Domenica l’Inter ha messo la freccia e superato i cugini rossoneri.
Sorpasso decisivo? Non è detto. Senza impegni europei, il Milan potrebbe fare la parte dell’Inter della scorsa stagione e sappiamo tutti come andò a finire. L’incognita resta la rosa. Tra infortuni, Coppa d’Africa ed elementi fuori fase, Pioli sembra avere meno frecce al proprio arco.

L’Inter del poker al Cagliari fa paura. In realtà è l’Inter formato Inzaghi a far paura. Perché alla solidità, gentile lascito di Conte, il tecnico piacentino ha aggiunto bel gioco e attacco super prolifico: finora tra tutte le competizioni i nerazzurri hanno segnato 51 gol (contro i 36 dello scorso anno) subendone 20 (4 in meno dell’anno scorso).
Il sorpasso in campionato però è maturato nelle ultime settimane. La vittoria contro lo Shakhtar del 24 novembre scorso, che ha significato l’accesso agli ottavi di Champions, ha letteralmente messo le ali alla formazione di Inzaghi che nelle ultime 5 gare di campionato ha dato la sgasata decisiva: 5 clean sheet consecutivi (e tra le avversarie anche Roma e Napoli) e la bellezza di 14 gol segnati. Al contrario il Milan ha rallentato. O meglio è salito sull’ottovolante, alternando prestazioni convincenti a improvvisi blackout. Dopo il pareggio contro l’Inter del 7 novembre scorso, sono arrivate due sconfitte di fila (contro Fiorentina e Sassuolo), poi ancora due vittorie (contro Genoa e Salernitana) fino al pareggio di ieri a Udine, acciuffato in extremis da papà Ibra. Nel mezzo, il ritorno amaro in Europa: in Champions 4 sconfitte, 1 vittoria e 1 pareggio. Risultato: ultimo posto del girone e fuori da ogni competizione europea. Ma è proprio questo il punto! Il Milan è l’unica delle quattro pretendenti al titolo (oltre a Inter, Napoli e Atalanta) a non avere l’impegno europeo che, come la recente storia (italiana) insegna, sembra essere motivo di distrazione. E così sia. Il Milan avrà il vantaggio di potersi allenare in settimana, di far riposare alcuni elementi e di ruotare la rosa secondo necessità (e non secondo gli ingolfamenti di calendario). E arriviamo così alla rosa.

Partiamo dalla difesa.
Finora in campionato il Milan ha subito 18 gol contro gli 11 dell’anno scorso. Nonostante questo, però ha solo 1 punto in meno rispetto alla passata stagione. Però a preoccupare è il futuro. Infatti, da qui a fine stagione il Milan dovrà fare a meno del suo capitano Kjaer, leader carismatico e tecnico. E la sua assenza sembra pesare già sulle spalle del compagno di reparto Tomori che (fino ad ora impeccabile) è apparso meno sicuro nelle ultime uscite. Passiamo al centrocampo. Tra gennaio e febbraio (mesi decisivi per la corsa scudetto) il Milan dovrà privarsi di Kessie e Bennacer. Non che i due stiano attraversando il loro miglior periodo di forma, però per almeno un mese Pioli dovrà fare a meno di due frecce importanti della sua mediana. Nell’arco gli restano comunque Tonali, fin qui affidabile e maturo, e un Bakayoko, al contrario, apparso sin troppo goffo. E infine l’attacco. Anche a Udine i rossoneri si sono aggrappati all’intramontabile Ibrahimovic. Al momento, però, con Giroud, Rebic e Leao ai box, difficile trovare un’alternativa. E, ironia della sorte, il Milan ha un Calhanoglu in meno e l’Inter un Calhanoglu in più. E il turco sull’altra sponda del Naviglio sta facendo quella differenza che al Milan non ha fatto. In rossonero: 33 partite, 4 gol e 10 assist. In neroazzurro: 15 partite, 6 gol e 6 assist.

Per la vittoria finale, i favoriti restano i nerazzurri, con Napoli e Atalanta pronte a lottare per qualcosa che ad inizio stagione sembrava oggettivamente inimmaginabile. E il Milan è lì, a giocarsela. Già dal prossimo turno: scontro diretto contro il Napoli, con l’Inter impegnata a Salerno (e con i 3 punti quasi in tasca) e l’Atalanta che se la dovrà vedere con la Roma di Mourinho. Con la speranza (quella dei rossoneri) che a gennaio la società riesca ad intervenire sul mercato per mettere una toppa qua e là ad una rosa, sì competitiva, ma di certo meno forte di quella dell’Inter di ieri e di oggi.

Chiara Saccone