L'ultima stagione per Feralpisalò e Brescia, due club in riva al Lago del Garda, è stata diametralmente opposta, per risultati e stati d'animo.
Vediamo perché.

FERALPISALÒ: i verdeazzurro sono un sodalizio giovane, nato solamente nel 2009 a seguito della fusione tra club preesistenti: l'A.C. Salò Valsabbia e l'Associazione Calcio Feralpi Lonato del Garda. 
L'inizio è subito ottimo: alla sua prima stagione, nel campionato di Lega Pro Seconda Divisione 2009-2010, la nuova squadra disputa un ottimo campionato e chiude al quarto posto. Ai play-off sarà battuta solamente in semifinale. Nella stagione seguente la formazione lombarda riesce a ottenere la prima storica promozione in Prima Divisione, grazie alla vittoria dei play-off. Alla sua prima stagione in terza serie, i Leoni del Garda riescono a evitare i play-out all'ultima giornata e conquistano la salvezza. Nella stagione seguente arriva una salvezza più tranquilla. Nell'annata 2013-2014 la squadra riesce ad arrivare al nono posto ed a ottenere la prima qualificazione ai play-off, seguita da altre 4, grazie a 2 sesti posto e 2 ottavi posto consecutivi.
Nell'annata 2018-2019 i biancoblù chiudono il campionato in un'ottima quarta posizione e arrivano fino ad una incredibile semifinale play-off da cui vengono eliminati dalla Triestina, ad un passo dalla finale. Nelle 2 annate seguenti la Feralpisalò continua a fare bene, a ottenere importanti piazzamenti (un sesto, un quinto posto) prima dello storico e straordinario terzo posto (con semifinale nella post season) di due stagioni fa.
Ai playoff però è sempre mancato qualcosa, probabilmente esperienza, per raggiungere l'incredibile sogno Serie B.
Nell'ultima stagione la Feralpisalò è ripartita con l'obiettivo di continuare a crescere e raggiungere i playoff con un occhio al paradiso della Serie B.
Viene confermato in panchina Stefano Vecchi: parliamo di un tecnico giovane e interessante che crede in un calcio offensivo e propositivo, che ha fatto sempre bene in tante piazze e che ha vinto tanti trofei. Con il Mapello ha conquistato una Promozione e ottenuto una promozione in Eccellenza, poi la favola Tritium: con i biancazzurri ha conquistato prima il campionato di Serie D e la promozione in Lega Pro Seconda Divisione e poi ha vinto anche la Lega Pro Seconda Divisione, la Supercoppa e si è regalato una storica promozione in Lega Pro Prima Divisione. Sulla panchina dell'Inter Primavera inizia un ciclo lungo, vincente e fruttuoso: in 4 anni alla guida dei giovani nerazzurri conquista ben 6 trofei, 2 Campionati Primavera, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana.
Da sottolineare anche la parentesi al Sudtirol in Serie C, club organizzato, con progettualità, in cui si fa calcio, condotto ai playoff e  al Carpi che gli affida la panchina alla prima stagione in Serie B della sua storia, per Vecchi prima esperienza in cadetteria. Negative e concluse con l'esonero invece le annate a Venezia e alla Spal, poi fallita. Per la stagione 2022-2023 i verdazzurri di Stefano Vecchi iniziano l'annata in maniera altalenante, ma dalla 12ª giornata s'insediano stabilmente nelle posizioni di vertice e conquistano anche al primo posto. Il girone A è estremamente equilibrato e di alto livello e vede diverse squadre di rilievo come il Vicenza, il Pordenone, che fanno un buon campionato ed altre come Padova e Triestina che invece deludono le aspettative mentre emergono a sorpresa formazioni quali lo stesso Feralpisalò, il Renate ma anche Lecco e Pro Sesto. I gardesani chiudono al primo posto il girone di andata e si laureano campioni d'inverno.
Nel ritorno i verdeazzurri continuano a macinare punti,a restare nel gruppo di testa con una folta concorrenza e al termine della 31ª giornata si ritrova da sola in vetta alla classifica.
Due giornate dopo la Feralpisalò batte il Mantova, consolida il primato e allunga a +4 sul secondo posto, complici i contemporanei pareggi di Lecco e Pro Sesto e la sconfitta del Pordenone.
