Mainstream è un termine anglofono che indica la corrente più seguita, in un determinato periodo, relativamente a un’arte o alla cultura. Da qui alla massificazione il passaggio può essere molto breve. Il mondo di oggi vive una comunicazione che giunge a chiunque. Per essere al di fuori di ogni trend, sarebbe necessario isolarsi dalla realtà. Computer, smartphone, televisori, radio, libri, giornali… Si ricevono informazioni dappertutto. Solo un eremita che vada su un alto monte e lì resti all’interno del suo “bivacco” riuscirebbe a rimanere escluso. Questo è alquanto improbabile oltre che piuttosto improponibile. Diventa quindi relativamente semplice comprendere il motivo per cui è facile addivenire alla realizzazione dell’unico pensiero comune. E’ vero che l’amplificarsi del livello istruttivo ha edotto i tanti. E’ molto più complesso, quindi, rispetto al passato, riuscire a convincere di quelle che sono determinate assurdità. L’esempio è abbastanza banale. Si pensi al nazismo e alle follie raccontate per convincere le persone che fosse giusto quanto quel totalitarismo provocasse agli ebrei. Oggi, al fine di riuscire nel medesimo intento, servirebbero strumenti molto più sofisticati e parecchio dettagliati. Fortunatamente questi mezzi non sono utilizzati agli stessi scopi.

Il covid è l’origine di ogni male dell’attuale società. O meglio, è il suo amplificatore. Ha scoperchiato il vaso di Pandora o semplicemente lo ha fatto traboccare. La speranza è che il marcio emerso vada verso il suo culmine finale in modo tale da resettare la situazione. Disprezzo, rabbia e odio. Per adesso, ho annusato soltanto questi sentimenti. Si parlava di amore, vicinanza, recupero di un passato più armonioso. Dubitavo che da qualcosa di così malvagio potesse nascere tanta bellezza. E infatti… Sicuramente i mainstream esistevano pure prima che il tremendo virus ci attaccasse, ma una cosa è certa: non generavano altrettanto rancore tra gli individui. Ho sempre sostenuto di essere contrario alla forma di lockdown a cui abbiamo assistito in Italia durante la prima fase dell’emergenza. Era troppo repressiva e inutilmente stringente. Ho assistito a genitori che non hanno potuto vedere i figli per due mesi e sono stato figlio che non ha visto la madre o il padre per 60 giorni. Famiglie si sono definitivamente separate senza nemmeno essere in grado di dare l’ultimo saluto al proprio caro. Si è vissuta una situazione che ritengo inaccettabile e fuori da ogni logica liberale. Non voglio approcciarmi a vocaboli come “dittatura sanitaria” o simili. Non lo penso, ma sono piuttosto convinto che la storia renderà più chiaro il dolore creato da queste esagerazioni, sicuramente dettate dalla disperazione, perciò avvenute in buona fede. Quando proferisco questo mio pensiero, però, so che gran parte dei lettori mi tacceranno come un insensibile negazionista che non considera il valore della vita. Fossi matto! So che il virus esiste ed è letale, ma ho un’ampia veduta dell’esistenza. Le fornisco un peso così importante che non la osservo soltanto dal punto di vista clinico. Non sono un folle. E’ logico che comprendo la gravità della circostanza. Tuttavia, non era in gioco soltanto quel fattore e si è semplicemente operata una scelta su chi salvare. Sarebbe stato sufficiente chiudere con maggiore senno. Sono tante le persone finite al lastrico e sono parecchie quelle che hanno subito conseguenze psicologiche devastanti. Scrivere queste parole, però, è contro il pensiero comune e mi sono sentito “vomitare” addosso cattiverie di ogni sorta. Mi si dirà che pure molti individui con il mio parere operano nella medesima maniera. Può essere. Ma c’è una differenza che non viene mai rimarcata. Chi offende “dalla parte dei buoni” è giustificato, chi lo fa “dalla parte dei cattivi” è criminalizzato. Questa è la “dittatura da mainstream”.

