Basta. Vi prego. Fermatevi! Così non se ne può davvero più! Penso, invece, ci troveremo di fronte a un lungo periodo in cui il pallone passerà in secondo piano per lasciare spazio a Tribunali, sentenze e materia legale. Si dice che “non è calcio” per l’assenza del pubblico. Le persone stanno perdendo il loro amore verso una disciplina che ha dovuto abbandonare la propria anima. E’ assolutamente vero. Vedere una gara priva di spettatori è come andare a ballare in una discoteca vuota. Non ha senso. Se all’inizio si poteva anche sopportare, ormai osservare le tribune vuote è davvero opprimente. Per fortuna, come sottolineato pure dal Sottosegretario allo Sport Vezzali, si stanno approntando le prime riaperture che sono un segnale di forte speranza. Ammirare il pubblico agli Internazionali di tennis al Foro Italico è stato qualcosa di assolutamente fantastico. E’ risultata un’esperienza sensoriale. Si è tornati a riassaporare fragranze e odorare profumi che mancavano da più di un anno. In sostanza si è tornati alla vita.

Smettete di martellare il calcio
Peccato, però, che mentre gli altri sport rialzano la testa provando a superare la pandemia, il football si stia bloccando nelle sue magagne. Fu il primo a ripartire e lo fece nel migliore dei modi. Il rigido protocollo ha funzionato. Ora, però, è quello nella peggiore posizione possibile. Chiuderà i battenti? Impossibile immaginare che ciò possa accadere veramente. Sarebbe un cataclisma per un’infinità di persone. Detto degli atleti, allenatori, dirigenti o procuratori che hanno già guadagnato cifre esorbitanti in grado di mantenere generazioni di persone, esiste un mondo collegato a questo. Penso ai soliti noti: giardinieri, medici, magazzinieri, fisioterapisti, addetti stampa, segretari e molte altre figure professionali, dipendenti della società, ma con remunerazioni non paragonabili a quelle dei più fortunati colleghi. Significherebbe dover sopportare il peso di tali individui, molti di cui mantengono pure le loro famiglie. In sostanza, un’ecatombe peserebbe sulle casse di un Paese che non può sicuramente permettersi di sostentare tutta quella gente. Un settore che “salta”, per usare le parole di Evelina Christillin rilasciate a Radio Sport Anch’io, non è come una singola piccola impresa. Pure questo è un dramma per chi ne fa parte e non voglio sicuramente sminuirne la portata, ma immaginatevi se si parla di un intero comparto. A volte, mi stupisco della banalità e semplicità con cui alcuni dirigenti trattano gli eventi e proferiscono le parole. Tanto più per chi ha un trascorso da giornalista come la valdostana. Chi ha vissuto nel mondo della comunicazione dovrebbe sapere che ogni singolo vocabolo ha un enorme peso e non può essere rilasciato con leggerezza. Dev’essere calibrato e valutato fino all’ultimo accento. Non voglio dire che non lo abbia fatto ma, se quelle dichiarazioni fossero considerabili alla lettera, sarebbe un dramma per il sistema economico di uno Stato. Non solo per il calcio. Si pensi pure a ciò che ruota intorno a tale mondo. Ai media che, a tratti, sembrano giustamente approfittare della situazione. E’ il loro mestiere. L’audience procurata da certi argomenti è sicuramente importante, ma sfruttarla è come tirarsi la zappa sui piedi o infliggersi il cilicio. Cosa farebbero senza il pallone? E gli altri? Penso ad albergatori o alla ristorazione che ormai potrebbero pure tornare a godere della presenza del pubblico alle partite. Ciò significa viaggi e, spesso, anche turismo.

E’ più di un anno che le preoccupazioni sono soprattutto esterne al football. Dal covid, alla crisi economica, per chiudere con la Superlega. Se il primo era un fattore da cui non ci si poteva difendere, a volte, ho l’impressione che la seconda e la terza siano risolvibili con la buona volontà. Questa, però, pare mancare. Nessuno vuole rinunciare ad alcunchè. Lo scrittore italiano Roberto Gervaso afferma che: “Compromesso sull’essenziale, sì. Sul superfluo, mai”. Posso sostenere che mi trova d’accordo. Qualcuno ritiene che sia una pratica disonorevole in cui non si trova reale giovamento. Non credo proprio sia così. Non ho mai conosciuto persona che ottenesse tutto ciò che voleva. Nella mia esistenza, non ho mai visto un successo completo e senza cedimento. E’ impossibile perché è contro la natura umana. Personaggi come Gandhi sono stati pronti anche alla morte per le proprie idee, ma è un concetto diverso. Pure essa diventa una specie di accordo perché accettano l’idea della fine pur di raggiungere uno scopo per loro fondamentale. Ho il massimo rispetto per le scelte di tali immense figure, ma ritengo e spero che si possano raggiungere gli scopi del pallone senza conseguenze tanto devastanti. Il coronavirus ha messo in ginocchio le finanze di uno sport già in estrema difficoltà. La querelle legata al nuovo torneo d’élite è soltanto l’espressione finale della situazione. E’ l’ultimo grido d’aiuto. La strada è una e unica. Raggiungere un’intesa tra le parti. Gli attori protagonisti di questo mondo devono mettersi intorno a un tavolo e trovare un accordo definitivo, ma con l’intenzione di centrarlo. La volontà non dev’essere quella di ottenere tutto, bensì di cedere qualcosa in cambio di altro per salvaguardare il sistema. L’impressione, invece, è che si voli verso una contesa senza fine in cui tutti sono arroccati nelle proprie posizioni andando a chiamare in causa i Tribunali senza conoscere tempi e sentenze. E’ come infilarsi in un vicolo cieco a velocità straordinaria e bendati. Assurdo!

