Dopo aver narrato tutto il percorso del Napoli Campione d'Italia ora è tempo di parlare di uno, se non il principale artefice di questa straordinaria stagione: il tecnico Luciano Spalletti, nato a Certaldo, città toscana in provincia di Firenze, famosa soprattutto per aver dato i natali al poeta Giovanni Boccaccio, autore del Decameron. Dopo una carriera da giocatore trascorsa praticamente in Toscana, tra C1 e C2 e con due esperienze in Liguria, nel 1993 Spalletti inizia ad allenare.

Gli iniziEmpoli e Sampdoria
Nell'annata 1993-1994 allena le giovanili dell'Empoli. A 6 giornate dalla fine del campionato di Serie C1, subentra ad Adriano Lombardi come tecnico della prima squadra, che annaspa in zona retrocessione. Gli azzurri terminano la stagione regolare al penultimo posto e si salvano ai play-out dove superano l'Alessandria. Nella stagione successiva Spalletti ricomincia dalla squadra giovanile empolese ma poi torna ad essere il tecnico della prima squadra, sempre in Serie C1. La stagione, ricca di successi, vede l'Empoli vincere i play-off nella finale contro il Como, ottenere la promozione in Serie B e conquistare anche la Coppa Italia Serie C (doppio 1-0 nella finale con il Monza). La coppa nazionale di terza serie rappresenta il primo trofeo da allenatore per il tecnico. Nella stagione 1996-97 gli azzurri di Spalletti, neopromossi in cadetteria, conquistano un'immediata e clamorosa promozione in Serie A, a un decennio dalla precedente esperienza empolese in massima categoria. Confermato sulla panchina dei toscani, al suo debutto in Serie A nel campionato 1997-98, il tecnico guida la squadra alla salvezza, ottenuta con una giornata di anticipo. Dopo aver condotto i toscani alla permanenza in massima serie, passa alla Sampdoria.
Esonerato a dicembre, viene richiamato neanche due mesi più tardi in seguito alle dimissioni del tecnico David Platt. Nelle restanti 15 giornate di campionato il club ligure ottiene 21 punti, ma non riesce ad evitare la retrocessione in Serie B che Spalletti quando lascerà Genova definirà “un lutto personale".

La caduta di Venezia, l'esperienza all'Udinese e il miracolo Ancona
Nella stagione seguente passa al Venezia ma ottiene soltanto una vittoria nei primi due mesi di Serie A.A causa della partenza negativa in campionato viene sollevato dall'incarico ma anche questa volta temporaneamente. L'esonero definitivo giunge però nel febbraio 2000. Dopo una stagione d'inattività, nel marzo 2001 viene chiamato sulla panchina dell'Udinese per rimpiazzare Luigi De Canio: con 9 punti ottenuti in 11 giornate, i friulani si classificano 12esimi. Sostituito dall'inglese Roy Hodgson per l'anno successivo, nel dicembre 2001 viene annunciato come nuovo allenatore dall'Ancona: con l'obiettivo di condurre i dorici alla salvezza nel torneo cadetto, raggiunge addirittura l'ottavo posto. In pratica, nel quadriennio compreso fra il 1998 e il 2002 la carriera di Spalletti sembrava aver preso una china difficile, infarcita di esoneri o subentri a campionato in corsa e di progetti tecnici non eccezionali da parte dei club dove ebbe a lavorare, poi però la svolta con il ritorno a Udine.

Il ritorno all'Udinese
Nell'estate 2002 fa ritorno all'Udinese, ma questa volta i risultati sono nettamente migliori rispetto alla prima esperienza. Al primo anno centra una ottima sesta posizione in campionato che vale la qualificazione in Coppa UEFA. Anche nella seconda stagione conquista la qualificazione europea con la settima posizione. Il miglior risultato conseguito sulla panchina friulana, tuttavia, è la quarta posizione ottenuta nel campionato 2004-05, che regala al sodalizio friulano la prima, storica qualificazione alla Champions League. Il triennio del tecnico toscano ha fatto ttornare Udine alla ribalta del calcio italiano, restituendole i fasti dell’era Zaccheroni e collocandola stabilmente in una competizione europea. Da sottolineare la valorizzazione di numerosi elementi della rosa: la bandiera bianconera Di Natale, sotto la sua guida capocannoniere del campionato, l'attaccante Iaquinta, i mediani Pizarro e Muntari e il laterale Jankulovski oltre ai già citati risultati straordinari.

