Nel 2023 il Napoli ha vinto lo Scudetto, il 3º della sua storia compiendo un'impresa straordinaria, inaspettata e tra le più belle del calcio italiano. Il successo è stato il coronamento dell’era De Laurentiis che ha raccolto il club dalle ceneri nel 2004, lo ha condotto alla vittoria della Serie C e poi al ritorno in Serie A. In massima serie il club si è progressivamente consolidato: il Napoli, vince una Coppa Italia con Mazzarri in panchina e trascinata dal tridente Hamsik- Cavani- Lavezzi, poi con Benítez, che ha dato alla squadra una dimensione più europea, internazionale, conquista un'altra coppa nazionale (quella di Roma della tragica morte di Ciro Esposito) e la Supercoppa Italiana grazie ai gol di Gonzalo Higuain, colpo assoluto dal Real Madrid e di Insigne, napoletano doc che realizza il suo sogno di giocare per la squadra della sua città. Dopo il biennio del tecnico spagnolo ecco il triennio con Maurizio Sarri, tecnico dell'Empoli giunto nel grande calcio dopo una lunga gavetta.
Sotto la sua guida il Napoli è un collettivo meraviglioso, esprime un calcio bellissimo, basato su molto possesso palla, e pressing alto (il Sarrismo, termine coniato addirittura della Traccani) ed è andato molto vicino allo Scudetto ma la Juventus è riuscita sempre a spuntarla.

Salutato il tecnico toscano, De Laurentiis sceglie Carlo Ancelotti ma il matrimonio dura appena un anno e mezzo: dopo un 2º posto nella prima stagione, un pessimo inizio nella seconda come mai era successo nell'era De Laurentiis porta all'esonero del tecnico con la squadra al 7º posto in campionato e agli ottavi di Champions.
Al suo posto il presidente sceglie Gattuso, che riporta il 4-3-3, il gioco ragionato e pur in una stagione complicata riesce a guidare la squadra alla vittoria di un trofeo, la Coppa Italia, mentre sfuma la qualificazione in Champions League.
Nella stagione seguente il Napoli, guidato ancora da Gattuso, insegue il ritorno in Europa ma non riesce a raggiungere l'obiettivo Champions che svanisce all'ultima giornata.