Sapete cosa state distruggendo? Avete una vaga idea di ciò che è nelle Vostre mani? Detto di un fattore puramente vitale, esiste anche un dato sociologico che sicuramente risulta meno importante del primo. E’ chiaro che, considerando il pallone come un gioco senza business, il mondo riuscirebbe a farne a meno. Se sparisse il gotha del football, a cascata andrebbe a morire tutto il resto del settore? Beh… penso proprio di sì. Immaginatevi la scena. E’ lunedì sera. Tizio dovrebbe avere il calcetto con gli amici. Quanto può durare se non ha la possibilità di mettere in pratica quelli che sono i sogni nutriti verso la propria squadra del cuore? Zero. Rappresenterebbe un inutile tentativo di mantenere integra una scatola vuota. Privando della passione che muovono gli amati colori, tutto perde di senso. Non si parla di crossFit, yoga o qualsiasi disciplina che una persona svolge per mantenere la forma. Certi sport si praticano per pura emulazione. A cosa serve giocare una partita una volta alla settimana o anche a intervalli maggiori? Dal punto di vista fisico certamente produce moto, libera endorfine e quindi benessere, ma non è paragonabile a un abbonamento in piscina. Il 90percento degli individui, lo pratica per pura passione senza nemmeno pensare ad altro. Non si risparmia. Corre a più non posso finché le gambe gli reggono. Non sa neanche se questo è più dannoso che utile, ma l’anima sicuramente ne giova. Tutto per copiare i suoi campioni. E’ come la carta carbone, se manca il documento base, perde di ogni senso. Per non parlare dei ragazzini… Si distruggerebbe il sogno di milioni di bambini che giocano per raggiungere il livello dei loro idoli e ciò fornisce motivazioni devastanti. E’ linfa vitale che cresce il verde virgulto. E’ la benzina che lo spinge e lo sorregge. Esistono altri miraggi e altri riferimenti! E’ vero, ma...! E che mi dite dei weekend e delle serate trascorse in compagnia del fedele compagno pallone? Chi ha la passione si troverebbe privato di un pezzo di cuore. La birra con gli amici di fronte alla Champions del mercoledì sera… Ormai la speranza di tutti è quella di un graduale ritorno alla normalità e questi piacevoli rituali saranno protagonisti dei nostri tempi. La gara delle 15 della domenica con successiva uscita per accontentare anche chi non è interessato a quell’hobby, la giornata allo stadio, la festa in piazza per la vittoria, il carosello e lo sfottò. Davvero siete disposti a rinunciare alla quotidianità, alla vita normale perché non raggiungete un compromesso? Mi pare assurdo! Non posso e non voglio crederci. Forse, allora, la strada è già segnata, è insalvabile? No… Non può essere. Non è credibile, sia per motivi economici che sociali.

Per difendere il calcio romantico, non servono i Tribunali
A proposito di sentimento. State distruggendo con le vostre mani quel calcio romantico che avete difeso dall’improvvido attacco della Superlega. Mi rivolgo all’Uefa, ma anche a chi, parte o meno delle Istituzioni, ancora si accanisce contro il progetto. Lo stesso vale per i club che sono al suo interno. Tutto questo che senso ha? Volete davvero vivere un’estate di tribunali e di battaglie legali con il rischio di rimetterci tutti? Juventus, Real Madrid e Barcellona rischierebbero di non partecipare alle coppe. Vi immaginate cosa significherebbe dal punto di vista economico? Dall’altro lato, invece, ci sono gli Enti. Sono disposti a correre il pericolo di vedersi avallare dai Giudici la nuova ipotetica kermesse? A quel punto che armi avrebbero per contrastarne la nascita? Credo che sarebbe, poi, soltanto questione di tempo perché i club vanterebbero l’enorme vantaggio di spartirsi la torta dei ricavi derivati dalla manifestazione senza considerare terzi protagonisti. Appare tutto tanto semplice. Ancora una volta, basterebbe un accordo. Perché non raggiungerlo? Cosa lo impedisce? Ci piacerebbe saperlo perché ormai ci si trova nella tipica posizione dello schizofrenico. Recentemente parte del tifo bianconero si è lasciato andare a un comunicato piuttosto enigmatico in cui si fa riferimento al 2006. Si richiama l’era Calciopoli che quanto sta accadendo ricorda terribilmente. La prospettiva dei supporter sabaudi è quella di un ridimensionamento forzato che abbasserebbe le spese. Ma come? Semplicemente approdando in Europa League oppure ripartendo senza competizioni continentali, magari dalla serie C? Sì, la Vecchia Signora potrebbe persino rischiare il dilettantismo, ma per meriti sportivi riuscirebbe a ricominciare dalla terza categoria in ordine di importanza. Nella succitata intervista Evelina Christillin è lampante: “Si parla tanto di Champions e Europa League, da juventina tengo le dita incrociate per quello che accadrà nei Tribunali”. A proferire tale verbo è una rappresentante delle Istituzioni. Insomma, sono supporter dei piemontesi anche io e le sue dichiarazioni non mi lasciano tranquillo così come l’addio di Buffon e le voci su Cristiano Ronaldo. Si è di fronte a uno smantellamento? Se sì, di che tipo? Perchè si dovrebbe già parlare di un abbandono di CR7 ai bianconeri? Vanta ancora un anno di contratto e guadagna cifre da record. Il portoghese saluterebbe non certo per arrivare a un ingaggio superiore, ma forse per scappare da una situazione tragica? Fino a ieri si sarebbe potuto sostenere che non volesse disputare l’EL, ma adesso le chance bianconere di entrare in Champions sono cresciute. Almeno sino a domenica, la giustificazione non regge più così tanto. Non avrebbe potuto attendere il finale della stagione per assumere le decisioni? La penso come la valdostana. Sono più in ansia per ciò che succede fuori dal campo che per il risultato del terreno di gioco.

