Il rapporto tra Massimiliano Allegri e la Juventus è lungo, ricco di tante soddisfazioni, stima reciproca e vittorie ma anche critiche e momenti difficili. Tutto è iniziato nel lontano Luglio 2014. Una Juventus guidata da Antonio Conte, reduce da 3 Scudetti di fila (di cui uno da imbattuta e uno con il record di punti, 102) e tornata a dominare in Italia, subisce un autentico terremoto. Conte, che non aveva ricevuto i rinforzi promessi (Nainggolan, Cuadrado, Sanchez, Iturbe) si dimette dopo solo due giorni di ritiro e accetta l'offerta della Nazionale Italiana, alla ricerca di un nuovo ct dopo la fallimentare spedizione al Mondiale in Brasile, costata l'esonero a Cesare Prandelli. Al suo posto la società bianconera sceglie Massimiliano Allegri: dopo una normale, modesta carriera da giocatore, Allegri ha deciso di sedersi in panchina. La prima esperienza come allenatore è stata all'Aglianese,in Serie C2. Poi passa alla guida della SPAL, in Serie C1.Dopo aver condotto i biancoazzurri al nono posto in campionato si libera dal club estense nel frattempo fallito e si accorda con il Grosseto. L'esperienza con i maremmani si consuma in due tronconi tra il 2005 e il 2006 e si conclude a seguito del secondo e definitivo esonero. Dopo una parentesi come collaboratore tecnico del maestro Galeone all’Udinese, viene scelto come allenatore dal Lecco, squadra neopromossa in Serie C1, ma lascia l’incarico dopo poche settimane a causa di divergenze con la società lombarda. Nell'estate 2007 diventa il nuovo allenatore del Sassuolo. Il tecnico livornese conduce i neroverdi alla vittoria della Serie C1 e alla promozione in Serie B, la prima della storia del club. Gli emiliani conquistano anche Supercoppa di Serie C1 contro la Salernitana. A coronamento della positiva stagione sulla panchina del Sassuolo, nel novembre 2008 è insignito della Panchina d'oro di Prima Divisione quale miglior tecnico della terza serie italiana. Passa al Cagliari: per Allegri è la prima esperienza in Serie A. L'inizio è orribile: 5 sconfitte nelle 5 prime gare, ma il tecnico riceve la fiducia, la conferma della società e conduce la squadra ad una tranquilla salvezza, replicata nella stagione seguente. Vince anche la Panchina d'Oro come migliore allenatore della Serie A. Passa al Milan, prima big della sua carriera con cui vince 1 Scudetto e 1 Supercoppa Italiana e alla quarta stagione viene esonerato.

Dalla contestazione, allo Scudetto e al sogno Triplete. 
Allegri entra in un contesto difficilissimo e ostile: deve raccogliere la pesante eredità di un Conte capace di risollevare la Juventus dalle ceneri scandalo Calciopoli e di condurla a 3 Scudetti consecutivi. I tifosi bianconeri, ancora legati al vecchio condottiero, nel giorno del suo arrivo organizzano una contestazione verso Allegri in cui ribadiscono il loro no, sfogano tutta la loro delusione, il loro disaccordo e il loro scetticismo per la scelta della società di puntare su un tecnico,reduce dall’esonero al Milan, grande rivale della Juventus. Il tecnico intanto si mette al lavoro e decide di adattarsi e non toccare il sicuro, quadrato e collaudato 3-5-2 di Conte che con i suoi schemi tanti successi aveva fruttato ai bianconeri. Esordisce sulla panchina bianconera il 30 agosto 2014 in occasione della prima giornata di Serie A in casa del Chievo Verona, gara conclusa con la vittoria dei bianconeri per 0-1. La Juventus inizia benissimo il campionato, inanella ben 6 vittorie consecutive e conquista la vetta della classifica.
Insegue la Roma, protagonista anch’essa di un ottimo inizio con 5 vittorie prima della sconfitta con i bianconeri.
La Juventus continua a macinare vittorie, la Roma risponde dando vita ad un duello, ad un acceso testa a testa. In Champions League viene inserita in un equilibrato raggruppamento con l'Atletico Madrid campione di Spagna e finalista dell'ultima edizione, Olympiacos, campione di Grecia e Malmoe, campione di Svezia. L' esordio è positivo con la vittoria sul Malmoe, poi i torinesi rimediano due sconfitte consecutive contro Atletico Madrid e Olimpiacos. Seguono due vittorie di fila contro greci e svedesi prima del pari casalingo con i Colchoneros (0-0) che permette alla Juventus di concludere il girone al 2º posto e di qualificarsi agli ottavi di finale. Il 22 Dicembre, poco prima di Natale, i bianconeri perdono la Supercoppa Italiana contro il Napoli ai calci di rigore e vedono sfumare il primo trofeo stagionale. A Gennaio la Juventus, vince proprio a Napoli, campo che non espugnava da ben 14 anni, e si laurea campione d'inverno. Il girone di ritorno è molto diverso da quello di andata: la Juventus continua a ottenere risultati positivi, mentre la Roma rallenta, afflitta da una acuta pareggite e il Napoli è troppo altalenante. Con la vittoria contro la Sampdoria a Marassi (0-1) la Juventus conquista aritmeticamente lo Scudetto, il quarto di fila, con quattro giornate di anticipo. Massimiliano Allegri raggiunge così l'obiettivo stagionale e vince il secondo Scudetto della sua carriera dopo quello al Milan.In Coppa Italia i bianconeri superano l'Hellas Verona a valanga, battono il Parma a fatica nonostante i problemi societari e finanziari dei ducali e approdano in semifinale. Nel penultimo atto hanno la meglio della Fiorentina e raggiungono la finale dove trovano la Lazio di Pioli. La Juventus si impone 2-1 in rimonta e Allegri, dopo lo Scudetto, conquista anche la Coppa Italia realizzando così il double italiano, domestico. Ad un dominio totale nei confini italiani, la squadra bianconera aggiunge una cavalcata emozionante in Europa, in Champions League. Agli ottavi di finale la formazione trova l'ostico Borussia Dortmund, battuto in casa con un 2-1 che lascia però tutto aperto in vista del ritorno dove la Juventus vince con un incredibile 0-3 con una prestazione perfetta, strepitosa, un vero e proprio capolavoro. Ai quarti la Juventus riesce a superare il Monaco e conquista così l’accesso alla semifinale dove trova il Real Madrid Campione d’Europa e del Mondo in carica e allenato dall’italiano Carlo Ancelotti. L’andata si gioca a Torino e i bianconeri tirano fuori un’altra grande prestazione, vincono 2-1 compiendo così l’impresa. Al ritorno, nello storico e imponente Bernabeu i Blancos vanno subito in vantaggio con il solito Ronaldo e sembra fatta ma i bianconeri resistono stoicamente, con una prestazione monumentale e nella ripresa pareggiano con Morata. La Juve raggiunge così la finale di Champions League, tornando all’ultimo atto 12 anni dopo l’ultima volta e sognando uno storico Triplete. Chi lo avrebbe detto quando Allegri sbarcò a Torino? Avversario della finale di Berlino è il Barcellona dello straordinario, fenomenale tridente MSN Messi-Suarez-Neymar, anch’essa in corsa per il Triplete. La Juventus prova a giocare ma i blaugrana si confermano troppo più forti, vincono 1-3 e conquistano la Champions League. Solo applausi per una Juventus che si è confermata in Italia ed è tornata a ruggire in Europa. Il tecnico livornese conquista 2 trofei nella sua prima stagione sulla panchina bianconera. In pochi si aspettavano che potesse continuare, prolungare la striscia di vittorie bianconere ma l’allenatore ex Milan è riuscito ed ha addirittura migliorato la parentesi Conte che al titolo non aveva mai abbinato anche la vittoria della coppa nazionale e soprattutto un percorso importante in Champions.