Roma, la consacrazione
A fine stagione decide di interrompere il rapporto con l'Udinese, di rinunciare dunque a guidare i bianconeri in Champions League e di provare una nuova avventura. Accetta l'offerta dell'ambiziosa Roma che vuole dare vita ad un nuovo progetto.Durante la prima stagione conquista 11 vittorie consecutive in campionato ma la squadra poi cala e arriva solo quinta, venendo successivamente promossa al secondo posto per le sentenze relative a Calciopoli; in Coppa Italia i giallorossi raggiungono la finale, ma si devono arrendere all'Inter.
Ammessa a disputare la Supercoppa italiana per la vittoria a tavolino del campionato da parte dei nerazzurri, la squadra capitolina va incredibilmente in vantaggio di 3 gol ma si fa clamorosamente recuperare e perde 4-3. Nella stagione 2006-07 conduce i capitolini alla prima qualificazione della loro storia per la fase a eliminazione diretta della  Champions League dove la Roma supera l'Olympique Lione negli ottavi di finale con un pari casalingo e una vittoria esterna.
Ai quarti di finale la Roma batte 2-1 il Manchester United e sogna la semifinale ma il netto e clamoroso 7-1 del ritorno estromette i giallorossi. In campionato la Roma raggiunge il secondo posto, con 22 punti di ritardo dall'Inter.
La rivalsa nei confronti dei milanesi si consuma poi in Coppa Italia: il dilagante trionfo per 6-2 nella gara d'andata ipoteca di fatto il successo finale, con la Beneamata che al ritorno vince ma solo 2-1. Per Spalletti si tratta del primo trofeo da allenatore alla guida della Roma, il secondo trofeo della sua carriera. L'allenatore toscano rimpingua ulteriormente il palmarès all'inizio della stagione successiva, vincendo contro gli stessi lombardi la Supercoppa italiana. I capitolini superano ancora la fase a gironi di Champions League piazzandosi alle spalle del Manchester United nel girone, fanno l'impresa agli ottavi di finale contro il grande Real Madrid con una duplice affermazione per 2-1 ma ai quarti di finale vengono eliminati. Nuovamente dai Red Devils, vero e proprio incubo dei giallorossi in queste stagioni. In campionato,dopo essere stati un vetta nelle prime giornate, i giallorossi vengono sorpassati dall'Inter e concludono nuovamente il campionato in seconda posizione. La compagine giallorossa si consola aggiudicandosi nuovamente la Coppa Italia ai danni degli stessi nerazzurri.
Ben più deludente è invece la stagione 2008-09, inaugurata peraltro dalla sconfitta ai rigori contro i meneghini in Supercoppa: tagliato fuori dalla corsa-scudetto già in autunno per una crisi di risultati, l'undici capitolino riesce a risollevarsi con il percorso in Champions League in cui approda agli ottavi ma viene eliminato dall'Arsenal. In campionato i giallorossi concludono in una mesta 6ª posizione e accedono ai preliminari di Europa League. Nel settembre 2009, dopo aver condotto la squadra alla qualificazione per la fase a gruppi della suddetta competizione, il tecnico rassegna le dimissioni a causa di attriti con la società e delle sconfitte rimediate nei primi turni di campionato; al suo posto viene scelto Claudio Ranieri.
Termina così la lunga esperienza di Spalletti alla Roma, prima big della sua carriera. Il tecnico ha sempre condotto i giallorossi alla qualificazione in Champions League con 3 secondi posti di fila. Difficile fare meglio contro un'Inter oggettivamente più forte. In Europa ha sempre raggiunto buoni piazzamenti (2 quarti di finale,1 ottavo di finale), inoltre nella Capitale ha vinto 3 trofei (2 Coppe Italia,1 Supercoppa Italiana). Tutti questi risultati sono arrivati attraverso un bel calcio e la valorizzazione degli elementi della rosa: basti pensare a Francesco Totti, che esaltato dal gioco del tecnico è diventato un cannoniere implacabile e ha vinto la Scarpa d'Oro oppure ai centrocampisti De Rossi e Simone Perrotta, divenuto un grande incursore o al solido difensore Mexes.
Insomma tra risultati e giocatori Spalletti a Roma ha lasciato una grande eredità.
"Se penso al mio trascorso con la Roma mi fa emozionare tutto, perché l'ho vissuta intensamente quella esperienza... Quelle notti giocate con lo stadio pieno in Champions non le dimenticherò mai. Anche l'inno cantato dallo stadio non l'ho mai dimenticato" - Luciano Spalletti