Nell'estate 2021 il Napoli riparte da Luciano Spalletti. Sotto il tecnico toscano la squadra sogna ancora il Tricolore in un triello con le due milanesi ma alla fine crolla e "si accontenta" del 3º posto e del ritorno in Champions League. Nell'ultima stagione la società decide di chiudere un ciclo, di salutare diversi giocatori (Insigne,Mertens,Koulibaly) e favorire un ricambio. Gli azzurri di Spalletti dominano il campionato, attraverso un bel gioco, basato su principi e capisaldi consolidati: il molto possesso palla, il fraseggio,il baricentro alto. Un calcio offensivo che esalta il centravanti Osimhen, il talento di Kvaratskhelia e la regia di Lobotka mentre in difesa Kim Min-Jae è un muro.
La squadra stupisce anche in Champions League dove domina un girone di ferro con Liverpool, Ajax e Rangers, agli ottavi l'Eintracht e raggiunge i quarti per la prima volta della storia ma il cammino si interrompe nel derby italiano con il Milan.
Il 4 Maggio, il pari con l’Udinese (1-1) permette al Napoli di vincere lo Scudetto e di laurearsi Campione d’Italia per la terza volta della sua storia. È il trionfo dell’intelligenza, della progettualità, della sostenibilità economica di De Laurentiis, della visione, le intuizioni di Giuntoli, del bel gioco di Luciano Spalletti e di una squadra giovane e talentuosa. Festeggiato il titolo e alzata la coppa, il presidente De Laurentiis inizia a progettare la nuova stagione.  Salutano due pezzi del triumvirato tricolore: Cristiano Giuntoli, che passa alla Juventus e Luciano Spalletti desideroso di prendere un anno sabbatico.
Per la panchina il presidente sceglie, dopo un lungo casting, Rudi Garcia, tecnico esperto, internazionale che fa storcere il naso a numerosi tifosi partenopei perché reduce da un esonero in Arabia, mentre in come nuovo ds viene nominato Mauro Meluso, che precedentemente aveva fatto bene tra Lecce e Spezia. Il mercato vede sostanzialmente la cessione del coreano Kim che passa al Bayern per 60 mln e viene rimpiazzato dal giovane brasiliano Natan e altre operazioni secondarie, riguardanti le seconde linee. Il Napoli inizia bene il campionato (2 vittorie nelle prime 2 gare), ma poi inizia ad avere un andamento altalenante, con buoni risultati contro le piccole e sconfitte con le grandi. Inoltre la qualità del gioco cala drasticamente così come il rendimento dei singoli. Gli azzurri escono clamorosamente già a Settembre dalla lotta Scudetto anche se navigano stabilmente tra 3ª e 4ª posizione con il Milan e in Champions indirizzano subito la qualificazione. Più che l'aspetto tecnico-tattico, il problema è rappresentato dal rapporto tra Garcia con i giocatori e la piazza che si guasta in fretta e che rischia di giungere alla rottura ad Ottobre, mese in cui il presidente prova clamorosamente a silurare il tecnico francese: vengono sondate le piste Conte e Tudor che però non sono convinti e non accettano.
Garcia, a sorpresa, quindi resiste ma sfiduciato, delegittimato, commissariato e senza poteri, svuotato e solo. Dopo la pausa il Napoli conquista alcune vittorie consecutive ma non convince, non ingrana. Il pari con l’Union Berlino, che era reduce da ben 11 sconfitte di fila e la sconfitta con l’Empoli, ultimo in classifica, la prima contro una squadra medio-basso, portano De Laurentiis a esonerare Rudi Garcia. La pietra tombale di un post- Scudetto pessimo per De Laurentiis che ha sbagliato, soprattutto nella gestione e nella comunicazione. Per il successore ADL contatta nuovamente Conte e Tudor che però rispondono ancora picche: il primo rifiuta perché desideroso di rispettare l’anno sabbatico, di non salire su un treno in corsa e perché non convinto del progetto, il secondo perché non vuole essere un semplice traghettatore e avere un contratto di breve durata, di soli 6 mesi. Il loro rifiuto è dettato probabilmente anche da ragioni tattiche dato che entrambi hanno come modulo di riferimento il 3-5-2 / 3-4-3 e un calcio fisico e verticale mentre il Napoli è stato costruito per il 4-3-3 e con concetti di gioco molto diversi e distanti come il possesso palla, il fraseggio.
Alla fine un po' a sorpresa prende quota la candidatura di Walter Mazzarri perché conosce la piazza e disponibile ad adeguarsi,adattarsi al 4-3-3 e ad accettare di essere un traghettatore. La scelta lascia la sensazione che questa stagione ormai sia andata e che tutti nell’ambiente sperano che finisca il prima possibile per ricominciare un nuovo capitolo. La squadra è sembrata con la pancia piena, senza stimoli e anche con il tecnico toscano non si risolleva complice anche un calendario difficile. I partenopei non hanno un rendimento costante in campionato ma quantomeno si qualificano agli ottavi di Champions League. Tuttavia vengono eliminati dalla Coppa Italia agli ottavi contro la rivelazione Frosinone e perdono la finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter vedendo sfumare due possibili trofei in una stagione difficile. Con la fragorosa sconfitta contro il Torino (3-0) gli azzurri chiudono un pessimo e complicato girone di andata con soli 28 punti e in una inaspettata e deludente 8ª posizione. Il Napoli inizia il girone di ritorno con una vittoria sofferta contro la Salernitana (2-1), rimedia un pari prezioso nello scialbo scontro diretto con la Lazio (0-0) e vince, ancora senza convincere, contro il Verona (2-1). 7 punti in 3 partite ma dopo prestazioni brutte, il Napoli non è affatto guarito e va incontro ad un’altra sconfitta, contro il Milan (1-0) dove si è vista una squadra difensiva,rinunciataria.
Anche la settimana dopo il Napoli non va oltre il pari con il Genoa (1-1) dopo un’altra partita sottotono: gli azzurri sono stati offensivi, propositivi, hanno fatto molto possesso palla, fraseggio ma lento,sterile,prevedibile e hanno creato poco. Il deludente risultato rimediato contro i rossoblù costa la panchina Walter Mazzarri che viene rimpiazzato da Francesco Calzona. Nome sconosciuto ai più, è stato lo storico vice allenatore di Sarri anche nel suo triennio al Napoli, prima di diventare vice di Di Francesco al Cagliari e di Spalletti nel suo primo anno al Napoli (non ha vinto lo Scudetto). Guardando gli allenatori che ha assistito si può dedurre la sua idea di calcio, la sua filosofia, offensiva, propositiva e basata su molto possesso palla, pressing alto e modulo 4-3-3.
In estate è diventato commissario tecnico della Slovacchia condotta alla qualificazione all’Europeo 2024. Fino a fine stagione ricopre il doppio incarico, come ct della nazionale biancoazzurra e come tecnico degli azzurri, di cui è il terzo allenatore di una stagione fin qui molto travagliata. Il debutto dell’allenatore calabrese sulla panchina del Napoli è di fuoco con la gara di andata degli ottavi di finale di Champions contro il Barcellona,a due soli giorni dal suo arrivo. Il match termina 1-1 e il tecnico può tirare un sospiro di sollievo: la prima partita è andata bene. Il debutto in campionato di Calzona avviene contro il Cagliari, in una gara conclusa anch’essa con un pareggio (1-1) molto più amaro di quello europeo. In settimana gli azzurri recuperano il match con il Sassuolo, in programma a Reggio Emilia e posticipato per disputare la Supercoppa Italiana: gli azzurri sono travolgenti e battono i neroverdi con un tennistico 1-6.Per Calzona è la prima vittoria in Serie A. I partenopei battono la Juventus, in un match e una rivalità sempre sentita a Napoli e conquistano la seconda vittoria consecutiva ma rallentano ancora pareggiando con il Torino.