Il rinnovamento e lo Scudetto della grande rimonta.
L'estate 2015 segna un corposo rinnovamento, ringiovanimento della squadra bianconera.Partono alcuni dei protagonisti nei successi delle precedenti stagioni, Llorente, Pirlo, Tévez e Vidal.Agli ordini di Allegri, ovviamente confermato,arrivano calciatori di esperienza quali l'ala colombiana Cuadrado, il centrocampista tedesco Khedira e l'ariete croato Mandžukić, affiancati a elementi inizialmente meno noti come il terzino brasiliano Alex Sandro,o promettenti giovani quali l'attaccante argentino Dybala l'acquisto più oneroso del mercato bianconero in quest'annata e due prospetti italiani, il difensore Rugani e la punta Zaza. La nuova Juventus debutta nell’Agosto 2015 a Shanghai, aggiudicandosi la sua 7ª Supercoppa italiana dopo aver battuto la Lazio grazie a un 2-0 a opera dei neoacquisti Mandžukić e Dybala. Allegri vince così tutti i trofei nazionali alla guida della Juventus. L’inizio di stagione dei bianconeri è però molto difficile. La Vecchia Signora esce sconfitta dagli impegni agostani delle prime due giornate, rispettivamente, contro Udinese e Roma: per la prima volta nella sua storia la Vecchia Signora perde la prima di campionato davanti al proprio pubblico e mai aveva perso per le prime due gare. Neanche a Settembre quando la stagione entra nel vivo le cose migliorano per il club bianconero che non riesce ad integrare, assemblare i nuovi e subisce numerosi infortuni. La caduta subita contro il Sassuolo in trasferta alla 10ª giornata fa scivolare i campioni d’Italia all'undicesimo posto della graduatoria a −11 dalla vetta, portando in questa fase vari addetti ai lavori a escluderli anticipatamente dalla lotta di vertice. Tuttavia proprio da qui i piemontesi, nel frattempo ricompattatisi a livello di spogliatoio e tornati tatticamente ad affidarsi al 3-5-2 alla base del precedente quadriennio di successi iniziano a risalire la china inanellando una lunga e impressionante serie di vittorie che già alla sosta natalizia li riporta tra le pretendenti al titolo; spinta anche dalla crescita mostrata dal giovane ventunenne Dybala, presto divenuto tra i punti fermi dell'undici titolare,con il successo di Marassi sulla Sampdoria la Juventus chiude il girone di andata al secondo posto,a –2 dal Napoli campione d'inverno. I bianconeri proseguono poi la striscia vincente fino allo scontro diretto coi partenopei di Sarri, il 13 febbraio 2016 a Torino,quando l'1-0 siglato da Zaza allo scadere permette ai padroni di casa di ottenere il quindicesimo successo consecutivo (la più lunga serie vincente della storia bianconera) e di conquistare per la prima volta in stagione la testa della classifica. Nelle settimane seguenti i piemontesi legittimano il primato grazie soprattutto a una retroguardia molto solida, ermetica, granitica che, contando sulle prestazioni di Buffon e della linea difensiva BBC (Barzagli-Bonucci-Chiellini) ormai divenuta tra le più note della storia bianconera che permette al portiere di stabilire il nuovo primato d'imbattibilità del massimo campionato italiano per un portiere (974') e alla squadra di inanellare 10 gare consecutive senza subire reti, record della massima serie italiana; la striscia d’imbattibilità viene interrotta da un rigore del granata Belotti in occasione del derby, comunque vinto 1-4. Gli uomini di Allegri compiono il decisivo allungo verso il titolo nel mese di aprile e si riconfermano Campioni d'Italia con il successo contro la Fiorentina (1-2) e con la contestuale sconfitta degli azzurri sul campo della Roma. I bianconeri portano così a conclusione una rimonta-record; nessuno aveva mai infilato la stratosferica serie di 24 vittorie su 25 seguita a quell'avvio infelice; nessuno, nemmeno il grande Zoff, aveva saputo chiudere la sua porta tanto a lungo quanto il Buffon di questo campionato. Più lineare il cammino juventino nelle coppe. In Coppa Italia i bianconeri superano agevolmente i concittadini del Torino agli ottavi di finale e la Lazio ai quarti di finale. In semifinale la Vecchia Signora trova l’Inter, superata con il brivido, ai rigori. Nella sfida all'Olimpico di Roma, la Juventus batte il Milan, vince la sua undicesima Coppa Italia, la seconda consecutiva e chiudendo l'annata con in bacheca tutti e tre i trofei stagionali (Campionato, Coppa e Supercoppa Italiana), i bianconeri realizzano il loro primo treble nazionale. In Champions League,i bianconeri vengono inseriti in equilibrato girone che vede gli inglesi del Manchester City,gli spagnoli del Siviglia detentori dell'Europa League e i tedeschi del Borussia M'gladbach. I piemontesi ottengono la matematica qualificazione alla fase a eliminazione diretta con una giornata di anticipo, grazie alla vittoria interna sui Citizens tuttavia la sconfitta rimediata all'ultima giornata sul campo di Siviglia relega i bianconeri al secondo posto del proprio raggruppamento e all'accoppiamento negli ottavi di finale, con un club di prima fascia, il Bayern Monaco di Guardiola. Nel doppio confronto i torinesi riescono a ridurre il gap con i favoriti bavaresi: nella gara di andata i bianconeri recuperano due reti nella gara di andata allo Stadium e ottenuto un pari prezioso (per come si era messa la gara) per 2-2. Al ritorno all'Allianz Arena gli uomini di Allegri vanno clamorosamente avanti di due dopo una prima parte di match dominata e giocata ad alta insensità, tuttavia subiscono la rimonta dei padroni di casa venendo raggiunti sul pareggio nel finale. Il confronto va ai supplementari dove i bavaresi dilagano portandosi sul 4-2, si qualificano ai quarti di finale ed eliminano la Juventus che esce a testa alta dopo due ottime partite e sfortunata per aver pescato subito una delle favorite.

All-in. Altro doblete ma sfuma la Champions.
