Il mercato non va mai in letargo: nonostante il campionato sia in pieno svolgimento, l'attenzione di molti addetti ai lavori è incentrata (e concentrata) su scambi e possibili colpi per la sessione di gennaio. L'Inter​​​​​​, ad esempio, lavora sottotraccia per garantire a Luciano Spalletti quegli innesti di qualità funzionali al miglioramento della rosa e al rafforzamento del progetto tecnico per i prossimi anni.

La lacuna più evidente nella formazione interista è presente in mezzo al campo: l'assenza di un play basso, di un metronomo, di un regista che dia un gioco armonioso e concreto è un problema ormai atavico, quasi connaturato alla stessa imprevedibilità della "Pazza Inter". L'uomo più indicato a prendere le redini del cavallo imbizzarrito nerazzurro è Marcelo Brozovic: il croato, spostato nel ruolo di regista quasi casualmente, si è dimostrato capace di assolvere al suo nuovo compito senza troppi problemi, come dimostrato anche agli ultimi Mondiali trascorsi da vero trascinatore della sua nazionale.

Il classe '92 di Zagabria ha però un difetto tipico di molti talenti balcanici, ossia l'incostanza: saprà perciò mantenersi su questi livelli anche nei prossimi mesi? Solo il tempo e il prosieguo della stagione ci daranno le giuste risposte. Intanto Ausilio si cautela, perlustrando il mercato alla ricerca di un metronomo naturale, un giocatore che abbia sempre fatto quel ruolo (non come Brozovic, che in fin dei conti è adattato). L'occhio attento del d.s. nerazzurro non poteva che cadere su Sandro Tonali​​​​​​, fulgido talento svezzato a Brescia.

Col club lombardo il ragazzo - che ormai in molti di voi avranno già imparato a conoscere grazie ai rumors di mercato e all'ottimo Europeo disputato con l'Under19 - ha esordito tra i professionisti a 17 anni, dimostrando subito di avere qualità fuori dall'ordinario. Nel suo primo campionato di B, il classe 2000 di Lodi ha stupito tutti, collezionando una ventina di presenze con 2 gol e altrettante assistenze per i compagni. Un rendimento eccellente, che ha catalizzato su di lui le attenzioni dei club più importanti d'Italia (tra cui proprio l'Inter), pronti a darsi battaglia per colui che unanimemente viene considerato "il nuovo Pirlo".

​​​​​L'accostamento con il Maestro parrebbe un tantino blasfemo, ma alcuni elementi ci portano verso questa direzione: stesso ruolo (tra l'altro Pirlo iniziò come mezzala; fu Carlo Ancelotti a cambiargli ruolo); stessa provenienza, avendo entrambi militato nelle giovanili del Brescia; stesso look​​​​​​, coi proverbiali capelli "a caschetto" che sembra quasi un segno distintivo dei registi di centrocampo. Tonali ha recentemente rinnovato il contratto con le Rondinelle fino al 2022 (con opzione di 1 anno) e ciò, unito alla bagarre per acquistarlo, non farà altro che farne lievitare il costo: l'estate prossima, per meno di 30/35 milioni, un talento così non lo porti a casa. L'Inter, non avendo più le impellenze del FFP, parte in prima fila. 

La porzione di campo interista che necessita di minori interventi è senza dubbio l'attacco, essendoci un sacco di esterni e di ali offensive. Per non parlare dell'intoccabilità (che mi perplime assai) di Capitan Icardi che, a meno di offerte sopra i 100 milioni, difficilmente farà i bagagli. Dovesse succedere una simile eventualità, l'Inter non si farebbe di certo trovare scoperta ed impreparata, cominciando già da ora a guardarsi intorno: la candidatura principale a "vice" o a "nuovo" Icardi è quella di Krzysztof Piatek, attaccante classe 1995 in forza al Genoa che ormai anche i muri conoscono. Adesso è facile parlare, ma quanti di voi sapevano dell'esistenza del polacco ai tempi del Cracovia Krakòw? Pagato 4 milioni in estate da Preziosi, Piatek ora ne vale minimo 5 volte tanto. 

L'imprenditore genovese, con l'acquisto di questo attaccante, sembra abbia quasi voluto mettere una pietra tombale all'aneddoto (dai tratti ormai leggendari) secondo cui il Genoa tempo fa fosse stato vicinissimo all'acquisto di Robert Lewandowski. Fu una trattativa reale e concreta, ma alla fine il lungagnone polacco passò al Borussia Dortmund a causa dell'alto costo del cartellino. Indovinate quanto? 4.6 milioni, 600 mila euro in più di Piatek. Evidentemente oggigiorno il presidente del Grifone se la passa meglio...Chi vi scrive crede non sia così, tendendo in considerazione che l'anno prima, nel 2009, Preziosi aveva venduto a suon di milioni all'Inter El Principe Diego Milito, uno dei protagonisti principali (se non IL protagonista) del Triplete del 2010. Che Dio benedica entrambi. 

Parlare di somiglianza tra Piatek e Milito è quanto di più offensivo possa pensare chi afferma di capire qualcosa di calcio. É una bestemmia, per usare un eufemismo. Però c'è qualcosa che mi fa propendere per questo paragone: saranno le movenze, lo stile di gioco, l'opportunismo sottoporta da vero bomber​​​​​​, la medesima altezza (183 centimetri) o che altro, ma Piatek mi ricorda, lontanamente, il primo Milito genoano. Quello del 2004/2005, stagione in cui un perfetto sconosciuto lasciò il Racing Club per riscrivere la storia del calcio italiano e mondiale. 

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