Le voci circolanti ormai da diversi giorni diverranno presto realtà: Gennaro Gattuso, nel breve volgere di poche settimane, lascerà il timone di comando del Milan ad Antonio Conte.

Una notizia sorprendente, ma fino ad un certo punto: dopo gli addii di Fassone e Mirabelli, la testa del tecnico calabrese - fortemente voluto proprio dal suo corregionale - sarà l'ultima ad essere ghigliottinata. ​​​​​È infatti questione di ore - meglio, di settimane - e poi finalmente i tifosi rossoneri potranno mettere la parola fine ad uno dei paragrafi più convulsi e tribolati della gloriosa storia milanista, fatta letteralmente a brandelli in soli 12 mesi da uno pseudo-miliardario cinese.

Una storia, quella rossonera, che ha visto come protagonista anche il buon Rino, innamorato perso di quei colori, e che se dovesse tornare indietro direbbe sì altre cento volte alla proposta di Fassone e Mirabelli, nonostante le note vicissitudini in seno al club abbiano portato ad un epilogo tanto negativo.

La verità - nuda e cruda, tagliente come una sciabolata (poco morbida, in questo caso) - è che Gattuso sa tutto: dell'incontro neanche tanto segreto tra l'entourage di Conte e gli uomini di Scaroni, neopresidente dell'A.C. Milan; della preferenza di quest'ultimo, amico del Berlusca, nei confronti del tecnico leccese, il favorito principale del futuro piano tecnico; del fatto che la situazione - in stand-by - si risolverà non prima di due settimane. Come mai quest'attesa, snervante e, in un certo qual modo, irrispettosa verso una leggenda rossonera come Rino? Perché non dargli il colpo di grazia seduta stante, esonerandolo prima dell'avvio del campionato? La risposta ce la fornisce la situazione poco idilliaca che Conte sta sbrogliando con gli avvocati del Chelsea.

Antonio Conte è stato recentemente sostituito dal connazionale Maurizio Sarri (un grosso in bocca al lupo per lui). Nonostante ciò, l'ex Juventus è ancora regolarmente sotto contratto con i londinesi. E che contratto! Il leccese vuole da Abramovich i soldi spettanti negli ultimi undici mesi contrattuali, a cui si aggiungono - nelle sue volontà - le sterline della salatissima penale. Totale? 20/25 milioni che Conte vuole mettersi in saccoccia fino all'ultimo centesimo, senza fare sconti al Chelsea. Dove ci condurrà tale immotivata cupidigia? Non in un bel luogo, temo. 

Ad ogni modo, Conte chiede tempo. E Gattuso, al corrente anche del dettaglio più nascosto, non farà di certo la prima mossa. Quella la lascia a Scaroni e ai suoi sicari: Rino non darà mai e poi mai le dimissioni dal Milan: in primis perché ama questi colori più della sua stessa vita, e in secundis perché l'opportunità di allenare il Milan la stava sognando da anni e chissà quando si ripresenterà. Come detto, la situazione è congelata: pare una partita a scacchi dove un contendente aspetta la giocata dell'avversario prima di fare la sua. Per usare una metafora, il Milan si trova in una situazione di apparente quiete, inframmezzata da due tempeste di proporzioni immani: la prima, quella societaria, ha ribaltato tutto; la seconda, puramente tecnica, chissà dove lo condurrà. 

Gennaro "Ringhio" Gattuso è un uomo morto che cammina sul miglio rossonero (sono certo abbiate colto la sottile metafora filmica) ed è consapevole del fatto che presto dovrà fare le valigie e alzarsi da quella tanto bramata panchina. Una panchina, quella rossonera, che il calabrese avrebbe meritato di assaporare per più tempo.