L'estate 2016 vede la Juventus artefice di una delle più movimentate e onerose sessioni di mercato della sua storia: sbarcano a Torino il centrocampista Miralem Pjanic dalla Roma per 36 mln e soprattutto Gonzalo Higuain, attaccante del Napoli, capocannoniere della Serie A con annesso record di gol della storia della Serie A (36 come Nordahl) per 90, all'epoca un record nel calciomercato italiano. Due colpi straordinari, due rinforzi che arrivano proprio dalle dirette rivali in Italia degli anni 2010 e che costituisce anche una mossa psicologica: con questi colpi la Juve indebolisce ed ammazza la concorrenza ancora prima di iniziare la stagione. Seguono altri arrivi importanti come il Dani Alves svincolatosi dal Barcellona, del centrale di difesa Benatia dal Bayern Monaco, e della giovane ala offensiva Pjaca dalla Dinamo Zagabria;

In campionato, come da pronostici estivi la Juventus prende sin dalle prime giornate la vetta della classifica. La squadra chiude il 2016 laureandosi simbolicamente campione d'inverno con due turni di anticipo. Frattanto in Champions League i bianconeri, inseriti nel girone H insieme agli spagnoli del Siviglia detentori dell'Europa League, ai francesi dell'Olympique Lione e alla Dinamo Zagabria, campione di Croazia, raggiungono la qualificazione alla fase a eliminazione diretta con una giornata di anticipo, battendo in rimonta (1-3) gli andalusi in trasferta, con una grande prova di esperienza e maturità in una situazione di emergenza e ottengono anche il primato del girone con la vittoria interna 2-0 contro i croati. Il 2016 si chiude tuttavia negativamente con la sconfitta nella Supercoppa Italiana, persa a Doha contro il Milan ai calci di rigore. Questa inattesa caduta contro una formazione più debole sulla carta, amplifica il maggiore problema della Juventus in questa fase della stagione: se infatti il percorso bianconero nei mesi precedenti è da considerarsi soddisfacente per i risultati, meno lo è per le prestazioni offerte dalla squadra, che nonostante l'alta qualità della rosa dà l'impressione di non riuscire ancora a esprimere appieno il suo potenziale. Dopo un mercato invernale limitato al piccolo cabotaggio, l'inizio del 2017 si rivela un importante snodo stagionale. La sconfitta in campionato a Firenze, segna l'apice delle critiche allo scialbo gioco juventino in questa fase nonché un punto di svolta della stagione dopo questa gara: Allegri archivia il modulo 3-5-2 per virare verso un più spregiudicato 4-2-3-1 volto a mettere in campo, contemporaneamente, tutti i maggiori talenti offensivi della squadra: Pjanić, Cuadrado, Dybala, Mandžukić e Higuaín. Il debutto di questo nuovo assetto «a 5 stelle» avviene il 22 gennaio a Torino contro la Lazio e sfocia immediatamente in una vittoria. Così messa in campo la Juventus, sempre regolare in campionato, frappone via via un rassicurante solco tra sé e le più dirette inseguitrici, Roma e Napoli. Tale vantaggio viene gestito in dirittura d'arrivo, quando i contemporanei impegni della squadra torinese nelle coppe inficiano sulla resa in Serie A, con una serie di battute d'arresto tuttavia innocue ai fini della classifica; neanche la sconfitta nello scontro diretto dell'Olimpico di Roma, che riporta i giallorossi a –4, mette a repentaglio la conquista del 33º Scudetto che arriva matematicamente una settimana dopo, con la facile vittoria 3-0 allo Stadium sul Crotone: raggiungendo il sesto titolo italiano di fila, la società supera dopo 82 anni il record della Juve del Quinquennio, stabilendo un nuovo primato nazionale. Allegri vince così il terzo Scudetto consecutivo, il quarto in carriera. Si rivelano esaltanti anche i cammini nelle coppe.Dopo aver eliminato nei turni precedenti Atalanta, Milan e Napoli, tutte big, i bianconeri superano nella finale di Roma la Lazio e vincono la loro dodicesima Coppa Italia nonché terza consecutiva. La fase a eliminazione diretta di Champions League vede invece i piemontesi liquidare senza troppa fatica il Porto, campione di Portogallo, agli ottavi. Ai quarti la Juventus trova gli spagnoli del Barcellona campione di Spagna:all’andata i piemontesi schiantano 3-0 i Blaugrana con una prestazione perfetta, enorme, capolavoro tattico di Allegri di una Juve che si difende con ordine, pressa e colpisce in cui splende la stella del giovane Dybala che con 2 gol oscura un Messi sottotono. Al ritorno i bianconeri, consapevoli della fine del PSG abile a schiantare gli spagnoli con un netto 4-0 prima di subire un clamoroso 6-1 ma con una una difesa più solida, resistono senza concedere particolari occasioni agli azulgrana e con lo 0-0 finale possono festeggiare la qualificazione in semifinale. Nel penultimo atto avversario è il Monaco, che con una squadra giovane e di talento è la rivelazione del panorama europeo, vicina a vincere la Ligue 1 spodestando lo squadrone del PSG. I bianconeri superano i biancorossi e raggiungono così un’altra finale di Champions, la seconda per Allegri sulla panchina della Juventus, con la possibilità di centrare il Triplete. Oltrettutto i bianconeri raggiungono l’ultimo atto con un'imbattibilità di 690', record per una squadra italiana tuttavia il 3 giugno al Millennium Stadium di Cardiff la Juventus viene sconfitta 1-4 dal Real Madrid e perde la settima finale di Champions della sua storia. La squadra chiude quindi la stagione con un double nazionale, il terzo consecutivo.

Lo Scudetto più soggetto, la beffa di Madrid.
