Durante la sosta in favore delle nazionali può essere il momento propizio per un check della situazione relativa alla serie A. In effetti siamo quasi alla metà di novembre e, ormai, si possiede più di un indizio. Se le prime due interruzioni erano giunte in un periodo iniziale e ogni giudizio era alquanto prematuro, adesso la musica è cambiata. Il bambino è cresciuto e ha mostrato quella che potrebbe essere la sua fase adulta. La fine del campionato è molto lontana. Sono trascorse 12 giornate e vi sono a disposizione ancora 78 punti. Quando, per esempio, si sostiene che la Juve sia già esclusa dalla corsa Scudetto, sobbalzo sul divano. Perché? Vincendo tutte le restanti gare, i bianconeri raggiungerebbero quota 96 lunghezze. Direi che, a quella cifra, il tricolore sarebbe praticamente una garanzia. Sono consapevole che è impossibile trionfare in ogni sfida. Tuttavia, si è così distanti da maggio che considerare qualche componente come spacciata mi pare davvero troppo prematuro. Detto ciò è l’ora di notare alcune sorprese conclamate, far emergere casi particolari e provare a ridisegnare nuovamente quello che potrebbe essere il finale di stagione di un torneo in crescita esponenziale. Proverò a chiarire ripercorrendone la graduatoria.

Per questioni di suspense, inizio dal fondo dove si trova il Cagliari. I sardi hanno 6 punti. Pochi. E’ la prima, grande particolarità. Credo che non tutti si aspettassero un simile tracollo. La compagine unisce giocatori forti come Cragno, Rog, Nandez, Keita e Joao Pedro ad atleti esperti del calibro di Caceres e Strootman a cui si aggrega la freschezza di Zappa e Oliva. Ma… Niente da fare! La stagione non ingrana e sembra proseguire sulla falsariga degli ultimi anni in cui questa realtà è andata in lento declino pur vantando rose ambiziose. Da Maran a Di Francesco, nessuno è stato in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il miracolo targato Semplici, riuscito a salvare i sardi da una condizione quasi disperata, è stato bruscamente interrotto dalla scelta di cacciarlo per prendere Mazzarri. Sino a oggi non ha pagato e si tratta già di un ulteriore avvicendamento. Le prestazioni non sono totalmente negative, ma non conducono al risultato. Ciononostante confido che i valori usciranno e credo ancora nel prodigio dei Quattro Mori. La Salernitana ha un punto in più. Perché sostituire Castori con Colantuono? Questa scelta mi ricorda molto l’avvicendamento descritto e avvenuto in casa rossoblu. Non ne vedo un gran senso. Il tecnico marchigiano aveva condotto i granata dalla serie B alla massima categoria. Aveva pagato lo scotto dell’esordio. Fabrizio non allenava a quei livelli dal 2016 e i campani non vi militavano persino dal 1999. Dopo qualche turno di assestamento, l’ex allenatore del Carpi sembrava aver trovato la quadra anche grazie al rientro del gioiello Ribery. La proprietà, però, non ne ha voluto saperne chiamando un mister che non calcava certi campi da 5 anni, ma conosce la piazza avendola già guidata nel 2018. Boh… E’ una scelta che non condivido e che credo abbia rallentato una crescita appena cominciata. La lotta per la salvezza è davvero molto imprevedibile perché squadre che avrebbero potuto mostrare maggiori difficoltà stanno viaggiando a ritmi molto elevati e altre che, invece, parevano più forti faticano parecchio. Il potenziale, però, potrebbe emergere più in là. Questo complica notevolmente il cammino di società come la Salernitana che restano nel limbo e ciò potrebbe divenire decisivo per il passaggio in cadetteria. Poco sopra, a 9 punti, ecco la Lanterna in piena crisi. Per Sampdoria e Genoa, un inizio peggiore non avrebbe potuto esserci. Ferrero resta tra “color che son sospesi” mantenendo in tale posizione anche mister D’Aversa. E’ chiaro che lavorare con la costante spada di Damocle dell’esonero imminente è come vivere alla giornata. Alla lunga non è fattibile. Non ho piantato le tende a Bogliasco quindi non posso avere il polso della situazione, ma mi fido dei media e noto che sono trascorse alcune settimana da quando ci sono costanti dubbi sull’ex tecnico del Parma. Che si decida! Forse, vista la situazione, sarebbe giunto il momento dei saluti anche perché questo continuo tentennamento potrebbe aver logorato le parti. La squadra non vale la classifica che mostra. Può e deve fare di più. Al Genoa, invece, si è già deciso di cambiare. Il Grifone sarà guidato da Sheva. Ciò ingolosisce gli amanti del pallone come una zuppa inglese invoglia un appassionato di dolci. L’ex bomber del Milan ha una sola esperienza sulla panchina. Si tratta dell’avventura con la Nazionale Ucraina. Fare il c.t. è molto diverso rispetto al ruolo dell’allenatore, ma non si parla della A e della Z. All’ultimo Europeo, Andriy ha lavorato bene centrando i quarti di finale. E’ vero che, a Roma contro l’Inghilterra, il botto è stato fragoroso, ma aver eliminato avversarie come la Macedonia del Nord e la Svezia dimostra che, con le pari grado, si è fatto il possibile. Credo in Lui. Penso che il suo arrivo possa giovare ad attaccanti come Destro e Caicedo. Spiace per il predecessore Ballardini, uomo di gran classe che ha sempre dato tanto alla sponda rossoblu della Città, ma è un cambio che approvo.