Alla quartultima giornata, la squadra di Vecchi aumenta ancora, a +5, il distacco sul secondo posto a cinque punti a seguito della vittoria sul campo della Juventus Next Gen. Nel turno dell'8 Aprile, pre-pasquale la Feralpisalò batte 1-0 la Triestina in casa e grazie alla contestuale e sorprendente sconfitta della Pro Sesto a Piacenza, vince la Serie C e conquista la promozione in Serie B, la prima della sua storia. Statistiche particolari quelle della squadra di Vecchi che ha vinto il campionato con solo 41 gol fatti, molto pochi (15esimo miglior attacco, dietro incredibilmente anche al Piacenza fanalino di coda) ma con appena 21 gol subiti, altrettanto pochi a dimostrazione di come la squadra abbia vinto molte partite per 1-0. l piccolo Stadio Turina e tutto il popolo verdeazzurro esplodono di gioia e festeggia l'incredibile traguardo con palloncini e invadendo il campo sotto una leggera pioggia. Non ha vinto la squadra più forte e completa (i verdeazzurri non partivano come favoriti) ma ha vinto la squadra più unita e coesa che con compattezza e sacrificio è riuscita a prevalere sulle altre.
Spiccano comunque alcuni singoli: il primo è Simone Guerra, attaccante che aveva già militato nella Feralpisalò in un quadriennio dal 2015 al 2019 e dopo due stagioni al Vicenza è tornato nel 2021 per completare la missione, poi l'eterno Siligardi che dopo tanti anni di Serie A e B ha deciso di rimettersi in gioco nella piccola Feralpisalò di cui ha fatto la storia e infine Luca Balestrero, centrocampista offensivo. dai tanti gol nelle gambe.
È il trionfo di Vecchi che conquista anche la Serie C e mette un'altra coppa in bacheca.
Senza togliere nulla al tecnico è però soprattutto il trionfo della società, del Presidente Pasini, uomo legato a valori e territorio che ha coronato il sogno: sodalizio piccolo, giovane che con il tempo ha dimostrato organizzazione, competenza e programmazione e ha conquistato ottimi risultati attraverso una politica sostenibile, spendendo poco con bilanci sempre in verde investendo su giovani interessanti e funzionali al gioco, provenienti anche da serie minori a dimostrazione della fiducia nelle potenzialità dei ragazzi indipendentemente dalla categoria. Insomma una sorta di nuovo Cittadella, di un Sudtirol, modelli da applausi e da invidiare, di ordine e continuità in campo, di attenzione ai conti, di equilibrio economico ma anche di investimenti per avere strutture moderne. Insomma piccole piazze in cui si fa un calcio opposto e forse anche migliore a quello di molte squadre, soprattutto le big che spendono tanto, anche senza una logica e talvolta deludono le aspettative finendo con il fallire gli obiettivi da un punto di vista sportivo e con debiti economici sul groppone. La Feralpisalò, con la vittoria del Girone A di Serie C, ottiene il diritto di partecipare alla Supercoppa in un triangolare contro la Reggiana e il Catanzaro, le vincenti degli altri due gruppi. I gardesani perdono con il Catanzaro, vincono a sorpresa con la Reggiana e chiudono il torneo al 2º posto con 3 punti. Conclusa la straordinaria stagione scorsa ora la Feralpisalò sta preparando, pianificando la nuova annata, la prima, storica in Serie B con l'obiettivo di conquistare una salvezza tranquilla e chissà, stupire anche in seconda serie.


BRESCIA: per parlare della situazione dei biancoazzurri dobbiamo partire dal 2017, anno in cui l'imprenditore Cellino, dopo aver fatto bene al Cagliari e dopo l'esperienza in Inghilterra al Leeds, ha rilevato il club. Nella prima stagione come presidente ottiene una sofferta salvezza. Nell'annata seguente, la 2018-2019, la squadra viene affidata a David Suazo e nonostante un organico competitivo, da vera corazzata, parte male. Il presidente esonera il tecnico e affida la panchina a Eugenio Corini con il quale il Brescia si riprende, infila una lunga serie di risultati utili e chiude il girone di andata al secondo posto. A Febbraio con il netto 1-5 al Pescara, terzo in classifica, i biancazzurri conquistano la prima posizione in classifica che mancava da anni e che manterranno fino alla fine. Il Brescia, con la vittoria per 1-0 sull'Ascoli, conquista il campionato di Serie B (primo trofeo per Cellino) e la promozione in Serie A.