La nuova Juventus fatica a trovare immediatamente degli equilibri, tant'è che al debutto ufficiale, 13 agosto 2017 in Supercoppa i favoriti bianconeri escono sconfitti contro la Lazio (2-3). In campionato i torinesi, nel girone di andata si mantengono nelle posizioni di vertice incappando tuttavia in un paio di battute a vuoto autunnali, come l'inaspettata sconfitta nel fortino dello Stadium, ancora per mano della Lazio (1-2),e la caduta a Marassi contro la Sampdoria (3-2) che la relegano all'inseguimento della capolista Napoli, con un ritardo massimo di –4. Nella fase a gironi di Champions League i torinesi, inseriti nel gruppo D, trovano gli spagnoli del Barcellona, i greci dell'Olympiakos e i portoghesi dello Sporting Lisbona; i bianconeri approdano alla fase a eliminazione diretta come secondi classificati, alle spalle dei catalani. Successivamente la Juventus conquista 6 risultati utili consecutivi (5 vittorie e 1 pareggio), tra cui la vittoria nel big match allo stadio San Paolo contro gli azzurri capolista; con la vittoria esterna sul Verona al Bentegodi (1-3), gli uomini di Allegri chiudono il girone di andata a -1 dai partenopei capolista. Con l’inizio del 2018 continua il duello,il dialogo tra le due squadre che rispondono colpo su colpo. Nel frattempo in Coppa Italia la Juventus elimina Genoa, Torino, Atalanta e raggiunge la finale.In Europa invece agli ottavi di finale la Juventus trova come avversari gli inglesi del Tottenham: all’andata i bianconeri vanno avanti 2-0 ma si fanno raggiungere sul 2-2, sprecano una grande occasione e vedono la qualificarsi complicarsi. Al ritorno i bianconeri vanno sotto ma nella ripresa rimontano il risultato con una grande reazione fatta di intensità, intelligenza e sacrificio. Ai quarti i piemontesi ritrovano gli spagnoli del Real Madrid, nella rivincita di Cardiff: il doppio confronto contro i detentori del trofeo pare decidersi già all'andata, con il netto 3-0 degli ospiti a Torino; al ritorno, il giorno la clamorosa rimonta della Roma sul Barcellona, anche un’altra italiana, la Juventus sembra realizzare una clamorosa rimonta portandosi sullo 0-3 al Bernabeu finché nei concitati minuti di recupero un calcio di rigore trasformato Cristiano Ronaldo elimina i bianconeri. In precedenza a Marzo, in campionato la Juventus aveva ottenuto due vittorie su Lazio, in una partita decisa da un'invenzione allo scadere di Dybala (0-1) e Udinese (2-0) e aveva operato il sorpasso ai danni del Napoli, che aveva rallentato con qualche stop. L'agevole successo 3-0 del 15 aprile allo Stadium sulla Sampdoria, i bianconeri si portano a +6 e si avvicinano allo Scudetto. Tuttavia l la settimana seguente, dapprima un passo falso sul campo del Crotone (1-1) nel turno infrasettimanale e soprattutto la sconfitta nello scontro diretto di Torino contro i campani (0-1), assottiglia a +1 il vantaggio della squadra di Allegri sugli uomini di Sarri, a questo punto considerati favoriti nella volata tricolore sia per condizione mentale sia per un calendario più agevole, sulla carta,nei quattro turni rimanenti. Al contrario, quando gli addetti ai lavori considerano ormai al tramonto questo ciclo bianconero, nelle ultime, cruciali giornate Buffon e compagni trovano quelle residue e insperate energie per resistere in vetta. Decisivo è il derby d'Italia contro l'Inter quando la Juventus, sotto nel punteggio a San Siro a soli 3' dal triplice fischio, grazie a due guizzi di Cuadrado e Higuaín riesce al fotofinish a ribaltare la gara e praticamente l'inerzia del campionato soprattutto sotto il punto di vista mentale. Il giorno seguente infatti il Napoli crolla a Firenze (3-0) e scivola nuovamente a -4. Nella giornata successiva i bianconeri battono il Bologna, il Napoli rallenta ancora pareggiando con il Torino (2-2), un pari che sa di resa e scivola a -6 a due giornate dal termine. In settimana intanto la Juventus schianta il Milan a Roma e conquista anche la Coppa Italia, la quarta consecutiva. Sempre nella capitale, contro la Roma, la Juventus ottiene un pari (0-0) e vince matematicamente il Tricolore, il settimo consecutivo. Per Allegri, nella sua esperienza in bianconero, si tratta del quarto Scudetto, della quarta Coppa Italia e del quarto doblete, accoppiata consecutiva.

L'ultima stagione del primo ciclo. Arriva Cristiano Ronaldo
La stagione successiva, la 2018-2019, segna l'addio di bandiere come Buffon e Marchisio ma anche l'arrivo del fenomeno Cristiano Ronaldo dal Real Madrid per dare il definitivo assalto alla Champions League. L'inizio di annata è ottimo, prepotente sia in campionato dove la Juventus ottiene 8 vittorie consecutive, sia in Champions dove conquista 3 vittorie di fila. La qualificazione alla fase a eliminazione diretta di Champions viene incamerata in anticipo, assieme al primo posto nel girone. La Vecchia Signora si laurea Campione d'Inverno con ben 53 punti all'attivo e da imbattuta. Nel mese di gennaio, i bianconeri cominciano il proprio percorso in Coppa Italia eliminando il Bologna negli ottavi di finale. Dopo aver conquistato l'ottava Supercoppa italiana ai danni del Milan (la terza in carriera per Allegri), i piemontesi vengono estromesso dall'Atalanta ai quarti di finale di Coppa Italia: per la prima volta sotto la guida di Allegri la Juventus viene eliminata dalla coppa nazionale. Gli ottavi di finale di Champions vedono invece i bianconeri abbinati agli spagnoli dell'Atlético Madrid, detentori della UEFA Europa League: il confronto di andata, al quale i piemontesi giungono dopo aver consolidato ulteriormente un già rassicurante primato in campo nazionale, vede gli iberici imporsi per 2-0. Conquistare lo Scudetto e venire eliminati così presto sia in Coppa Italia che soprattutto in Champions League con Ronaldo avrebbe il sapore del fallimento. Al ritorno la Juventus sfodera però una prestazione di altissimo livello, sontuosa e praticamente perfetta: i bianconeri, organizzati e solidi dietro, diretti davanti e schierati da Allegri con un 3-5-2 che incarta Simeone, vengono letteralmente trascinati dal fenomeno portoghese, che con una tripletta permette ai bianconeri di vincere 3-0, ribaltare il confronto e accedere ai quarti. La domenica seguente, la sconfitta sul campo del Genoa costa invece l'interruzione di un'imbattibilità che in massima serie era iniziata il 22 aprile 2018 (quando la formazione aveva ceduto in casa al Napoli). Il cammino europeo si conclude nel turno successivo quando l’Ajax, rivelazione del torneo, ha la meglio sui bianconeri. Subito dopo l'eliminazione in Europa, la Juventus si aggiudica con cinque giornate di anticipo lo Scudetto superando la Fiorentina allo Stadium per 2-1. Al termine della stagione, Allegri ufficializza l'addio ai colori bianconeri: il tecnico toscano si congeda da Madama dopo cinque stagioni a causa della delusione per un percorso europeo infruttuoso, sommata a sopravvenute divergenze circa i piani futuri della squadra. Saluta il club torinese dopo aver conquistato in 5 stagioni 5 Scudetti,4 Coppa Italia, 2 Supercoppa Italiana e 2 finali di Champions League.

Tra Sarri e Pirlo.
Il biennio successivo all'addio del tecnico livornese è difficile per i colori bianconeri. Nella prima stagione la Juventus, guidata di Sarri, vince solo lo Scudetto (il nono consecutivo) e delude nelle altre competizioni. Il tecnico toscano viene esonerato, non tanto per i risultati sotto le aspettative e un gioco deludente ma per la differenza tra il mondo Juventus e Sarri: il primo, con un certo stile, raffinato, non polemico e in cui vincere è l'unica cosa che conta, il secondo vero, sanguigno, passionale, polemico,con la tuta addosso e la sigaretta in bocca. Due mondi opposti, che hanno provato ad annusarsi senza successo. La Juventus così sceglie Andrea Pirlo, debuttante in panchina,alla prima esperienza come allenatore e inizialmente incaricato per allenare l'Under 23. La stagione è ancora più complicata per la Juventus che dopo 9 anni di dominio perde il campionato e abdica dal trono d'Italia,vince comunque 2 trofei,la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana ed esce male dalla Champions League. Alti e bassi, argomentazioni a favore e a sfavore per un'eventuale riconferma del tecnico bresciano, troppo poco per l'ambiziosa e impaziente società bianconera che da il benservito a Pirlo.