Fin qui è una stagione molto difficile, davvero sofferta per il Napoli.  Lo Scudetto è stato più un punto di arrivo, l’apogeo dell’era De Laurentiis e questa stagione complice probabilmente la poca abitudine alla vittoria sia della presidenza che della piazza (mai 2 Scudetti di fila), si è trasformata praticamente in un’annata di transizione. A Giugno il presidente De Laurentiis con tutta probabilità vorrà cancellare questa stagione e ripartire aprendo un nuovo ciclo, con meno pressioni, ambizioni, responsabilità, aspettative e senza uno Scudetto che è stato più un peso che uno stimolo. La ripartenza dovrà essere programmata innanzitutto dalla scelta del tecnico. Difficile ma non impossibile una permanenza di Calzona, sono due i profili che sta valutando il presidente De Laurentiis anche se la scelta definitiva avverà solamente in Primavera.

Il sergente Conte riparte all'ombra del Vesuvio? 
Il primo è un tecnico esperto, vincente che possa ridare fame ad un gruppo, come detto che forse sentiva di aver dato tutto al Napoli. Il nome caldo in questo senso è quello di Antonio Conte ma la trattativa è molto difficile. Il tecnico salentino è rimasto fermo in questa stagione, si è preso un anno sabbatico ma è pronto a tornare in panchina nella prossima annata, consapevole che molte squadre di alto livello cambieranno allenatore sia nel panorama nazionale che internazionale. Attualmente il Milan sembra favorito: i rossoneri saluteranno Pioli dopo un lunghissimo e straordinario ciclo e puntano al tecnico pugliese per compiere il definitivo salto di qualità. Il Napoli però resiste, mentre la Roma si è defilata dopo l'exploit di De Rossi. Diverse sono le resistenze che il tecnico pugliese oppone al suo approdo in Campania. La prima riguarda l'aspetto finanziario: Conte chiede un ingaggio molto elevato (10 mln) e garanzie sulla possibilità economiche di rafforzamento della squadra. Infatti Conte è sempre stato un allenatore molto esigente, ha voluto avere carta bianca sul mercato e fatto spendere molto alle sue squadre per prendere i giocatori da lui richiesti, i suoi pupilli. Poco diplomatico e aziendalista, vuole i rinforzi che chiede, che mette sulla lista e in caso contrario non si fa problemi a lamentarsi. De Laurentiis invece è un presidente molto attento e accorto ai conti e che nella sua gestione non ha mai speso molto. La convivenza con il presidente potrebbe essere difficile anche dal punto di vista caratteriale: entrambe personalità forti, decise. Un altra nota che stona è rappresentata dal progetto, dalle strutture, ai campi di allenamento e al centro sportivo: secondo voci già un altro tecnico top Luis Enrique avrebbe declinato l'offerta del club azzurro per queste ragioni.Infine un problema di natura tattica: il Napoli oggi è stato costruito sul 4-3-3 e su un calcio offensivo, propositivo, basato sul fraseggio, invece Conte schiera le sue squadre con il 3-5-2 e crede in un calcio all'antica, con difesa, pressing alto e contropiede. Insomma la rosa dovrà essere rivoluzionata.

