Quanto accaduto sabato sera a Udine viene banalmente classificato come un pagina nera del razzismo nel nostro paese. A mio avviso, questa interpretazione, che sembra la più banale e va per la maggiore, è completamente errata. Se è pur vero che qualche razzista esiste anche tra i tifosi dell'Udinese, credo che in questo caso la frustrazione da mancanza di risultati abbia preso il sopravvento.

La tifoseria bianconera da anni si rifugia dietro la sterile affermazione: 'L'Udinese ha i bilanci migliori della serie A'. Ma l'indagine dell'anticorruzine spagnola su Gino Pozzo qualcosa ha mosso nell'orgoglio finanziario. Certo che in Italia non è successo nulla, ma tra gli sfottò al bar la questione bilancio è meglio non evocarla. Quel bilancio che ha giustificato un sistematico smantellamento della rosa dell'Udinese, che con la cessione di Beto ha decretato una delle peggiori stagioni calcistiche degli ultimi 20 anni.

La mancanza di risultati brucia, il 4-0 subito dall'Inter è un oltraggio subito al proprio orgoglio, le rimonte subite a raffica. Ecco allora che forse, non per razzismo ma per frustrazione da risultato, si spiega una delle pagine più nere viste allo Bluenergy Stadium. Nel tentativo di far innervosire qualche avversario si è oltrepassato il segno.
Ma se ben ricordiamo, a Udine giocano pochi italiani e negli anni abbiamo visto diversi giocatori di varie etnie, e a mia memoria TUTTI sono sempre stati coccolati. 

L'Udinese è vetrina anche del Friuli Venezia Giulia, main sponsor con il marchio "Io Sono Friuli Venezia Giulia". Il danno di immagine in se è già notevole.
Auspico pene giuste ma non troppo severe, e un intervento della società volto a COMPRARE giocatori e non a FARE CASSA.