Torna Max
Nel Maggio 2021 la Juventus decide di ripartire da Massimiliano Allegri come nuovo allenatore: obiettivo tornare a vincere e ritornare a quella concretezza a quella strategia economica sempre ordinato e preciso,a quella organizzazione dirigenziale perfetta e a quella immagine di modello da seguire dal 2011 al 2019. In campo l'obiettivo è tornare a vincere attraverso la praticità, il pragmatismo del tecnico toscano dopo due anni di sbandierata volontà di vincere ma attraverso il bel gioco per adattarsi alla tendenza in Europa, una direzione però opposta a quella del club per cui "vincere è l'unica cosa che conta". Due anni complicati, di scelte sbagliate, di improvvisazione e di episodi controversi in cui la Juventus non sembrava più la stessa. Massimiliano Allegri torna così in panchina dopo due stagioni in cui è rimasto fermo, non ha allenato nei due anni del Covid-19 e delle porte chiuse. Allegri torna alla Juventus con l'obiettivo di vincere lo Scudetto, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana, il triplete italiano, domestico e fare un buon percorso in Champions League. Il tecnico livornese ritrova una Serie A diversa da quella lasciata e in cui i veri top player sembrano essere gli allenatori. Innanzitutto sono tornate, rinate le milanesi dopo gli anni bui. L'Inter, con lo Scudetto cucito sul petto, ha salutato Antonio Conte ed è ripartita da Simone Inzaghi, il Milan ha confermato Stefano Pioli, che ha riportato il club rossonero in Champions League dopo 7 anni. A Roma sono arrivati due allenatori di altissimo livello come José Mourinho sponda giallorossa, pratico e pragmatico e Maurizio Sarri, tecnico e filosofo alla Lazio. A Bergamo continua il regno di Gasperini. Tanti poi i giovani tecnici, con idee e principi interessanti divisi soprattutto in due scuole: da un lato quella di Guardiola, De Zerbi, con allenatori come Italiano (Fiorentina), Dionisi (Sassuolo) e Zanetti (Venezia) che credono in un calcio offensivo, propositivo basato su molto possesso palla, fraseggio e baricentro alto, un calcio ragionato, ricamato, fatto di tanti passaggi corti. Dall'altro lato invece la scuola di Gasperini e dal suo ex giocatore, pretoriano, Ivan Juric ma anche Igor Tudor e un calcio pratico, concreto basato su aggressività, fisicità con marcature a uomo e duelli a tutto campo e molto verticale.

Non è come prima.
Inizia il campionato e per la Juventus l'avvio è pessimo: i bianconeri deludono, faticano terribilmente e non ingranano allontanandosi fin dalle prime giornate dalla vetta e dalla lotta Scudetto. Allegri probabilmente non si aspettava tutte queste difficoltà e una squadra con poche certezze, così fragile mentalmente e poco matura nella gestione ma lo stesso tecnico livornese dimostra di non aver studiato, di non essersi aggiornato, di esser rimasto ancorato al calcio vecchio, quello fino al 2019 con una Juve apparsa troppo rinunciataria, senza una precisa idea di gioco e aggrappata alle giocate dei singoli. Nei due anni in cui è rimasto lontano dal campo il calcio è cambiato velocemente, prima era meno tattico e più libero, ora si sono sviluppati schemi, nuovi concetti come la marcatura a zona, la costruzione dal basso e anche le squadre piccole esprimono un calcio propositivo giocano a testa alta e con coraggio. I bianconeri chiudono il girone di andata in una deludente 5ª posizione, si consolano con la vittoria del girone di Champions League e la qualificazione agli ottavi ma a Gennaio subiscono un'altra batosta, la sconfitta in Supercoppa Italiana contro l'Inter a Milano. La società allora investe pesantemente nel calciomercato invernale: arrivano il promettente attaccante Dusan Vlahovic dalla Fiorentina per rinforzare un reparto offensivo fin lì poco prolifico e il mediano fisico Zakaria mentre lasciano Torino i centrocampisti Bentancur e Ramsey e l'esterno Kulusevski. I bianconeri riescono a trovare continuità di risultati, non di gioco, grazie ad una striscia di ben 16 risultati utili, in cui è sembrato di rivedere la vecchia Juventus di Allegri, pratica, solida e cinica. Complice il ritmo lento di Inter, Milan e Napoli, le squadre in vetta sin dalle prime giornate, i bianconeri tornano a sognare perfino una clamorosa rimonta in ottica Scudetto, poi definitivamente svanita con la sconfitta contro l'Inter nel derby d'Italia d'inizio aprile allo Stadium. Dalla Champions League intanto, arriva invece la maggiore delusione per i bianconeri,eliminati agli ottavi di finale da un Villarreal che,dopo l'1-1 in terra spagnola, è capace d'imporsi nettamente 0-3 al ritorno a Torino. L'annata praticamente si chiude agli inizi di maggio con la finale di Coppa Italia, dove la Juventus, detentrice del titolo, non riesce a riconfermarsi cadendo per 2-4 ancora contro l'Inter. I bianconeri chiudono ancora il campionato al quarto posto e raggiungono la qualificazione in Champions League, divenuto obiettivo minimo stagionale. Dopo ben undici anni i bianconeri tornano a chiudere un'annata senza mettere trofei in bacheca. Non è stata una stagione facile per Allegri che ha fallito gli obiettivi stagionali: in campionato ha fatto come Pirlo ma a differenza del giovane tecnico bresciano ha perso le finali delle coppe nazionali. Oltre che per i risultati deludenti è stato continuamente criticato anche per la mancanza di gioco.

Nella tempesta.