Qui si chiude il “quartetto della paura”, ma la lotta salvezza non si può sicuramente catalogare come prerogativa di quel poker. Lo Spezia ha 11 punti ed è una piacevole sorpresa. Non mi aspettavo che Thiago Motta, con una compagine di giovani pressoché sconosciuti, potesse lavorare così bene. Per la Città del Golfo stare davanti alle squadre della Lanterna non era certo scontato. E’ vero che manca un’eternità, ma i bianconeri stanno vendendo cara la pelle e dimostrando che esiste vita oltre Italiano. Il quesito è: “Quanto durerà?” L’impressione, infatti, è quella di un gruppo costantemente appeso a un filo che si sta spremendo come un’arancia per riuscire a stare a galla. Da qui a maggio, il tempo è molto lungo e il blocco al mercato non aiuta… Per il Venezia, che ha 12 lunghezze, servirebbe un copia-incolla di quanto sostenuto nei riguardi dello Spezia e tali compagini rischiano davvero di lasciare il passo ad altre venendo condannate alla retrocessione, ma la combattività e gli attributi che stanno ponendo in campo dimostrano quanto la mente sia parte fondamentale di questo sport.

Udinese, Sassuolo e Torino formano un deludente gruppetto a 14 punti. Credo sarebbe stato lecito attendersi tanto di più. Siamo, però, solo all’inizio e c’è tutto il tempo per riprendere la retta via. Nello scontro diretto con gli emiliani, gli uomini di Gotti hanno appena conquistato 3 punti fondamentali. Ho assistito a quell’incontro e ho notato, per un motivo o per l’altro, due squadre con qualche difficoltà. I bianconeri sono dotati fisicamente, ma mancano qualitativamente. Serve un regista che possa illuminare il gioco e ci si affida troppo alla verticalità. Le transizioni sono il pane quotidiano. Molto, forse troppo, è sulle spalle del trio Pereyra-Deulofeu-Beto. Quando spengono la luce, è piuttosto buio anche per i compagni. Il Sassuolo, invece, è l’antitesi. Il possesso palla è un dictat irrinunciabile e si gioca senza calcoli. Tale prerogativa è considerata da molti come un vantaggio. In realtà credo sia un’arma a doppio taglio. A Torino, contro la Juve, ha pagato con un gol al 90’. Nella sfida della “Dacia Arena”, però, è costata cara perché la stanchezza e le varie assenze hanno contribuito a far uscire l’avversario. Sono bastati errori individuali per perdere un match importante che, con una maggiore capacità di controllo, non avrebbe avuto la stessa fine. Nel calcio, la testa e la tattica hanno un ruolo primario e ciò è dimostrato dalla sconfitta interna dei neroverdi contro l’Empoli. Gli emiliani , passati in vantaggio, avrebbero potuto chiudere l’incontro, ma non l’hanno fatto. Nel finale, il loro tecnico ha provato a difendere il risultato rimpolpando la mediana e variando il modulo. Tutto inutile se non dannoso. I ragazzi di Andreazzoli sono riusciti a ribaltare la gara. Bisogna maturare ed avere la capacità di essere più duttili perché al momento funzionano bene soltanto i concetti del passato. Ciò vale anche per l’esordiente allenatore. Altrimenti scatta l’allarme rosso della lotta salvezza. Stessa musica fastidiosa che rischia di suonare per il Toro. La compagine e il suo tecnico hanno valori ben più elevati della piazza che occupano. I granata sono come il Cagliari nel senso che, da alcune stagioni, non riescono a scrollarsi di dosso una scimmia. Non sono in grado di esprimere il loro potenziale. Non credo, però, che queste il terzetto a 14 punti scenderà di categoria.