È il trionfo di una rosa davvero forte, costruita da Cellino e plasmata e valorizzata del tecnico, da Alfredo Donnarumma e Ernesto Torregrossa, che hanno composta una coppia gol straordinaria e da record, il giovane Sandro Tonali, promettente regista lombardo dai piedi buoni e paragonato a Andrea Pirlo, uno che a Brescia ha spiccato il volo verso una carriera leggendaria. In estate viene confermata la rosa, il blocco che ha vinto il campionato a cui viene aggiunto il super colpo Balotelli, in cerca di riscatto nella squadra della sua città. L'inizio di campionato è abbastanza buono ma i limiti della Leonessa sono evidenti e dopo la sconfitta con il Verona all'11ª giornata, Corini viene esonerato e viene annunciato Fabio Grosso come nuovo allenatore. Il tecnico resta sulla panchina solamente 3 gare in cui non ottiene alcun punto ma anzi 3 sconfitte pesanti con 0 gol fatti e ben 11 subiti.
Al suo posto viene richiamato Corini che torna così sulla panchina biancoazzurra. Arrivano subito 2 vittorie pesanti in due scontri diretti contro Spal e Lecce ma poi la squadra torna in crisi e il tecnico viene nuovamente sostituito da Diego Lopez. Il tecnico uruguayano non riesce a risollevare la squadra che retrocede  in Serie B con 3 giornate di anticipo complice probabilmente una rosa poco esperta e costruita senza ordine e soprattutto a causa della confusione in panchina creatosi con i 3 allenatori che si sono succeduti. Nelle successive due stagioni in cadetteria le Rondinelle, al termine di campionati difficili, con tanti cambi di allenatore, si qualificano ai playoff ma non riescono a ottenere la promozione in massima serie.
Nell'ultima annata i biancoazzurri si presentano ai blocchi di partenza con l'obiettivo di tornare in Serie A ma ben presto la stagione prende una piega negativa e la squadra naviga, annaspa nelle zone basse della classifica.
Nel girone di ritorno il Brescia sprofonda in piena zona retrocessione prima di un buon ruolino di marcia nelle ultime gare che permette alla squadra di agguantare quanto meno i playout. Avversario è il Cosenza che si impone 1-0 in casa nella gara di andata.
Al ritorno al Brescia basta vincere per salvarsi grazie alla miglior posizionamento in classifica e dopo un primo tempo con poche emozioni, al 74' i biancoazzurri trovano il vantaggio con capitan Bisoli che con il destro fa 1-0. Sembra fatta ma al 95' il Cosenza pareggia incredibilmente con Meroni (1-1), beffa atroce. Cala il silenzio, il gelo sul Rigamonti, poi esplode il caos più totale, il pandemonio: una serie di fumogeni viene gettata in campo, impossibile e pericoloso continuare. L’arbitro Massa richiama le squadre negli spogliatoi, alcuni tifosi invadono il campo ed è necessario l’ingresso delle forze dell’ordine.
Un bruttissimo finale per una partita emozionante e combattuta. Per certi versi e seppur in tono minore, la situazione venutasi a creare ha ricordato quella della drammatica e dolorosa retrocessione del River Plate, storico club argentino più volte campione in patria e nel continente, in Segunda Division. Dopo una lunga riflessione, non si rientra nemmeno in campo: Massa decide di decretare la fine della partita senza riprendere il gioco. Il Brescia non va oltre il pari che poi diventerà sconfitta a tavolino (0-3) dopo la decisione del giudice sportivo e retrocede in Serie C 38 anni dopo. Tragico epilogo, naturale conseguenza di annate davvero disastrose: organici costruiti male, senza una logica particolare e una politica precisa, solo per comprare e senza progettualità ma soprattutto tanti, troppi allenatori con alcuni esoneri inspiegabili che hanno creato solamente confusione e non hanno dato continuità e quella stabilità tattica necessaria.
Ora i lombardi ripartiranno dalla terza serie, salvo eventuali mancate iscrizioni di qualche club cadetto (Reggina): ci sarà una vera rivoluzione con l'obiettivo, anzi l'imperativo, di fare bene, evitare di ripetere gli errori dell'anno scorso e provare a vincere la Serie C per tornare subito in B. Ma l'orrore di questa stagione resta!