Zenit San Pietroburgo, l'esperienza all'estero
L'11 dicembre 2009 è ufficializzato il suo sorprendente ingaggio da parte del rampante Zenit San Pietroburgo, club russo in netta crescita, vincente non solo in patria ma anche in Europa con la Coppa Uefa 2008. Spalletti debutta sulla panchina biancoazzurra in un Krylya Sovetov Samara-Zenit 0-1. Il 16 maggio 2010 lo Zenit vince la Coppa di Russia,battendo 1-0 il Sibir Novosibirsk in finale: per Spalletti è il primo trofeo in Russia. Il 14 novembre conquista la Prem'er-Liga con due giornate d'anticipo, davanti al CSKA Mosca, primo campionato vinto in carriera dal tecnico toscano. Il 6 marzo 2011 vince anche la Supercoppa di Russia superando sempre 1-0 il CSKA Mosca e completa i trofei nazionali e il trend domestico. In seguito ai risultati ottenuti, nel febbraio 2012 rinnova l'accordo con lo Zenit fino al 2015, andando contestualmente ad assumere un vero e proprio ruolo da manager all'interno del club come fu Ferguson al Manchester United, in Inghilterra. Ad Aprile lo Zenit di Spalletti vince il suo secondo campionato con tre giornate d'anticipo, mentre in Coppa di Russia esce ai quarti di finale contro la Dinamo Mosca. Nell'annata 2012-2013 i biancoazzurri si piazzano secondi in campionato, a 2 punti dal CSKA Mosca: allo Zenit però mancarono i punti della partita persa a tavolino contro la Dinamo Mosca a causa degli incidenti provocati dai propri tifosi. A Marzo 2014, dopo un avvio di stagione deludente,viene esonerato.

Si dice che un allenatore per crescere ed essere completo debba fare un'esperienza all'estero. Spalletti ha scelto una meta particolare, la Russia e lo Zenit San Pietroburgo. Anche nella terra dello Zar il suo bilancio è positivo: ha vinto tutto in patria, ciò che doveva vincere e anche se in Europa non ha fatto molta strada sicuramente Spalletti anche in Russia ha lasciato un buon ricordo.

"È un piccolo capolavoro: ricordo quando arrivai qui due anni e mezzo fa, un po’ d’apprensione c’era. Ora mi sento diverso, cambiato e rafforzato da quest’esperienza”, ha raccontato L.Spalletti