Verona ed Empoli vantano 16 lunghezze, mentre il Bologna è a 18 come Juventus e Fiorentina, ma farò paragrafi a parte. I veneti sono un’autentica sorpresa. L’inizio da incubo targato Di Francesco è solo un lontano ricordo e i brutti sogni, ormai, li fanno vivere ad altri come capitato alla Vecchia Signora nei pressi di Halloween. Gli scaligeri si sono ritrovati grazie a Tudor che, nella passata stagione, era il vice di Pirlo in bianconero. Ai tifosi sabaudi vengono strani pensieri. Al croato, invece, vanno i migliori auguri di pronta guarigione dopo la positività al covid riscontrata nei giorni scorsi. La squadra trova anche un Simeone formato galattico. Poker alla Lazio, doppietta alla Juve e gol al Napoli. Insomma, il Cholito fa paura ed è la punta di un iceberg che funziona perfettamente. Come? Ancora una volta con la tattica. Mancando un tantino nella qualità, i gialloblu pressano alto. Aggrediscono le gare con approcci micidiali e un’intensità che “uccide” le velleità avversarie sul nascere. Nel corso del match rallentano, ma ormai gli altri sono in rincorsa e sovente non riescono a portare a casa il risultato. Pensavo che l’Hellas fosse possibile candidata alla retrocessione, ma devo fare ammenda. Non credo, però, che valori e tipologia di gioco espresso possano durare in stile batteria a lunga percorrenza. E’ difficile che lotteranno per l’Europa. L’Empoli gioca un calcio meno frenetico ed energico. E’ più compassato, ma altrettanto ordinato. La rosa non è micidiale, ma la salvezza è assolutamente alla portata. Il Bologna è un’altra gustosa meraviglia. Mihajilovic l’ha condotta dove osano le aquile. Il capolavoro è tutto suo perché, vivaddio, i valori non sono così importanti. Arnautovic è l’altro grande artefice di questa magnifica magia e il tecnico serbo meriterebbe davvero la chance in una big. Il suo calcio non è sublime, ma molto pratico. Per fortuna esistono ancora allenatori simili. Questo denota che non c’è soltanto un modo per centrare il risultato.

Modo che persegue la Fiorentina di Italiano. Ormai, la sua identità appare piuttosto chiara. Ci sono le “7 sorelle” poi arriva la Viola che non riesce ancora a entrare nella felice banda di allegre comari, ma fa di tutto per farlo e, subito dopo la sosta, avrà una ghiotta chance ospitando il Milan. L’ex mister dello Spezia ha rivitalizzato i toscani ed è riuscito in ciò che attendono dalle parti di Cagliari e Torino: ritrovarsi dopo anni complessi. E’ vero che mancano nomi come Vlahovic e Nico Gonzalez, ma ci sono calciatori del calibro di Belotti e Joao Pedro. Insomma, non sarà esattamente la medesima cosa, ma la materia prima non manca.