Per la stagione 2022-2023 Allegri viene confermato e il mercato porta tante novità: salutano colonne portanti del lungo ciclo di vittorie bianconero come Chiellini e Dybala, giocatori fondamentali come De Ligt e arrivano top player come Angel Di Maria e Pogba, cavallo di ritorno dopo la deludente esperienza al Manchester United. Approdano in bianconero anche Bremer, Milik, Gatti, Kostic, Paredes. Una campagna acquisti importante, sontuosa per tornare sul trono d'Italia dopo 2 anni e fare bene in Europa. Nonostante ciò la rosa non sembra ancora la più forte in Italia, con l'Inter che nonostante la beffa, già l'anno scorso sembrava avere l'organico più competitivo e ha ripreso Lukaku. La Juve ha una squadra di livello, dalla cintura in su è lunga ed ha alternative mentre in difesa non sembra così affidabile. Al debutto la Juventus schianta con un netto 3-0 il Sassuolo: Allegri torna così a vincere la prima giornata, in campo si è vista una Juve diversa,più alta,aggressiva e verticale. Tuttavia dopo lo scialbo e noioso 0-0 in trasferta con la Sampdoria tornano i dubbi e le perplessità intorno ai bianconeri di Allegri che vive un inizio difficile fatto di qualche pareggio di troppo (prima volta per il tecnico).In Champions l'avvio è complicato con due sconfitte nelle prime due gare con PSG e Benfica, che complica il cammino nel girone. Dopo la sconfitta con il Monza,alla prima vittoria della sua storia in Serie A, i bianconeri restano a 10 punti, in 8ª posizione, a -7 dal Napoli capolista e per la prima volta dopo due anni Allegri sembra a rischio, complice anche la pausa nazionale ma il tecnico resta in sella. Di ritorno dalla pausa la Juventus liquida Bologna (3-0) e Maccabi Haifa (3-1) e prova a tornare in carreggiata ma incappa in altre due pesanti sconfitte: la prima, in campionato contro il Milan, un 2-0 che ha visto i rossoneri dominare e giocare ad un ritmo altissimo contro una Juve orribile, troppo remissiva,prevedibile e incapace di costruire. La seconda, clamorosa e rumorosa, in Champions contro il modesto Maccabi e al termine di un'altra prestazione deludente. Il ko in Israele sembrava poter segnare la fine dell'Allegri 2.0 ma anche stavolta il tecnico è stato confermato, in vista anche dell'imminente sfida al Torino nel Derby della Mole. Nel 2015 la vittoria contro i granata firmata Cuadrado nei minuti di recupero fu la prima della lunga striscia di 16 che permisero ad una Juventus, fin lì in grande difficoltà, di risalire la classifica e vincere lo Scudetto. I bianconeri proveranno a ripetere la cosa per svoltare un'annata iniziata male. Contro i concittadini la Juve gioca una partita pratica, ordinata, segna con Vlahovic e alla fine riesce a ottenere una vittoria sporca ma importante per orgoglio e per morale. Così come 7 anni fa anche stavolta la vittoria con il Torino apre una lunga serie di successi: 6 vittorie di fila che consentono alla Juve di arrivare alla pausa per il Mondiale in Qatar al 3º posto,a -2 dal Milan secondo e a -10 dal Napoli capolista. Rimonta Scudetto difficile ma non impossibile. Da sottolineare che le vittorie ottenute abbiano segnato il ritorno della "Juventus di Allegri": pragmatica, poco spettacolare ma capace di sfruttare, capitalizzare le poche occasioni avute e di non subire mai gol dimostrando solidità e il suo essere quadrata, coriacea. Unico, grande neo di questo periodo la sconfitta con il Benfica (4-3) che ha sancito la prematura eliminazione dalla Champions League già ai gironi della Juventus, che poi è caduta anche con il PSG ed ha concluso il gruppo al terzo posto con 3 soli punti, con la retrocessione in Europa League. Per la prima volta una squadra di Allegri viene eliminata dalla Champions League dopo la fase a gironi. Di ritorno dalla sosta la Juventus supera di misura Cremonese ed Udinese al termine di due altre prestazioni poco brillanti ma estremamente concrete ed accorcia sul Napoli primo, distante 7 punti. Lo scontro diretto con i campani però è un'assoluta disfatta per i bianconeri e mette a nudo tutti i limiti della squadra piemontese: finisce 5-1 in un San Paolo in festa. Per lo Scudetto, ripassare. La settimana successiva la Corte Federale di Appello della FIGC, nell'ambito della riapertura di un procedimento sulle plusvalenze,che pur l'aveva vista assolta nei primi due gradi di giudizio, assieme a un'altra decina di società, infligge alla Juventus una penalizzazione di 15 punti, facendola scendere al decimo posto. I bianconeri, scossi psicologicamente e mentalmente dalla penalizzazione, conquistano solo 1 punto nelle successive 2 gare poi cambiano marcia: 7 vittorie in 8 gare che permettono ai piemontesi di portarsi a -1 dal quarto posto nonostante la penalizzazione. Senza l'handicap la squadra di Allegri sarebbe 2ª seppur a distanza siderale dal Napoli capolista. Seguono tre sconfitte consecutive, con Lazio, Sassuolo e Napoli. Sembra un momento magico per la Juventus impegnata, ancora un corsa su altri due fronti, la Coppa Italia e l’Europa League: nella coppa nazionale dopo aver eliminato Monza e Lazio, trova in semifinale sempre l'Inter, nella seconda competizione europea supera in una lunga cavalcata Nantes, Friburgo e Sporting Lisbona e approda in semifinale contro il sempre ostico Siviglia. In entrambe le competizioni il percorso però termina qui con Siviglia e Inter che poi alzeranno il trofeo nell'atto conclusivo. Nel frattempo a Maggio un nuovo giudizio della Corte Federale d'Appello infligge stavolta 10 punti di penalizzazione ai bianconeri, facendoli scivolare al settimo posto. La notizia viene ufficializzata poco prima dell'inizio di Empoli-Juventus e i bianconeri, sfiancati, una situazione psicologica precaria e ormai senza obiettivi crollano facendosi travolgere dai toscani che si impongono 4-1. La serata di Empoli è quella più difficile per la Juventus che ancora potrebbe acciuffare un'insperata qualificazione in Champions sul campo ma perde lo scontro diretto con il Milan e vede sfumare questa possibilità. La vittoria sull'Udinese permette ai bianconeri di raggiungere quantomeno il 6º posto e la qualificazione in Europa League. Senza penalizzazione i piemontesi avrebbero concluso il campionato in 3ª posizione. Si conclude così un'annata difficilissima, complicata e sofferta per la Juventus: i risultati sul campo sono stati deludenti,anche quest'anno il club chiude con 0 trofei in bacheca ma è chiaro che la squadra sia stata influenzata dalle vicende extra campo con le sentenze che hanno inevitabilmente condizionato il percorso della Juventus che si è ritrovata sballottata in tante posizioni, in corsa per obiettivi diversi e con l'incertezza su cosa potesse accadere. Allegri sicuramente ha fallito sul campo, ma è stato un ottimo condottiero a guidare la squadra, a gestirla, a compattarla e a proteggerla nella tempesta. Il club e i tifosi bianconeri volevano solamente terminare e mettere da parte al più presto questa stagione così difficile, tormentata e agonizzante con la speranza di chiudere tutte le sentenze, le inchieste entro Giugno e ripartire cosí da 0, con serenità per un'annata senza condizionamenti.

La stagione in corso.