Il ritorno alla Roma
Il 14 gennaio 2016 la Roma annuncia il sorprendente ritorno di Spalletti sulla panchina giallorossa, in sostituzione dell'esonerato Rudi Garcia. Nel girone di ritorno il tecnico toscano guida i giallorossi al conseguimento di 46 punti (frutto di un rullino di marcia incredibile di 14 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta); al termine della stagione sarà la migliore media punti/partita tra tutti gli allenatori di Serie A: 2,42 contro i 2,39 di Massimiliano Allegri. La squadra capitolina chiude il campionato al 3º posto con 80 punti conquistati e accede così ai play-off di Champions League. Nella Champions League attuale la Roma viene eliminata agli ottavi di finale dai futuri campioni d'Europa del Real Madrid uscendo comunque a testa alta dopo due buone prestazioni. La stagione successiva comincia male per la Roma di Spalletti che manca la qualificazione alla fase a gironi di Champions League, eliminata dal Porto nei play-off: dopo il buon 1-1 in Portogallo dell'andata, i capitolini crollano 0-3 al ritorno. In campionato ottiene il secondo posto dopo un duello spettacolare con il Napoli e conquista la qualificazione in Champions League oltre ai record di punti (87) e di reti segnate in una singola stagione (90).
Deludente è il percorso nelle altre competizioni: in Europa League esce agli ottavi di finale per mano dell'Olympique Lione, mentre in Coppa Italia è eliminata dalla Lazio in semifinale. In entrambi i casi c'era la sensazione che si potesse fare di più e vincere i trofei con la rosa a disposizione. Il 30 maggio 2017, pochi giorni dopo la fine della stagione, lascia la squadra capitolina.
Il primo ciclo resta migliore ma anche la seconda parentesi alla Roma si può considerare positiva per Spalletti che ha condotto i giallorossi ad un 3º ed un 2º posto in campionato e alla qualificazione in Champions League in entrambe le stagioni.
Oltre a ottenere buoni risultati il tecnico toscano è riuscito a esaltare diversi giocatori. Basti pensare a Dzeko, capocannoniere con 26 gol della Serie A 2016-2017 o a Salah, che nella stessa annata ha registrato numerosi clamorosi (15 gol, 11 assist) o Nainggolan, centrocampista totale tecnico e fisico capace di arrivare in doppia cifra (11 gol). Unica macchia l' affaire Totti.

Inter
Il 9 giugno 2017 viene annunciato ufficialmente come nuovo allenatore dell'Inter con un accordo biennale. In campionato la squadra nerazzurra parte fortissimo, tanto è che a inizio dicembre si ritrova da sola in testa alla classifica e ancora imbattuta. Tuttavia, con l'arrivo della stagione invernale, il rendimento della formazione subisce un brusco calo che la fa scivolare addirittura in 5ª posizione. Con la Primavera la squadra si riprende (comunque non ai livelli di inizio stagione) e arriva a giocarsi il quarto posto all'ultima giornata in una sfida drammatica e da cuori forti con la Lazio, a Roma. I biancocelesti sono quarti a +3 proprio sui nerazzurri: i padroni di casa possono accontentarsi di un pari, i nerazzurri sono obbligati a vincere per agganciare l'Aquila e andare nell'Europa che conta sfruttando gli scontri diretti a favore. La partita è un saliscendi indimenticabile di emozioni: Lazio due volte avanti con un autogol di Perisic e con Felipe Anderson, due volte raggiunta dai nerazzurri in rete con D'Ambrosio e da Icardi, su rigore provocato dal roccioso difensore biancoceleste De Vrij, promesso sposo dell'Inter per la stagione successiva. I padroni di casa restano poi in 10 per l'espulsione di Senad Lulic e due minuti dopo l'Inter passa clamorosamente avanti con Vecino che con un colpo di testa trova il 2-3.
I nerazzurri difendono il prezioso vantaggio e al 90' possono festeggiare la tanto agognata qualificazione in Champions League, obiettivo minimo stagionale, che mancava da ben 11 anni.L'Inter torna così nell'Europa che conta, in Paradiso e "a riveder le stelle". Nella stagione 2018-2019 la squadra si rende protagonista di una falsa partenza in campionato prima di inanellare un filotto di vittorie consecutive che la riporta nelle zone nobili della classifica; al termine del girone d'andata, l'Inter è terza,ma molto distante dalla Juventus capolista. In Champions League i nerazzurri sono inseriti in un girone di ferro con Barcellona, Tottenham e Psv. Iniziano bene (successi con Spurs e con gli olandesi) e sognano,poi perdono con i catalani e con gli inglesi.,Il pareggio con il Psv (1-1) è fatale, l'Inter è eliminata alla fase ai gironi dalla massima competizione europea.
Nei mesi invernali in campionato i meneghini accusano nuovamente una flessione ma restano comunque pienamente in corsa per la qualificazione alla massima competizione continentale. Che anche stavolta arriva all'ultima giornata per la matematica: la vittoria casalinga con l'Empoli permette all'Inter di confermare il quarto posto dell'annata precedente e tornare in Champions League. In Coppa Italia il cammino si interrompe contro la Lazio ai quarti di finale. Il 30 maggio 2019, nonostante il raggiungimento dell'obiettivo minimo di stagione, l'Inter esonera Spalletti e annuncia Conte come nuovo allenatore per provare a vincere lo Scudetto.

