Quando una tifoso di calcio come il sottoscritto guarda un Mondiale guarda soprattutto le big, le favorite alla vittoria finale e le cosiddette "Cenerentola", piccole nazionali che lo incuriosiscono e lo appassionano per i giocatori e per una cultura sconosciuti.
Ci sono però anche squadre che magari in principio non sono candidate alla vittoria finale ma che sono interessanti per l'organico, per i giocatori a disposizione e puntano a inserirsi. Nel caso del Mondiale in Qatar a incuriosirmi sono tre nazionali: Olanda, Serbia e Uruguay. 

OLANDA: gli Oranje sono tornati ad un Mondiale dopo aver mancato la qualificazione alla rassegna in Russia, nel 2018.
Nell'ultima partecipazione in Brasile nel 2014, un'edizione che rappresentò il canto del cigno della generazione dei vari Van Persie,Robben,Snejder e Kuyt, gli "arancioni" schiantarono la Spagna Campione del Mondo nel girone (1-5) e conquistarono un ottimo terzo posto con lo 0-3 al Brasile padrone di casa nella finalina.
Sono passati ben 8 anni ma c'è un trait d'union tra quella e questa Olanda, rappresentato dalla figura del vate Louis Van Gaal, uno che in carriera ha vinto 4 Eredivisie, 3 Liga, 1 Bundesliga, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale. Il tecnico, che nel 2019 si era ritirato, è tornato ad allenare l'"Arancia Meccanica" dopo il deludente Europeo con De Boer in panchina per condurla al Mondiale. Obiettivo raggiunto e ora per gli olandesi la possibilità di giocarsela.
Il girone, che vede l'Olanda con Qatar (padrone di casa), Senegal ed Ecuador è equilibrato e nel complesso abbordabile e la nazionale può raggiungere almeno i quarti di finale. La rosa è molto interessante soprattutto perché è un mix tra giocatori esperti e giovani. Tra i primi basta pensare a Van Dijk, difensore centrale colonna del Liverpool di Klopp, De Vrij, che gioca all'Inter, Depay.
Tra i secondi i gemelli dell'Ajax dei miracoli nel 2019, De Ligt (difensore) e De Jong (centrocampista), ora al Bayern Monaco e al Barcellona, Timber, centrale dell'Ajax e Gakpo, giovane attaccante del Psv Eindhoven. Mix che desta molta curiosità, sarà vincente?

La squadra che però mi incuriosisce maggiormente è la SERBIA, allenata da Dragan Stojkovic, ex gloria del calcio jugoslavo. Del tanto talento a sua disposizione, molto viene dal nostro campionato: il fiorentino Milenkovic guida la difesa, il laziale Milinkovic-Savic, che costituisce un esempio di centrocampista moderno tecnico e fisico, giganteggia in mezzo mentre gli juventini Vlahovic e Kostic e il gigliato Jovic comporranno il pacchetto offensivo.Reparto, quello d'attacco che vede anche Tadic (protagonista all'Ajax) e Mitrovic (primo cannoniere nella storia della Serbia).
Giocheranno un ruolo di secondo piano ma tra i convocati ci sono anche i veronesi Ilic e Lazovic e i granata Lukic e Radonjic. Dopo rassegne in cui la nazionale, nonostante fosse competitiva è uscita nella fase a gironi (nel 2006,nel 2010 e nel 2018, addirittura non si è qualificata nel 2014), ora, con la qualità che ha, deve fare un salto di qualità, raggiungere gli ottavi e chissà, sognare anche qualcosa in più.
Il girone con Brasile, Svizzera e Camerun è però uno dei più tosti: i verdeoro (primo avversario dei serbi) sono nettamente favoriti, per il secondo posto sembra un duello Serbia-Svizzera, che si affronteranno all'ultima giornata, ma occhio anche all'intensità e alla fisicità del Camerun.

Molto interessante è anche il vecchio-nuovo URUGUAY. Vecchio perché in rosa ci sono ancora il portiere Muslera, i difensori Godin,Cáceres e Coates e soprattutto Suarez-Cavani, la coppia d'oro in attacco, tutti protagonisti della semifinale del Mondiale in Sudafrica del 2010 e della Copia America vinta in Argentina nel 2011.
Attorno ai senatori, per cui probabilmente Qatar 2022 rappresenterà l'ultimo torneo con la Nazionale, sta crescendo (e bene) il nuovo, i giovani talenti: Araújo del Barcellona per la difesa, i mediani Bentancur, Torreira e il "pacarito" Valverde per un centrocampo fisico e di talento,il trequartista De Arrascaeta e Darwin Núñez, attaccante che è esploso al Benfica e si sta imponendo al Liverpool di Klopp.
Gioventù in ascesa e pronta a raccogliere l'eredità dei veterani.
Chi ha già raccolto un'eredità pesante è Diego Alonso, che nel Dicembre 2021 è stato nominato tecnico della Celeste al posto del vate Oscar Washington Tabarez che ha lasciato la panchina dell'Uruguay dopo ben 15 anni di grandi gioie e alcune delusioni soprattutto per motivi fisici.Il nuovo ct in passato ha guidato il Pachuca,con cui ha vinto un torneo di Clausura (2016) e una Concacaf Champions League (2017).Nel 2018 è passato al Monterrey,con il quale ha conquistato un'altra Concacaf Champions League (2019). È stato poi il primo storico allenatore dell'Inter Miami,la squadra fondata da David Beckham, prima di sfruttare l'occasione di allenare la nazionale del suo paese.
E il cambio con Tabarez non è solo generazionale (l'attuale tecnico ha 47 anni,è tra i più giovani in Qatar,il predecessore 75 anni) ma anche tattico: infatti Alonso crede in un calcio spagnolo,offensivo,propositivo,basato su possesso palla,fraseggio a differenza di Tabarez che improntava le sue squadre com un calcio più… uruguayano,più fisico,più intenso poggiato su attesa e contropiede.
Esperienza,freschezza giovanile e nuove idee in panchina, ecco l'Uruguay che arriva in Qatar dove è atteso da un girone trappola composto dal Portogallo di Ronaldo ricco di talento e Corea del Sud e Ghana, due formazioni fisiche e intense, difficili da affrontare.
Bisognerà lottare ma la qualificazione è abbordabile: raggiungere gli ottavi di finale è il minimo, ma questa squadra può raggiungere anche traguardi più ambiziosi.
I mix di Olanda e Uruguay, il talento della Serbia, chi andrà più avanti?