La nuova generazione all'insegna del bel gioco
Il secondo profilo cercato da De Laurentiis è invece un tecnico giovane, emergente proveniente da una squadra piccola,che crede in un bel calcio, offensivo in linea con quella di Spalletti che tanto ha esaltato i giocatori e con un progetto basato sui giovani e più sostenibile. Insomma una sorta di nuovo Sarri che dopo una carriera all'insegna della gavetta e del gioco, si è affermato al Napoli. Il sogno è Roberto De Zerbi che però è anch'egli è molto difficile: il tecnico sta facendo benissimo al Brighton, condotto nella scorsa stagione ad un’incredibile 6º posto in Premier League, ad una storica qualificazione in Europa League e alla semifinale di Fa Cup. Anche quest’anno i Seagulls (i gabbiani) stanno stupendo in campionato dove sono ancora in lotta per l’Europa contro i giganti, le potenze inglesi e proveranno a sognare nella competizione continentale. A fine stagione con tutta probabilità il tecnico bresciano saluterà il Brighton per fare il salto e approdare in una big. Il suo nome piace molto al Liverpool che dopo l’addio di Klopp è alla ricerca del successore. Il favorito sembra essere Xabi Alonso, allenatore del Bayer Leverkusen ma De Zerbi resiste in questo duello tra lo spagnolo e l’italiano, due dei tecnici giovani più promettenti del panorama internazionale le cui squadre stanno giocando un calcio straordinario, di altissima qualità. Uscendo dai confini inglesi De Zerbi piace molto al Barcellona, soprattutto per la sua idea di gioco, in linea con quella del club blaugrana. Il Napoli ci proverà ma come detto sarà molto complicato per il livello della concorrenza che può garantire un ingaggio più alto, maggiori risorse economiche e maggiore organizzazione e poi perché per liberare il tecnico la squadra interessata dovrà pagare 16 mln di clausola al Brighton. I partenopei potranno far leva però sul suo desiderio di tornare in Italia e in un club in cui ha militato da giocatore.

In alternativa il Napoli sta studiando il profilo di Vincenzo Italiano, tecnico della Fiorentina. In realtà al club azzurro e al presidente De Laurentiis piace da diverse stagioni il tecnico siciliano, che è considerato l'erede di De Zerbi. È un allenatore giovane, ha fatto una gavetta lunga, senza fretta allenando in tutte le categorie (dalla Serie D alla Serie A) e ha praticamente fatto benissimo ovunque sia andato (Arzignano, Trapani, Spezia, Fiorentina). Ha sempre portato risultati abbinandoli ad un bel calcio e alla valorizzazione dei singoli.
Ora Italiano, che con tutta probabilità lascerà il club viola in estate, sembra pronto al grande salto in una big e il Napoli sembra la piazza giusta per lui, dove potrà allenare una squadra forte, che praticamente già conosce i suoi principi di gioco e che con lui può tornare a brillare.

Un altro allenatore di prospettiva, interessante e innovativo seguito dal Napoli è anche Thiago Motta del Bologna, rivelazione del campionato. Cresciuto nelle giovanili di PSG, dopo aver fallito al Genoa, ha fatto bene allo Spezia, condotto ad una tranquilla salvezza ed è poi passato al Bologna dove sta facendo un ottimo lavoro. Nella scorsa stagione, subentrando al compianto Mihajlovic, ha guidato i felsinei ad un buon 9º posto finale e ad una salvezza tranquilla, quest'anno i rossoblù dopo un ottimo inizio di stagione stanno navigando addirittura tra 4º e 8º posto e sognando l'Europa (Champions League, Europa League, Conference League). Difficile prevedere se gli emiliani possano raggiungere un posto nelle competizioni continentali e il destino del tecnico. Ciò che emerge del Bologna è che di base esprime un calcio offensivo con principi quali il possesso palla, il fraseggio e il baricentro alto. I rossoblù sono una delle squadre più belle di questo campionato, uno straordinario collettivo, una squadra di molta qualità, i cui giocatori sono stati tutti valorizzati. Ne emergono due in particolare: Zirkzee, centravanti che abbina gol a tecnica e piedi buoni e Calafiori, che nasce terzino sinistro ma che è stato reinventato centrale dal tecnico con ottimi risultati. In una recente intervista l’agente di Thiago Motta, Dario Canovi, ha dichiarato che il suo assistito non verrà mai al Napoli e ha attaccato De Laurentiis per la gestione di questa stagione. Effettivamente il tecnico italo-brasiliano sembra conteso da Juventus e Milan, con i bianconeri favoriti, ma non ho escluso neanche l’opzione Napoli perché sarebbe il profilo ideale per gli azzurri e nulla è da escludere a priori.