L'esperienza all'Inter è stata sicuramente positiva per Spalletti che ha condotto l'Inter alla qualificazione in Champions League, riportandola nella massima competizione europea, che i nerazzurri non giocavano da 6 anni.
Per il resto anche la parentesi all'Inter è stata in linea con la sua carriera: inizio forte di campionato, bel gioco prima del calo in inverno e raggiungimento dell'obiettivo minimo unito alla valorizzazione degli elementi a disposizione. Il primo è stato sicuramente Mauro Icardi, capocannoniere, con il tecnico che si è dimostrato ancora una volta abile a esaltare i centravanti.
Altri elementi della rosa cresciuti con il tecnico sono il difensore Skriniar, arrivato tra lo scetticismo generale dalla Sampdoria, ma diventato presto una colonna, un pilastro della difesa nerazzurra e Brozovic: dopo stagioni di luci e ombre come trequartista, Spalletti ha deciso di abbassarlo come regista, mediano nel 4-2-3-1 e il croato ha offerto ottime prestazioni nel ruolo.
Certo, anche questa esperienza non si è rivelata umanamente facile per Spalletti che ha avuto da gestire il caso Icardi, fatto fuori e poi reintegrato senza fascia.

Napoli, lo Scudetto con Kvaratschkelia
Dopo due stagioni sabbatiche, quelle del COVID-19 e degli stadi vuoti, a porte chiuse, trascorse in campagna in Toscana ricevendo una ricca buonuscita dall'Inter, nell'estate 2021 Luciano Spalletti torna in panchina, al Napoli.
Trova una squadra perfetta per la sua idea di calcio: tecnica, di qualità e dal grande potenziale. Debutta sulla panchina partenopea il 22 agosto vincendo per 2-0 la prima giornata di Serie A contro il Venezia. Con lo 0-4 di Udine conquista la vetta solitaria della classifica ad oltre tre anni di distanza dall'ultima volta e battendo 0-4 la Sampdoria diventa il primo allenatore azzurro a vincere le prime cinque partite di campionato al suo esordio sulla panchina dei partenopei. Sconfiggendo in casa il Torino per 1-0, eguaglia la miglior partenza nella storia degli azzurri (otto vittorie consecutive), avvenuta nella stagione 2017-2018, con in panchina Maurizio Sarri. Il Napoli in campionato va fortissimo e si gioca le prime posizioni con Inter e Milan prima di un piccolo crollo a Dicembre (3 sconfitte casalinghe di fila) che porta gli azzurri a chiudere il girone di andata al 3º posto, a - 5 da rossoneri e a - 7 dai nerazzurri. In Coppa Italia il cammino si interrompe già  agli ottavi di finale contro la Fiorentina, mentre in Europa League gli azzurri superano un girone equilibrato con Leicester, Legia Varsavia e Spartak Mosca ma poi sono sfortunati perché pescano il Barcellona ed escono già al primo turno ad eliminazione diretta. In campionato continua il triello serratissimo con le milanesi. Gli azzurri infilano 8 risultati utili consecutivi (5 vittorie, 3 pari) e con il successo sulla Lazio (1-2) il sogno è più vivo che mai. La caduta casalinga con il Milan (0-1) in una gara in cui Pioli incarta tatticamente Spalletti suona come un qualcosa di sinistro: quando conta,il Napoli si perde. Gli azzurri però si riprendono, battono H.Verona e Udinese, espugnano Bergamo con una prestazione maiuscola e volano in testa alla classifica. La squadra è in forma, gioca bene e vince, Napoli vede lo Scudetto. Ancora una volta però la squadra partenopea cade nel momento decisivo: crolla in casa con la Fiorentina (2-3), pareggia con la Roma sempre in casa (1-1) e infine compie un vero e proprio harakiri con l'Empoli, andando avanti 0-2 ma facendosi rimontare per il definitivo e incredibile 3-2 dei toscani, che non vincevano proprio dalla gara d'andata. 