In estate la Juventus aggiunge Cristiano Giuntoli come ds: il toscano viene dal Napoli, che nel corso della sua ottima esperienza ha disputato stagioni di alto livello, consolidandosi in Champions, ha vinto una Coppa Italia e soprattutto lo Scudetto, il terzo della storia del club azzurro, 33 anni dopo l’ultimo. Oltre ai risultati il ds si è messo in luce grazie a colpi straordinari e a plusvalenze incredibili. Una figura del genere, che desse anche ordine, stabilità e facesse da tramite tra la società tecnica, economista e il campo era perfetta per la Juventus, desiderosa di ripartire da zero con un progetto basato su giovani e abbassamento del monte ingaggi. Vanno in questa direzione gli addii di Di Maria, Bonucci e Cuadrado. Il ds Giuntoli ha sempre apprezzato allenatori emergenti e squadre che esprimono un bel calcio, offensivo, basato sul molto possesso palla, sul baricentro alto e schierate con il 4-3-3 ma si adatta ad Allegri, al suo calcio pratico, difensivo e al 3-5-2. Per il resto la rosa viene confermata, con l'aggiunta di Weah, esterno proveniente dal Lille. L'esordio in campionato è ottimo con una netta vittoria contro l’Udinese (0-3). Si è vista una Juventus affamata, feroce, matura. Nella seconda giornata i bianconeri pareggiano con il Bologna (1-1): non una gara brillante della squadra piemontese, che ha mostrato preoccupanti passi indietro sul piano del gioco ed è apparsa nuovamente lenta, impacciata e confusionaria. In generale però l’inizio di campionato è positivo per i bianconeri che superano poi Empoli e Lazio, si portano a 10 punti (miglior partenza dal 2019) e provano a inserirsi per lo Scudetto. La Vecchia Signora cade però con il Sassuolo a Reggio Emilia e subisce la prima sconfitta stagionale con l’Inter che si porta a +4. Poteva essere un banco di prova importante e invece la squadra, al netto degli errori dei singoli (Szczesny e Gatti) ha offerto una brutta prestazione, è sembrata frenetica, nervosa e si è sfaldata completamente nella ripresa. Nel turno infrasettimanale la Juventus supera il Lecce, rivelazione del campionato e torna a -2 dall'Inter, sconfitto dal Sassuolo. La domenica seguente i bianconeri riescono a strappare un punto prezioso contro l'Atalanta (0-0), su un campo sempre difficile dopo un'altra brutta prestazione tutt'altro che brillante: gli addetti ai lavori hanno accusato la squadra di Allegri di aver assunto un atteggiamento troppo rinunciatario, da provinciale e di aver giocato solo per il pari. Da qui in avanti inizierà un lungo duello, un testa a testa tra l'Inter e la Juventus. La settimana seguente, nonostante diverse assenze, la Juventus riesce a conquistare una bella vittoria contro il Torino nel derby (2-0), seguita dopo la sosta dal colpaccio a San Siro contro il Milan (0-1) dopo un'altra partita sporca, giocata, nonostante l'avversario in 10, su attesa, senza concedere molto, e contropiede. I bianconeri superano di misura anche l'Hellas Verona, in pieno recupero e la Fiorentina dopo una partita tra due stili di gioco opposti: la Viola è offensiva, fa molto possesso palla, fraseggio e mantiene il baricentro alto, tuttavia non riesce a creare chiare occasioni contro una Juve che, passata in vantaggio alla prima azione, si chiude, si arrocca senza lasciare spazi ai padroni di casa. Contro il Cagliari arriva poi una vittoria firmata tutta dai difensori (Rugani-Bremer) che permette alla Juventus di ottenere la quinta vittoria consecutiva e di rispondere ancora e restare in scia all'Inter, prima a +2. Si accende la lotta tra i nerazzurri di Inzaghi, espressione di bel calcio, di un collettivo e i bianconeri di Allegri, più operai e più pragmatici. Dopo la sosta è un programma proprio lo scontro diretto tra Juventus e Inter, un Derby d’Italia tornato decisivo per lo Scudetto. Nel primo tempo la partita presenta ritmi alti e occasioni: la Juve passa con Vlahovic, l’Inter trova il pari con Lautaro.
Nella ripresa la squadra il livello di gioco cala vistosamente, subentra la paura di perdere e le sue squadre non si fanno male. Un buon punto per entrambe: i bianconeri restano aggrappati, i nerazzurri non perdono in trasferta e restano in vetta. I bianconeri riprendono subito la corsa vincendo a Monza (1-2): un successo che arriva in pieno recupero che mostra lo spirito, il cuore e il carattere della squadra. Sempre di venerdì la Juventus batte anche il Napoli (ex squadra di Giuntoli) e mette pressione all’Inter, abile a ribattere colpo su colpo. È la rinascita di Allegri, tornato a lottare per lo Scudetto con una squadra a sua immagine e somiglianza. Lo stesso tecnico livornese mantiene però un profilo basso e i piedi per terra: l’obiettivo è il ritorno in Champions, l’Inter è la favorita per lo Scudetto. Tuttavia l’opinione pubblica si spacca tra chi esalta il suo “corto muso”, il gioco di rimessa che vede la Juventus concretizzare una delle poche occasioni create e poi difendersi strenuamente senza concedere molto e chi invece sostiene che con questo tipo di gioco non si può andare lontano. A sostegno di quest’ultima tesi la difficile partita con il Genoa. Alla Juve per una volta non riesce il colpo, pareggia 1-1 e vede l’Inter, che in casa supera l’Udinese, tornare a +4. Nel turno pre-natalizio contro il Frosinone, la Juventus si impone 1-2, dopo un’altra partita che ha visto la squadra giocare male e subire il gioco degli avversari. Brilla la stella di Kenan Yildiz, trequartista turco classe 2004, autore di un gol straordinario: il talentino, con la sua tecnica, è considerato da molti un’ arma in più nella lotta Scudetto. In serata l’Inter batte il Lecce in scioltezza e resta a +4, ma nella giornata seguente pareggia con il Genoa, la Juve batte la Roma di Mourinho (1-0) e torna a -2. Il sogno Scudetto è più vivo che mai. Il nuovo anno, il 2024 si apre nel migliore dei modi per la Juventus che dilaga contro Salernitana e Frosinone in Coppa Italia e vince con la Salernitana rimanendo in scia dell’Inter. I bianconeri chiudono così il girone di andata con ben 46 punti, al 2º posto e a -2 dai nerazzurri e sognano di vincere Campionato e Coppa Italia, di conquistare dopo anni 2 trofei. Il girone di ritorno si apre con due nette vittorie su Sassuolo e Lecce, entrambe per 3-0. Il successo in Salento permette ai bianconeri di conquistare il primo posto in classifica seppur perché l’Inter nel frattempo era impegnata nella Supercoppa Italiana. La settimana seguente la Juventus ha una grande occasione contro l'Empoli, il sabato pomeriggio: vincendo i bianconeri si porterebbero a +4 sull'Inter e metterebbero grande pressione ai nerazzurri, impegnati Domenica sul difficile campo della Fiorentina. Insomma un turno favorevole per la Vecchia Signora ma il pomeriggio si mette subito male per la squadra piemontese che resta in 10 per l’espulsione di Milik. Il solito Vlahovic riesce a portare in vantaggio la Juventus nonostante l'inferiorità numerica ma Baldanzi pareggia. La partita finisce 1-1, mezzo passo falso per la squadra, che subisce il sorpasso dell'Inter, passata a Firenze e tornata a +2 (ma con una partita in meno). La settimana seguente è in programma il Derby d'Italia di ritorno, a San Siro. Partita sostanzialmente brutta, tattica, l'Inter gioca meglio, la Juve attende accorta,compatta e riparte. Il match si sblocca sul finire di primo tempo con l'autogol di Gatti. Nella ripresa i nerazzurri creano altre occasioni, i bianconeri non riescono a pungere. Vince l'Inter (1-0), che si porta a 54 punti e allunga a +7 sulla Juve, oltretutto sempre con una partita in meno (quindi potenzialmente a +10). Svolta del campionato: più l'inciampo con l'Empoli, che il ko nello scontro diretto con l'Inter, che era più prevedibile, ha creato nei bianconeri un contraccolpo psicologico. Il rigetto è enorme, la Juve cede di schianto: 7 punti, solo una vittoria nelle successive 8 gare, una crisi di risultati che fa precipitare la squadra, alla sosta per le nazionali a -16 dall’Inter e addirittura al 3º posto, superata dal Milan.