Eccole! Finalmente le “7 sorelle”! Si comincia dalla Juventus. Cosa dire? Si potrebbe scrivere un libro. Partirei da quello che, per me, è un enunciato. La rosa è forte! Nel momento in cui la si indicava tra le favorite per lo Scudetto non si sbagliava. Perché non si riesce a esprimere? I motivi potrebbero essere molteplici. Continuo, però, a pensare che il dilemma nasca dalla testa. E’ sempre lei. La regina di ogni situazione. Serve coraggio. Quello che si faceva anni fa, oggi non basta più. A dimostrarlo è la differenza tra i risultati ottenuti in Italia e quelli raggiunti in Europa. In ambito continentale, la Vecchia Signora vola. E’ già matematicamente qualificata agli ottavi con due turni di anticipo. In Patria fa cilecca perché il livello del nostro torneo è notevolmente aumentato. Le avversarie hanno imparato a non avere più paura della Juve. Così non esiste più quello che veniva ingiustamente chiamato “Scansuolo”. Ora c’è il Sassuolo che giunge a Torino e se la gioca ad armi pari. Anzi, la vince pure. Da dove deriva questo cambiamento? Dal fatto che che l’aumento dei valori è direttamente proporzionale a quello della personalità. Nessuno si spostava. Semplicemente non si aveva una forza che ora si ha. Non è più Davide contro Golia. Il cammino, però, è ancora tanto lungo e se la Juve capisce come approcciare sono certo che migliorerà. Deve soffocare l’avversario andando nella sua metà campo in modo di ripartire da lì. Non è possibile vedere Dybala, Chiesa e Morata giocare a 60 metri dalla porta. E’ l’unico appunto che farei ad Allegri. Il DNA bianconero non è votato al “giochismo”, ma al “risultatismo”. Va bene. Non chiedo che si cambi pelle. Domando solo che si sposti il baricentro di qualche metro come avvenuto nella doppia sfida con lo Zenit o nei minuti finali dei match con l’Inter e la Fiorentina. E’ ancora in corsa per lo Scudetto? Sì! Non è più la favorita? Sì, a meno che non cambi completamente condotta.

La Roma ha 19 punti e “se Sparta piange, Atene non ride. Anzi. Mourinho sta facendo un altro flop. E’ un grande, ma penso che ormai abbia fatto il suo tempo. Ha dato tutto ciò che aveva. Era un tecnico votato soprattutto al carisma. Non che ora gli manchi ma, con il tempo, può ritorcesi contro. La rosa è forte, ma non devastante e pure piuttosto corta. Non credo che i giallorossi riusciranno a conquistare il pass per la prossima Champions. Vedendo il cammino di Milan e Napoli, annusando il valore di Inter, Atalanta, Lazio e Juve me ne convinco sempre di più. La Capitale non ingrana. I biancocelesti hanno 21 lunghezze. Sarri ha a disposizione una Ferrari e la sta facendo viaggiare come un’utilitaria. Immagino sia questione di tempo perché nutro pochi dubbi sulle capacità del tecnico toscano a cui serve tempo per ingranare le marce alte. Il problema è che la concorrenza vola e la lotta per la Coppa diventerà sempre più dura.

Si arriva, quindi, al quartetto che guida la serie A. L’Atalanta ha 22 punti. Muhammed Ali diceva: “Vola come una farfalla, pungi come un’ape”. La Dea c’è sempre. Si nasconde agli osservatori meno attenti ma, quando si aprono gli occhi, la si ritrova costantemente in alto e in corsa su tutti i fronti. Occorre considerare che è pure martoriata dagli infortuni. Quando Gasperini ritroverà i suoi uomini e considerando il fatto che solitamente emerge sul lungo, il posto in Champions ci sarà. L’Inter ha 25 lunghezze. Per me, attualmente, è la favorita per lo Scudetto. Ha una rosa forte ed è micidiale con le “provinciali”. Questo è il valore aggiunto. Ha equilibrio perché osservando l’andamento di Milan e Napoli mi spavento un tantino. Qual è il motivo che le conduce a fare così bene in campionato e faticare di più in ambito continentale? E’ vero che i partenopei stanno disputando un girone discreto, ma si tratta di EL. E’ altrettanto realistico che i rossoneri stanno affrontando un girone di Champions micidiale, ma va mooolto male. Servirebbe il miracolo finale. Le due compagini giocano un gran calcio e sono tanto compatte, ma questo avvio super sprint potrebbe risultare un’illusione. Nel mese di gennaio si giocherà pure la Coppa d'Africa e sono parecchi gli atleti forti di campani e lombardi che saranno parte del torneo privando così i club della loro presenza. Credo che, alla lunga, la capacità generale dei nerazzurri li premierà con una mega corsa alla Coppa tra tutte le altre, Roma esclusa. Per tale ultima gara, oggi, i favori del pronostico non possono che cadere su Milan, Napoli e Atalanta, ma il campionato è infinito. Allegri disse che la Beneamata vanta una rosa da semifinale di Champions. Potrebbe anche essere. D’altra parte è la squadra da battere nel torneo altamente equilibrato dei campioni d’Europa. Un motivo ci sarà. E’ ufficialmente tornata una grande serie A. Ora si attendono risposte internazionali.

PS: mai dare la Juve per definitivamente morta. Può sempre risultare un errore madornale.