E la gestione pre lockdown? Perché il primo caso italico di covid risale al 21 febbraio 2020 e la chiusura porta la data dell’undici marzo successivo? Per quale motivo non è possibile criticare 20 giorni di tentennamenti da parte di un Governo che, solo quando era troppo tardi, ha dimostrato di essere tanto rigido? In quel periodo si sarebbe potuto fermare il Paese testando il maggior numero di persone possibili in modo tale da rompere immediatamente la catena del contagio. L’Italia, invece, era aperta e il virus circolava con tamponi eseguiti solo ai sintomatici gravi. Mancava la materia prima. Ma non era proprio possibile amplificare il numero di questi strumenti già precedentemente al giorno in cui Maestri risultò positivo? Gli scienziati sostenevano che il SarsCov2 non sarebbe giunto da queste parti. Ma chi ha selezionato questi dottori di cui molti sono stati confermati anche dopo? L’alibi della sorpresa con cui questa tragedia ci ha colti è stato, per me, abusato anche in quanto vi era, tra i comuni cittadini, chi paventava una simile ipotesi avendo azzeccato in pieno il pronostico. E’ molto grave che i potenti non l’avessero previsto. Non è accaduto solo in Italia. E’ stato un problema mondiale, ma non è una scriminante plausibile. Chiedo venia per il vocabolo giuridico. Non intendetelo nel senso letterale. Non siamo in un procedimento penale. E’ come il bambino che, scusandosi per la marachella, afferma di averla combinata in compagnia. Guai, però, a scrivere queste frasi perché il mainstram si inc… e prende a male parole con una serie di sostenitori al proprio seguito. Questa è una forma di tagliola per il liberal pensiero. E’ una ferita netta alla giugulare che reprime pericolosamente la mente altrui convincendola ancora di più della bontà delle sue idee e andando a rafforzare il concetto di chi, erroneamente, sostiene di essere in altri generi di regimi.

Sono vaccinato. Sono sostenitore del siero e non sono neppure così contrariato dal greenpass. Trovo che sia un passaggio verso la normalità. Lockdown stile 2020, zone di colore e certificato verde… Le misure sono sempre meno restrittive. Non sopporto, però, l’odio reciproco che si sta creando tra chi sostiene questo strumento e chi, invece, lo repelle. Non giustifico quello dei primi e nemmeno dei secondi, ma noto che “trucidare verbalmente un no vax” è considerato quasi un pregio. Sembra che fornisca “la patente del buon cittadino”. Da liberale fervente quale sono, rabbrividisco. Non è solo covid… Penso al DDL Zan. Lunedì ho seguito un pezzo della trasmissione Quarta Repubblica, condotta dal giornalista Nicola Porro, su Rete 4. E’ stata mostrata una delle tante manifestazioni di protesta contro il blocco che ha colpito la legge appena citata. Qui alcune persone cantavano: “La nonna partigiana mi ha insegnato che uccidere un fascista non è reato”. Forse ho errato qualche congiunzione o la punteggiatura, ma le parole erano quelle. In Italia esiste l’apologia di fascismo sanzionata costituzionalmente. Ritengo che, per quanto accaduto circa un secolo fa, sia una scelta corretta. Non può esistere, però, che vengano accennati certi motivetti sonori. Altrimenti si cade nel paradosso e nel corto circuito. Non è accettabile. Purtroppo, ho notato che le manifestazioni no vax di Roma, con la violenza di cui è stata colpevolizzata una nota matrice, hanno creato uno scandalo immane con cortei contrari a cui hanno partecipato anche illustri esponenti politici. Questa volta sta passando tutto in sordina. Il mainstream... La mia non è una visione politica. Non si tratta di destra o sinistra. Si tratta di libertà di espressione con alcune grandi testate, tra le più cliccate e le maggiormente lette che, forse, hanno un