L'Hashtag United, club fondato nel 2016, entrerà nella piramide calcistica inglese, partecipando alla Southern Midland Division One. Non proprio una notizia da prima pagina sui principali quotidiani sportivi, direte voi. La notizia veramente interessante sta nella storia e nel nome stesso di questa squadra, che - lo avrete già capito - rispecchia l'epoca radicalmente digitale ed interamente tecnologica in cui viviamo.  

YOUTUBE E CALCIO - La loro casa è un dominio di YouTube, invece che una città reale; i loro fan sono online, e non sugli spalti di uno stadio; le loro partite sono esibizioni contro squadre di attori, comici e uomini d'affari. Questo è - in estrema sintesi - l'identikit di una squadra sui generis, mai vista prima ad ora e nata in circostanze straordinarie. L'Hashtag Utd è formato da un nucleo di ragazzi che si sono conosciuti su internet, pubblicando e commentando i video delle loro partite a Fifa (il famoso videogioco EA Sports). Hanno poi deciso di organizzare una vera e propria squadra di calcio, dotata di un numero di sostenitori considerevole (600.000 utenti collegati settimanalmente), che - per ovvie ragioni logistiche - costringe capitan Spencer Owen a tenere nascosti luoghi ed orari delle partite. Chi è questo tizio?

IL DEUS EX MACHINA - Spencer Owen è pressoché sconosciuto alle nostre latitudini, mentre in Inghilterra è un youtuber famosissimo, una vera e propria star del web da milioni di visualizzazioni a video. Sul rettangolo di gioco è un mediano dalle scarse qualità, ma questo non compromette il successo suo e della squadra: quello che più coinvolge i fan non sono le partite in sé - noiose e di basso livello - bensì la narrazione, la storia che c'è dietro quel gruppo di nerd. Spencer è un vero e proprio regista: fa filmare, sviluppare e infine pubblicare il video di ogni partita, il cui prodotto finito andrà su YouTube per la gioia dei tifosi. Come detto, le partite dell'Hashtag United sono delle semplici esibizioni. Nel 2017 la squadra gialloblu ha giocato a Wembley davanti a 20 mila persone contro la F2 Tekkers Town, una formazione creata per l’occasione dal freestyler William Wingrove: per una partita hanno vestito la maglia dell’Hashtag United anche ex calciatori professionisti come Robbie Fowler, Robbie Savage e William Gallas.

LA SVOLTA - Da settembre il club parteciperà ad un campionato ufficiale, a livello amatoriale. Il decimo gradino, quello più basso: non proprio la crème de la crème, ma è pur sempre un inizio. "Potremmo raggiungere la Premier League in nove anni - scherza, ma fino ad un certo punto, Spencer Owen - la Sunday League (il calcio amatoriale, ndr) ti permette di raggiungere la Football League, cioè il professionismo, poi la Premier, e un giorno, chissà, la Champions League. Ti permette di sognare." Molti pensano che l'entrata nel sistema porterà l'Hasthtag United ad imborghesirsi. "Non diciamo sciocchezze - prosegue - non siamo un club che vuole vincere a tutti i costi, ma un gruppo di amici. Non abbiamo intenzione di cambiare ogni anno dieci giocatori. Non ne avremmo nemmeno le possibilità economiche, nonostante il nostro 'giro' online. Ogni ricavo che entra verrà subito utilizzato per migliorare l'organizzazione societaria." Questo ragazzo è troppo intelligente per non capire che "il fenomeno dell'Hashtag United è la più eccitante e futuribile idea basata sul calcio dopo la Premier League." E bisogna sfruttarla, prima che passi di moda. 

FORTI CRITICHE - Non tutti la pensano così, però. Il Broxbourne Borough non ha preso bene la decisione della Football Association di promuovere d’ufficio l’Hashtag United al suo posto: di fatto, il Broxbourne è stato retrocesso a tavolino e non sul campo. Su Twitter si sono scatenate le critiche alla Fa per essersi aperta a una società considerata un mero esempio di marketing: «È uno scherzo», «assolutamente disgustoso», «vergogna» sono le parole più usate dagli appassionati ma anche da altre realtà locali del calcio inglese, più storiche della squadra degli Youtuber. E più arretrate.