Un altro nome valutato dal Napoli è quello di Francesco Farioli, giovanissimo tecnico del Nizza che si è laureato in filosofia all'Università degli Studi di Firenze con una tesi sul calcio dal titolo Filosofia del gioco: l'estetica del calcio e il ruolo del portiere, il cui testo viene pubblicato anche a Coverciano. Fin da giovane matura anch’egli un’idea di calcio propositiva basata sul gioco palla a terra e la riagressione alta. Uno stile di gioco che il tecnico poi ha potuto affinare e maturare attraverso due esperienze: la prima come tecnico dell'Aspire Academy, centro di sviluppo in Qatar che si occupa di formare i giovani qatarioti in vista del campionato mondiale del 2022. La seconda come membro dello staff, da preparatore dei portieri, di De Zerbi, al Benevento (2017-2018) e al Sassuolo (2018-2020). Dopo aver fatto bene in Turchia, al Fatih Karagumruk e all'Alanyaspor, in estate passa al Nizza dove sta facendo benissimo: i rivieraschi stanno disputando un grande campionato, hanno occupato a lungo il 2º posto ma ora stanno vivendo il primo momento difficile della stagione e sono scivolati al 4º posto. I rossoneri esprimono un bel calcio, come detto basato sul possesso palla, sul pressing e su azioni ragionate, insomma cercano di dominare il gioco ma segnano poco e in difesa sono concreti, non concedono quasi nulla agli avversari e hanno subito davvero pochi gol. Una squadra con una precisa identità, organizzata che sta stupendo la Francia. Non è poi un caso che il Nizza abbia pareggiato molto e vinto molte gare per 1-0. I rivieraschi come detto stanno facendo benissimo, stanno andando oltre le aspettative e lottando per la qualificazione in Champions League e sono ai quarti di Coppa di Francia. La stagione dei rossoneri insomma ha ancora molto da dire. Difficile quindi stabilire il destino di Farioli: il tecnico con tutta probabilità vorrà rimanere per continuare il suo percorso di crescita e l’interessante progetto del Nizza, basato su giovani e investimenti. Tuttavia una chiamata del Napoli,uno dei club più importanti d’Italia, potrebbe farlo vacillare e potrebbe favorire il suo ritorno nel Belpaese.

In corsa per la panchina del Napoli, ma più defilato ci potrebbe anche essere Alessio Dionisi, giovane tecnico che dopo aver fatto benissimo tra Imolese, Venezia ed Empoli sembrava potersi affermare definitivamente al Sassuolo, un club piccolo, senza particolari pressioni, che ha già lanciato diversi tecnici. Nel club neroverde ha fatto bene, ha condotto la squadra a 2 salvezze tranquille, attraverso un bel calcio e lanciato diversi giocatori ma non ha convinto del tutto soprattutto per il rendimento della squadra che è stato troppo discontinuo. Quest'anno il tecnico è stato esonerato con la squadra in grande difficoltà ma resta un allenatore molto interessante e promettente. L’approccio in Serie A non è stato facilissimo, il nome forse ne è uscito un po' ridimensionato ed è abbastanza improbabile un suo approdo in Campania, ma chissà.

Siamo a marzo e la stagione del Napoli è certamente deludente ma può riservare, qualcosa di positivo, seppur poco: il 4º posto e la qualificazione in Champions League che sarebbe molto importante, soprattutto economicamente e per il prestigio, ma è molto difficile da raggiungere perché c'è una grande lotta, un'autentica bagarre con tante squadre in corsa e raccolte in pochi punti (Atalanta, Roma, Bologna, Lazio, Fiorentina).
Ad aprile poi, come ha detto in un'intervista, il presidente De Laurentiis inizierà a ragionare e programmare la nuova stagione che dovrà significare il rilancio del club.