Assisto, poi, nuovamente alla schizofrenia. Su un medesimo media leggo di tale situazione drammaticamente indecifrabile e della lotta per la Champions. Che senso ha se poi la Juve è esclusa ed entrano le altre? E la possibilità che a Torino sbarchi Zidane. Ma dite davvero? Zizou accetterebbe una compagine senza coppe o, ancor peggio, in non si sa bene quale triste categoria del calcio italiano? Lo affermo con il massimo rispetto per le serie inferiori, ma è chiaro che per la Juve sarebbe un dramma. “Scappano” tutti, arriva il francese? Ma dai… Occorre che si ritrovi la pace con il proprio cervello. Posso anche credere, pur considerandolo difficile, che alcuni campioni sarebbero disponibili a una stagione in Europa League con la prospettiva di costruire, nel tempo, una grande squadra, ma sono assolutamente convinto che non rimarrebbero con la mannaia di più anni senza manifestazioni continentali. Lo stesso vale per il Real Madrid e il Barcellona. Allegri firma con i Blancos con il dubbio di un ridimensionamento totale? Si accostano ai Galacticos anche giocatori come Pogba o Mbappé. Comprendo che ognuno faccia il proprio mestiere ed è giusto che i media riportino le notizie. Non accetto però una sorta di presa in giro del lettore. L’esempio di Calciopoli è palese. Finché la situazione extra campo non è chiara risulta impossibile parlare di mercato se non per quello in uscita. E infatti… Per ora di concreto vi è soltanto l’addio di Buffon, ma le parole del tecnico del Real e il video delle auto di lusso di Ronaldo traslocate dalla sua abitazione a Torino potrebbero essere considerate un presagio di ciò che avverrà a questi club? Oppure si troverà il famigerato compromesso? In medio stat virtus e credo più alla seconda ipotesi.

Al momento, però, è orribile! Le ipotesi sono 2: o ci ridate il calcio vero, quello genuino, oppure saranno i tifosi a dire basta. La voglia è di parlare di trasferimenti degli atleti, di valzer delle panchine, di tattica, ma pure di polemiche arbitrali. Deponete le armi e restituiteci il nostro amato gioco. Altrimenti, sappiate che la corda troppo tesa è destinata a spezzarsi. Esistono altri sport che non sono ancora parte integrante della cultura europea come lo è il football. Tuttavia, sono in costante crescita e potrebbero rubare il cuore degli appassionati. Mi rivolgo al ciclismo. Ultimamente, la bicicletta sta diventando una moda. Sicuramente il fatto di essere una delle rare attività consentite durante la pandemia, l’ha agevolata. Sta crescendo in maniera esponenziale e mi pare che il clamore risuonato intorno all’attuale Giro d’Italia sia più forte del solito. Guardo anche al tennis proposto in tutte le salse da più media durante gli Internazionali di Roma, ma non solo. E’ chiaro che gli exploit di Berrettini, Sonego, Sinner, Fognini e Musetti aiutano, ma ormai la globalizzazione spinge a guardare anche all’estero. Basti pensare ai molteplici supporter di Federer. Non si dimentichi, poi, il basket. La pallacanestro continentale non ha, per ora, un immenso fascino, ma in tanti si stanno avvicinando all’NBA. A proposito di Superlega… Difendete il calcio romantico e avete ragione, ma state attenti che questa protezione non diventi una mannaia!

Francamente, dopo un anno di polemiche e situazioni legate all’extra campo, siamo stanchi. Molto stanchi.
La fotografia perfetta della vicenda è il BarVxL di VivoPerLei e i tanti pezzi scritti per tale categoria. Durante il primo lockdown si è sentita l’esigenza di creare una simile opportunità che poi giustamente è rimasta nel tempo, sintomo del principio di spegnimento della passione calcistica.