1 punto nelle ultime 3 gare per il Napoli che resta a 67 punti, scivola a -5 dall'Inter seconda e a -7 dal Milan primo e dice virtualmente addio al sogno Scudetto. Il Napoli matematicamente può ancora vincerlo ma con 34 giornate giocate e 4 mancanti è dura recuperare quello svantaggio, tra l'altro non contro un avversario ma contro due e infatti il Tricolore va al Milan. I campani si possono  consolare con il ritorno in Champions League, obiettivo stagionale. La settimana seguente in casa al San Paolo in un clima surreale tra fischi e cori contro, il Napoli sfoga la sua rabbia e il suo rammarico sul Sassuolo, demolito 6-1 aumentando così i rimpianti per lo Scudetto. Gli azzurri vincono le ultime 3 gare e concludono il campionato al 3º posto, dietro Milan e Inter e davanti la Juventus e tornano in Champions League dopo 3 stagioni. Nell'annata 2022-2023 il Napoli parte forte in campionato e si installa al primo posto mostrando una netta e schiacciante superiorità sulle rivali e allungando sempre più su di esse. Inizia la Champions League e gli azzurri accedono agli ottavi di finale della competizione grazie alla vittoria per 4-2 contro l'Ajax. In campionato il Napoli continua a viaggiare a ritmi altissimi e si mantiene in vetta alla classifica,trascinato dai gol di Victor Osimhen e dalle giocate di Khvicha Kvaratschkelia, esterno sconosciuto proveniente dalla Georgia che ha avuto un impatto devastante, travolgente in Italia. Con la vittoria di misura in casa della Roma (0-1), Spalletti eguaglia il maggior numero di partite vinte consecutivamente tra campionato e coppe (11), primato stabilito dall'ex allenatore Ottavio Bianchi nella stagione 1986-1987, annata in cui il Napoli vinse il primo scudetto. Tale record viene poi superato in virtù del risultato di 3-0 inflitto ai Rangers nella partita di ritorno del girone di Champions League.La striscia di risultati utili (17) si interrompe in occasione di Liverpool-Napoli, partita terminata con il risultato di 2-0 in favore degli inglesi. Nonostante la sconfitta gli azzurri vincono il proprio girone di Champions League. Grazie alla vittoria casalinga per 3-2 ai danni dell'Udinese, il tecnico di Certaldo aggiunge quota undici vittorie di fila in Serie A e supera così il primato definito nella stagione 2017-2018 dall'ex tecnico Maurizio Sarri (10). La prima sconfitta in campionato arriva alla ripresa dopo il Mondiale il 4 gennaio 2023 contro l'Inter (1-0). Il 13 gennaio il Napoli vince 5-1 contro la Juventus e conquista una vittoria storica in una notte da sogno per i tifosi partenopei; l'ultima volta che i partenopei avevano segnato cinque reti ai torinesi è stato nel 1990, durante la partita valida per la Supercoppa italiana, vinta con il medesimo risultato. Cinque giorni dopo, la squadra di Spalletti viene eliminata dalla Coppa Italia per mano della Cremonese e vede sfumare così il primo obiettivo stagionale. La vittoria esterna nel derby contro la Salernitana (0-2), permette al tecnico di diventa l'allenatore con più partite vinte nella storia della Serie A (276) nell'era dei tre punti a vittoria. Il 17 febbraio seguente Spalletti, in occasione della vittoria esterna per 0-2 in casa del Sassuolo, raggiunge quota 1000 panchine in carriera.
Anche dopo il Mondiale il Napoli continua a volare, il distacco dalle rivali è impressionante e si avvicina sempre più al Tricolore. In Europa il Napoli asfalta l'Eintracht Francoforte e conquista la prima qualificazione ai quarti di finale di Champions League, traguardo mai raggiunto in precedenza dai partenopei. Il cammino europeo si interrompe proprio ai quarti, nel derby italiano con il Milan che supera gli azzurri per 2-1 tra andata e ritorno. Il 4 maggio, grazie al pareggio esterno contro l'Udinese (1-1), il Napoli conquista lo Scudetto. Per Spalletti è il primo Scudetto della sua carriera da allenatore e diventa anche il tecnico più anziano a vincere il titolo, a 64 anni e 58 giorni; per i partenopei si tratta invrce del terzo titolo della loro storia, a 33 anni di distanza dal precedente.
L'ottimo cammino con il Napoli gli regala il Premio Maestrelli, il Premio Enzo Bearzot e il Premio come miglior allenatore della Serie A 2022-2023 oltre alla gloria, la riconoscenza eterna e l'amore di Napoli, città in cui il confine tra sacro e profano è molto sottile, che vive il calcio in maniera viscerale e in cui la passione per il Napoli e il calcio non conosce limiti. In onore dell'impresa, nel settimane successive al trionfo, Spalletti si è anche tatuato sull'avambraccio lo stemma del Napoli e uno Scudetto con al centro un numero 3, un tatuaggio che simboleggia l'amore e il forte legame con la squadra che gli ha permesso di raggiungere questo straordinario traguardo e che avrà per sempre inciso sulla pelle, indelebile come i ricordi e l’affetto che si porterà per sempre dietro.

