter si svincolerà dal Settlement Agreement con la UEFA, potendo finalmente operare a briglie sciolte sul mercato.

E che i tifosi della Juventus non si offendano!
È ovvio che i bianconeri continueranno a vincere, ma sarà un dominio meno accentuato e meglio contrastato. Da chi? Dall'Inter, ovviamente. Usando una terminologia politica, i due club sono prossimi a creare una vera e propria diarchia ("doppio re") nel nostro calcio, spartendosi i titoli e alternandosi sul trono nazionale anno dopo anno. Con buona pace di altre rivali come Napoli e Roma, ben attrezzate ma caratterizzate da una crescita più ristretta e disabituate a vincere: magari conquisteranno qualche Scudetto qua e là, ma saranno effimeri trionfi lontani da una conclamata e duratura egemonia (in stile Juve, per intenderci).

Quali sono i motivi che spingono l'interista medio ad essere così ottimista riguardo al futuro della propria squadra?

  1. La recente nomina di Steven Zhang a Presidente nerazzurro e quella ufficiosa di Marotta quale nuovo amministratore delegato dimostrano che la musica è cambiata: soprattutto a livello politico l'Inter tornerà a fare la voce grossa. La domanda sorge spontanea: non è che Beppe ed Ausilio si "pesteranno i piedi" sul mercato? La risposta ce la potrebbe fornire Walter Sabatini che, nella sua breve esperienza da coordinatore dell'area tecnica di Suning Sport Groups (ruolo, a grandi linee, molto simile a quello di Marotta), non intralciò in alcun modo i piani di Ausilio. Lo stesso accadrà con l'ex Juventus, che affiancherà e NON si sovrapporrà al diesse nella scelta dei giocatori e nelle trattative. Il risultato sarà un'organigramma più organizzato e "snello", nel quale spiccherà una figura dirigenziale di alto prestigio ed enorme esperienza come da anni non se ne vedevano all'Inter.
  2. Luciano Spalletti è riuscito nell'arduo compito di coniugare i risultati con il bel gioco. Checché se ne dica, i nerazzurri hanno un impianto tecnico-tattico strutturato e definito: in parole povere, l'Inter gioca bene. E vince. Dando uno sguardo alla "fredda" statistica, la crescita in termini di punti in classifica è impressionante: 55 punti nella stagione 2014/15; 67 l'anno seguente e 62 nel 2016/17; 72 nel passato campionato e 28 in 13 giornate in quello attuale. Una proiezione garantirebbe al tecnico di Certaldo un'ottantina di punti a maggio: forse non saranno sufficienti per lo Scudetto, ma comproverebbero le intenzioni del Biscione.
  3. L'Inter è destinata a migliorare di continuo: sarà gradatamente più forte, più giovane e più italiana. Non che italiano sia per forza sinonimo di vincente, ma è certo che avere un buon numero di calciatori in Nazionale sia un fattore comunque positivo. Assodato che ormai, tra le rovine dell'Italia post-venturiana, si trovano anche i resti del mitico "blocco Juve", la speranza è che magari possa essere proprio l'Inter a rappresentare in futuro l'ossatura degli Azzurri. Qualcosa in tal senso si sta già muovendo: il gol di Politano (che giocatore!) su assist di Gagliardini contro gli Stati Uniti rappresenta una scena a cui gli interisti non erano più abituati. Chiunque si ostinasse a dileggiare ancora l'Inter per i troppi stranieri, farebbe bene a spostare la propria attenzione su altre questioni, magari un tantino meno prevenute. È vero che il 9 marzo 1908 Giorgio Muggiani e gli altri dissidenti rossoneri l'hanno chiamata "Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo", ma è altrettanto corretto affermare che i nerazzurri sono al secondo posto nella graduatoria all-time delle squadre che più hanno sostenuto la Nazionale.
  4. Da giugno sarà tutto un altro calciomercato. Un consiglio ai tifosi interisti è d'obbligo: non aspettatevi fin da subito i "botti" alla "Messi" o alla "CR7", potreste rimanerne fortemente scottati. Però è altresì vero che formule astruse, prestiti con diritto di riscatto, rateizzazioni e dilazioni di pagamento varie saranno solo un brutto ricordo. Riallacciando il discorso al punto 3, gli obiettivi di Ausilio e Marotta saranno soprattutto italiani, e i nomi sono sempre gli stessi: Pellegrini, Barella, Tonali, Sensi. In pratica la crème de la crème che oggigiorno il nostro Paese ha da offrire in fatto di talenti calcistici. Ma, al di là di questo encomiabile patriottismo, c'è un nome in particolare che stuzzica l'appetito dei dirigenti nerazzurri. Un nome trascritto ormai sui taccuini degli osservatori di mezza Europa e che lo stesso Ausilio visiona da almeno tre stagioni.

Anche voi siete curiosi di conoscere questo fenomeno che ha stregato l'Inter, pronta ad offrire una cifra mostruosa per accaparrarsi il nuovo Golden Boy? Venitemi a trovare sul prossimo articolo dedicato ai colori del nero e dell'azzurro, non ve ne pentirete!