orientamento e questo perseguono. Ma ci sta. E’ il gioco delle parti. Esistono anche media di altra ideologia che, però, sono meno seguiti. Probabilmente c’è un motivo. Credo che l’Italia sia un Paese piuttosto orientato ideologicamente e non vi è nulla di male. Sono esistite “sbandate” come quelle che hanno condotto al Governo Forza Italia nel 1994 o la Lega e i 5 Stelle nel 2018. Rappresentano momenti in cui il grande pensiero centrale deve fermarsi a riflettere perché sta perdendo il polso della situazione. E’ un grido di allarme. E’ una protesta. Ma se il Paese ha eletto per mezzo secolo la Democrazia Cristiana c’è una spiegazione. Siamo un popolo fortemente centrista con idee filo cattoliche. La grande vittoria del Partito Democratico è quella di aver amalgamato la sinistra meno convinta a “una parte della Chiesa”. Così ha agguantato il mainstream creando una base talmente solida che difficilmente verrà estirpata. Chiunque sia il suo leader e qualsiasi siano le sue proposte, il PD raggiungerà sempre una determinata soglia di voti. Per usare un paragone calcistico, parte costantemente da 1-0.
Questo è l’incontro tra la più grande espressione della democrazia, il peso della maggioranza, con l’eccesso: l’imposizione dell’ideologia comune che avviene involontariamente.

Cosa voglio arrivare a sostenere? E’ molto semplice. Non esiste una dittatura intesa nel vero senso della parola. Non riconosco un Duce. Non c’è Hitler e non vedo Mussolini. Non noto Stalin e nemmeno Pinochet. Percepisco una massa indefinita di persone che, pur avendo importanti conoscenze ed essendo altamente istruita, ancora non ha la forza di allontanarsi dalla politica del mainstream. Ha paura, ci crede veramente, vuole perseguire un’ideologia, ha convenienza… I motivi possono essere molteplici, ma non è in grado di separarsi da questa coperta di Linus. Manca lo step. Questo sarebbe pure accettabile se non fosse che si accanisce con una cattiveria inaudita contro chi la pensa diversamente ed è giustificata dalla struttura sociale reggente. Attenzione! Non sto parlando della politica, ma ancora una volta del popolo stesso. Qui, invece, si giunge a trattare di Governo. Ho notato un’importante differenza tra Mario Draghi e il suo precursore, ma anche fra l’attuale compagine e quella precedente. Questo distinguo può essere dovuto all’ampia presenza di tecnici nell’Esecutivo. Chiaramente tale figura non ha necessità di mostrare i valori come, invece, deve operare chi rappresenta un determinato elettorato. Non posso, quindi, appioppare colpe a Conte che si trovava in una posizione molto scomoda. L’attuale Premier mi rassicura. Con Lui alla guida del Paese percepisco un senso di protezione che non provavo prima. Vedo un uomo e un gruppo di lavoratori super partes. Vedo persone che rimangono al di fuori delle varie battaglie ideologiche intestine e provano a navigare con il Paese lontano delle diverse emergenze. Se confrontato all’interventismo precedente, questo pare quasi divenire una sorta di apatia. Non è così. E’ come il padre che osserva tutte le azioni del figlio e lo fa in silenzio, ma tale tacere comunica. La presenza è importante ed è positiva. L’attuale Governo, favorito anche da una pandemia che ha resettato il mondo andando a limitare la differenza tra i valori in gioco, sta ridando al Nostro Paese un peso internazionale che sicuramente prima non esisteva. Sono differenze di stile e, a volte, diventano determinanti. Conte non era un dittatore. Ci mancherebbe. Il suo atteggiamento presenzialista ai limiti dell’ossessività, così come quello di altri membri del suo Governo, ha favorito, però, involontariamente la creazione della politica del mainstream. Speriamo che i silenzi di Draghi la distruggano.