 

L'esperienza biennale a Napoli è sicuramente la più emozionante per Spalletti e gli ha regalato il primo Scudetto della sua carriera, il sogno di ogni allenatore italiano. Eppure la prima stagione sembrava perfettamente in linea con la sua carriera: partenza fortissima, gioco spettacolare e sogno Scudetto, poi crollo invernale e obiettivo minimo della qualificazione in Champions. Spalletti e il Napoli sembrava il perfetto incontro tra due mondi che nella loro storia hanno raggiunto buoni risultati senza mai però raggiungere la vittoria:mil tecnico non aveva mai vinto un Tricolore e spesso era arrivato secondo, così come il club partenopeo che tante volte negli ultimi anni aveva sognato il titolo e se lo ha sempre visto sfumare tra dominio delle rivali e beffe atroci e crudeli. La delusione dell'ambiente e le frizioni con De Laurentiis sembravano portare alla conclusione del rapporto tra il tecnico di Certaldo e il Napoli dopo una sola stagione, poi tutto si è risolto e l'ultima stagione è stata straordinaria ed entrerà nella storia del club e del calcio italiano: il Napoli di Spalletti ha vinto, anzi dominato il campionato e raggiunto i quarti di finale in Champions League per la prima storica volta nella storia dei partenopei con una squadra che ha mostrato un calcio spettacolare e spumeggiante e trascinata da fenomeni come Osimhen (capocannoniere del campionato, per il tecnico è il quarto dopo Totti, Dzeko e Icardi) e Kvaratschkelia.
Dopo grandi talenti del calibro di Di Natale, lo stesso Totti, chi lo avrebbe detto che a regalare l'agognato Tricolore al tecnico sarebbe stato un georgiano sconosciuto che però si è dimostrato un talento purissimo e ha avuto un impatto clamoroso sulla squadra e sul campionato. Spalletti, dopo Pizarro e Brozovic, al Napoli ha valorizzato anche un altro regista, Stanislav Lobotka, che dopo gli anni di Gattuso in cui ha visto poco il campo, si è finalmente imposto come fulcro della squadra ed è diventato uno dei migliori nel ruolo in Europa. Menzione d'onore per il capitano Di Lorenzo, chi si aspettava che sarebbe stato lui il capitano di uno Scudetto del Napoli dopo Maradona? Probabilmente nemmeno lui, figlio della gavetta. Tanti i protagonisti, tante le storie di una squadra magnifica costruita e plasmata da Spalletti, che ancora una volta si è confermato un ottimo tecnico, autore di un grandissimo lavoro su un gruppo con cui ha finalmente conquistato il traguardo più atteso.