Considerazioni sparse 
Sicuramente finora è stato un biennio negativo per Allegri e la Juventus che non ha vinto nessun trofeo e non ha espresso una chiara idea di gioco. Lo stesso tecnico livornese aveva fatto benissimo nella sua prima esperienza sulla panchina bianconera ma dopo i due anni di stop abbiamo visto una sua faccia negativa: poca continuità di risultati,scivoloni imprevisti, tante formazioni cambiate, giocatori fuori ruolo. Il ritorno alla Juventus è stata una scelta discutibile innanzitutto perché aveva già vinto tutto nel club bianconero, poi perché ha rifiutato le offerte di club prestigiosi europei come Manchester United, PSG, Chelsea e soprattutto Real Madrid dove avrebbe potuto conquistare nuovi trofei. Inoltre, tornando dove si è già fatto molto bene (la classica minestra riscaldata) sta rischiando di rovinare, macchiare il ricordo della prima, positiva esperienza. Infine Allegri ha sempre voluto lavorare con giocatori esperti, gestire i campioni, come Mourinho. Molti infatti non si spiegano come abbia potuto tornare in una Juventus oggettivamente più debole di quella lasciata, con molti giocatori mediocri e tanti giovani. Possiamo dire che Allegri resti ancora un grande allenatore e un vincente ma che forse si è rivelato un profilo inadatto per il progetto impostato dalla Juventus, che voleva aprire un nuovo ciclo e fare crescere i giovani. Si è visto poi un Allegri piuttosto arrogante, presuntuoso in conferenza e se vogliamo incoerente: nel corso della prima esperienza il tecnico livornese ha sempre sottolineato come l’importante fosse solamente e unicamente vincere, specie alla Juventus, dove la vittoria è l'unica cosa che conta ma più volte ha sottolineato come fosse tornato per fare crescere il club e ha sottolineato come l'obiettivo qualificazione in Champions. È il gioco però il tema principale dei “J’accuse” contro Allegri: inutile girare intorno, in questi 3 anni la Juve, nonostante la qualità a disposizione, ha giocato male, spesso è apparsa lenta e prevedibile e senza idee in fase offensiva. Giocatori come Federico Chiesa e Dusan Vlahovic hanno dimostrato di essere devastanti nel corso della loro carriera ma è difficile che possano essere decisivi se toccano pochi palloni a partita e vengono serviti male. Locatelli è un regista, che De Zerbi con il suo gioco corto, ragionato ha esaltato, nella Juve fa invece il metodista, il mediano di rottura, spesso è costretto al lancio lungo e va in difficoltà. Dubbi infine anche nella gestione dei giovani: è vero in questi 3 anni Allegri ha messo in campo molti giocatori di prospettiva (Miretti, Soulé, Huijsen, Iling Jr., Yildiz), ma spesso lo ha fatto per necessità, per infortuni dei titolari oppure una volta lanciati, non li ha fatti giocare con continuità, ha sempre centellinato il loro utilizzo e ha sempre predicato calma, pazienza, mentre in Europa non c'è paura di lanciare i giovani che sono titolari e protagonisti. In questi due anni però ci sono stati anche alcuni aspetti positivi. I risultati, paradossalmente: è vero, la Juventus non ha vinto nessun titolo in due stagioni ma comunque in campionato ha raggiunto un 4º posto e lo ha poi migliorato in un 3º posto al netto della penalizzazione. Ha perso una finale di Supercoppa Italiana e una di Coppa Italia ed ha raggiunto una semifinale di Europa League, competizione che Allegri ha disputato per la prima volta in carriera. Sono risultati negativi rapportati alla forza della squadra e al recente passato, che ha visto i bianconeri vincere 9 anni di fila ma sono traguardi che nel contesto italiano, tornato molto equilibrato, sono comunque positivi. In questi due anni inoltre Allegri ha avuto l’occasione di allenare Danilo, De Ligt, Mckennie Rabiot e Chiesa, giocatori perfetti per la sua idea di calcio che erano approdati nella Juventus nel biennio in cui è stato lontano dalla panchina bianconera. Il tecnico livornese ha poi valorizzato i centrocampisti Fagioli e Rabiot del primo Allegri parlò già nel 2018 quando lo considerò un centrocampista promettente e intelligente, che conosce il gioco, il secondo è la classica mezz’ala allegriana, fisica e di gamba, con gol nelle gambe (nella stagione 2022-2023 ha segnato ben 11 gol, doppia cifra). Infine la squadra ha recuperato la solidità difensiva,persa durante il biennio con Sarri e Pirlo e marchio di fabbrica delle squadre di Allegri che hanno subito sempre pochi gol.  Difficile vedere Allegri sulla panchina della Juventus anche nella prossima stagione: dopo 3 anni difficili alla squadra serve una ventata di aria nuova, qualcosa di diverso (il tecnico sono ben 8 stagioni che allena la Juventus). Secondo il mio modesto parere l’allenatore perfetto per la sua sostituzione sarebbe Raffaele Palladino, attuale tecnico del Monza. L'allenatore campano crede in un calcio offensivo, propositivo, basato su molto possesso palla, fraseggio e baricentro alto, abbinato a concetti come le marcature a uomo, i duelli a tutto campo. Un'idea coraggiosa e dominante che può esaltare giocatori come Yildiz, Soulè (che tornerà alla Juventus dopo il prestito al Frosinone) e Vlahovic. Oltretutto gioca con la difesa a 3 e così il blocco Danilo-Bremer-Gatti che ha dato tanta solidità può essere confermato. Infine al Monza è stato molto abile nella gestione dei giocatori. Con tutta probabilità la società cambierà direzione con Giuntoli che potrà costruire la sua Juventus attraverso un allenatore promettente e una rosa giusto mix tra giovani ed esperti per tornare a vincere in Italia (Campionato e Coppa Italia). Prima però c'è da finire questa stagione.