Quello sguardo spiritato. Un misto di gioia e stupore. Lo stupore di chi, passando per la gavetta, è riuscito a diventare l'eroe di un'intera generazione. Salvatore Schillaci, detto Totò, compie oggi 57 anni.

Nelle notti magiche di Italia ’90 riesce a ritagliarsi un ruolo da protagonista un palermitano di 25 anni. La sua favola comincia tra i vicoli del CEP, quartiere popolare del capoluogo siciliano, dove si fa notare dagli osservatori dell’Amat, squadra dilettantistica locale. Il debutto come professionista arriva nel 1982 quando viene ingaggiato dal Messina, allora militante in C2. Nel club giallorosso rimane per sette anni, consacrandosi, anche grazie a maestri del calibro di Franco Scoglio e Zdenek Zeman, come uno degli attaccanti più interessanti e prolifici della serie cadetta. È proprio con l’allenatore boemo che nella stagione 1988-89 Schillaci compie il grande salto: con 23 reti, record personale di marcature in Italia, è il capocannoniere di B. Sono tanti i club di Serie A che cominciano a mostrare interesse per l’attaccante siciliano, ma sarà la Juventus, squadra del cuore di Totò, ad acquistarlo nell’estate dell’89.

Nel suo primo anno in bianconero colleziona 30 presenze e segna 15 gol, bottino che gli vale il “titolo” di secondo marcatore italiano in un campionato che annovera, tra gli altri, Van Basten, Baggio, Maradona, Massaro, Careca. Per Totò quella del 1989-1990 sarà la stagione della consacrazione, con due titoli di club (Coppa Italia e Coppa Uefa) e con la convocazione in nazionale per Italia ’90. Proprio il Mondiale italiano resta il punto più alto della sua carriera, quando con i suoi gol trascinerà la Nazionale di Vicini, una delle più talentuose nazionali azzurre di tutti i tempi. La sua parabola inizia al 78’ del match contro l’Austria. Una partita che sembrava stregata: dominio azzurro, pioggia di occasioni ma a 10 minuti dalla fine il punteggio è ancora sullo 0-0. Al 75’ fa il suo esordio Salvatore Schillaci: a lui bastano tre minuti per acchiappare una vittoria voluta, inseguita, braccata ma che continuava a sfuggire. L’azione è da manuale: Donadoni lancia Vialli, breve corsa palla al piede e cross splendido. Schillaci, al centro dell’area, si alza (lui che è alto 1,75) e incorna in rete. Esplode lo stadio, mentre il monitor rimanda il volto di Schillaci stravolto da una gioia che nemmeno lui saprà mai raccontare. Di lì in poi sarà un crescendo: dalla terza gara contro la Cecoslovacchia diventerà titolare in coppia con Roberto Baggio e segnerà una delle due reti che porteranno l'Italia agli ottavi. Tutta la penisola si aggrappa alle esultanze spontanee e travolgenti di Totò, con quegli occhi sbarrati che divengono l'icona delle Notti magiche. Schillaci è il vero trascinatore della Nazionale, segna anche con Uruguay ed Eire e si ripete anche a Napoli nella semifinale con l'Argentina. Ma la gioia dura poco: perché Caniggia di testa infila Zenga, interrompendo l'imbattibilità del portiere italiano.  Ai rigori passa la squadra di Maradona, mentre i ragazzi di Vicini devono accontentarsi del terzo posto battendo nella finalina di Bari l'Inghilterra per 2-1. Decide ancora Schillaci, che grazie al rigore del 2-1 siglato nel finale si laurea capocannoniere dei Mondiali con 6 gol ed è premiato con la Scarpa d'Oro del torneo e il Pallone d'Oro in qualità di miglior giocatore.

L’apice della sua fulminea carriera coinciderà anche con il canto del cigno. Dopo l’estate del 1990 infatti resterà un altro anno nella Juventus per poi essere ceduto all’Inter, dove vivrà due stagioni da comprimario. Poi i tre anni trascorsi in Giappone allo Jubilo Iwata.

Ma Totò resterà per sempre l’eroe di Italia ‘90.

 “Quel sogno che comincia da bambino e che ti porta sempre più lontano”, cantavano Bennato e Nannini in quell’estate di 31 anni fa.

E Totò Schillaci, anche oggi a 57 anni, per molti incarna ancora il bambino che il suo sogno ha saputo trasformarlo in realtà. Realtà che, per molti veris, ha addirittura superato il sogno. Lo dicevano i suoi occhi, increduli e pazzi di gioia. Occhi che non dimenticheremo mai.

Tanti auguri, Totò!

Chiara Saccone