Dopo un'estate che lo ha visto declinare proposte da Chelsea e Tottenham (Premier League) per prendersi un periodo di pausa, Spalletti ora è il candidato principale alla panchina dell'Italia dopo le dimissioni a sorpresa di Mancini. Un altro sogno, il coronamento della carriera per il tecnico.

 

La PERSONA
Luciano Spalletti è un ottimo allenatore, uno tra i migliori in Italia, tra i più preparati a livello tattico, un maestro di calcio. Le sue squadre giocano bene e valorizza gli elementi a sua disposizione. Ha un carattere difficile che lo ha portato allo scontro con alcune società, con alcuni suoi capitani (Totti, Icardi) e con la stampa.
Luciano è però anche una persona legata alle sue origini toscane, umile che sa bene da dove è arrivato e il percorso,i sacrifici fatti per arrivare in alto e gli ostacoli incontrati: basti pensare che dopo il successo del Napoli contro la Juventus (0-1) ha affermato: "Sono sempre andato in giro in autostop per cui il fatto di trovarmi nella condizione di poter vincere questo scudetto ti ripaga di tutti i sacrifici fatti. Ogni tanto mi prendono per il c**o perché metto le scarpe da calcio a bordo campo, ma quello che ho sofferto per avere quelle scarpe lo so io perché da piccolo non avevo i soldi per comprarle, ora è facile che me le metto spesso».

Una frase che riassume la vita di Spalletti, che non si è mai dimenticato da dove è partito. In paese dicono che sia una persona in realtà generosa, alla mano, gentile e simpatica. È un uomo molto legato alla sua famiglia, a cui ha dedicato lo Scudetto vinto al Napoli, dalla moglie Tamara ai figli Federico, Samuele e Matilde, passando dal fratello Marcello, scomparso nel 2019 fino agli amici con cui condividere giornate di lavoro, feste, cene e serate in compagnia. Poi è molto legato alla sua tenuta, che la sua famiglia ha sempre sognato di avere, alla sua terra, alla campagna che coltiva accuratamente e da cui ricava vino e olio "per condire pomodori e insalata".
Nella residenza di Certaldo sono presenti anche diversi animali come le famose "Galline del Cioni" (citate in una conferenza alla Roma), pavoni, asini, struzzi, alpache. Una volta ha detto: "la campagna, mi piace quel mondo lì, il silenzio, nella confusione cittadina non mi trovo a mio agio, anche se poi mi piace starci. Il mio ambiente naturale è la campagna, la sua tranquillità che mi stimola le riflessioni per la squadra".

La sua residenza è piena di cimeli: da quadri, a opere d'arte, a moto ad un cappotto di pecora regalatogli quando allenava in Russia dai pastori ceceni del Caucaso. È una persona intelligente, passionale, amante della cultura che ama leggere di letteratura e filosofia tra idee di gioco, schemi e tattiche. Lo si vede anche nelle sue conferenze stampe: sembrerà noioso ma le sue frasi lunghe, costruite avvolgente come il suo stile di gioco e con termini anche inusuali, sono sempre significative.
Insomma... un uomo totale.